Recuperare Jean Ray (1887-1964) è imprescindibile per qualsiasi lettore che ami il fantastico e la buona lettura. L'autore di Gand, Belgio, capoluogo delle Fiandre orientali il cui vero nome è Ghent, è uno di quegli autori la cui opera precorreva i propri tempi.
Jean Ray, il cui vero nome era Raymond Jean Marie De Kremer, è pero un maestro più dimenticato che realmente conosciuto, il cui nome è stato più volte evocato non solo da coloro che in passato avevano potuto leggere i suoi racconti e il bellissimo romanzo Malpertuis, ma anche da chi ne aveva solo sentito parlare.
Il sottoscritto è riuscito a mettere le mani solo di recente sul citato romanzo, nella versione pubblicata da Mondadori negli anni '90, colpevolmente perso all'epoca. La versione SugarCo poi, l'ho solo sentita nominare.
Talvolta si pensa che tutto sarà disponibile per sempre, specialmente quello che è riconosciuto da tanti come un capolavoro. Non è purtroppo così, e sono tante le opere che un tempo disponibili, ora giacciono nel limbo del "fuori catalogo". Che è un autentico limbo, giacché gli editori che dispongono dei diritti se li tengono, ma non ripropongono questo materiale, dato che probabilmente una loro riproposta difficilmente coprirebbe i costi o le aspettative di guadagno di grossi editori.
Diverso è il caso di editori un po' più piccoli come la Hypnos, che hanno un punto di pareggio centrato sulle piccole tirature. Sognare la riproposta dei romanzi di Jean Ray è forse un sogno a occhi aperti, ma perché limitarsi?
Attualmente dell'autore fiammingo sono disponibili in Italiano solo questa antologia e La casa stregata di Fulham Road e altri orrori, a cura di Luigi Cozzi e Sebastiano Fusco, edita da Profondo Rosso, citata nella bibliografia in coda a questo volume, mentre sembra che una riedizione di Malpertuis sia in arrivo, dai tipi di Coniglio Editore.
E' difficile poi dare un giudizio di qualità sui racconti presentati. I motivi per cui sono stati selezionati sono spiegati nella postfazione, scritta da Francesco Lato, autore anche della prefazione, curatore del volume e traduttore di alcuni dei racconti presentati.
Un capolavoro imprescindibile come Il Gran Notturno è già un recupero di pregio, ma anche i racconti forse meno riusciti, che appaiono meno accattivanti alla lettura, andrebbe comunque analizzati e studiati da tutti coloro che aspirano a scrivere con cognizione di causa.
Quello che infatti emerge dalla lettura è la modernità e l'attualità del linguaggio e delle tematiche affrontate da Jean Ray.
Tra i racconti presentati, segnalo come notevoli Gli occhi di Mathilda Smith e Denti d'oro. Sono a dire il vero racconti nei quali la componente fantastica è praticamente assente e sono più dei thriller psicologici che altro, ma è la qualità della scrittura che me li fa consigliare. Non si vive di solo fantastico, ma anche di fascinazioni che sembrano appartenere anche al mondo del mistero, pur affondando nella realtà.
In ogni caso tra il capolavoro che da il titolo all'antologia, tra la casa infestata di Storchaus o la casa delle cicogne e il treno infernale di Drummer-Hinger, senza dimenticare L'orrore di Shoream, gli appassionati di fantastico avranno di che nutrirsi.
Nell'antologia sono presenti anche i racconti Cochrane e Jones, Scritto nel vento, La candela della vigilia, Il diavolo di cera, Naufragio, La maledizione, tutti meritevoli di lettura, in virtù della considerazioni fatte prima.
I racconti sono tutti ambientati nella cupa mittleuropa, tra il natio Belgio e una Inghilterra più immaginata che vissuta dall'autore, ma non per questo meno efficace.
Il valore aggiunto dell'operazione è il lavoro di ricerca documentale che c'è alla base. La lettura della autobiografia romanzata dell'autore, che viene messa a confronto con la sua vera biografia, molto più prosaica, ma non meno affascinante, è semplicemente intrigante.
Ribadisco, simili volumi si devono leggere, senza se e senza ma.
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