Gregori, evidentemente non turbato dalla rabbia del capo, si mise a ridere. – Congegno per le Necessità Nutrizionali Artificiali dei vampiri.
Laszlo, la fronte corrugata dalla preoccupazione, fece roteare un bottone che si era allentato: chiaramente prendeva molto sul serio i cambiamenti d’umore del capo. – È la soluzione ideale per i vampiri che ancora sono costretti a mordere, inoltre sarà disponibile di qualunque razza, maschio o femmina.
– Hai intenzione di fabbricare anche giocattoli maschili? – domandò Roman.
– Sì, in un secondo momento. – Il bottone finì per rotolare a terra e Laszlo lo raccolse, infilandoselo in tasca. – Gregori dice che potremmo pubblicizzarla sulla Rete Digitale per Vampiri, dove uno può scegliere CONNA Scura, CONNA Nera...
– E questa sarebbe CONNA Bianca? – esclamò Roman con una smorfia. – L’ufficio del contenzioso ci andrà a nozze.
– Potremmo fotografarla con indosso un vestito da sera – propose Gregori, accarezzandole l’arco del piede. – E anche un paio di sandali sexy, neri, coi tacchi alti.
Dopo aver rivolto al vicepresidente del settore marketing uno sguardo preoccupato, Roman si voltò verso Laszlo. – Stai dicendo che questa bambola può essere utilizzata a scopi nutrizionali?
– Certo! – dichiarò lui, annuendo con entusiasmo. – Può svolgere diverse funzioni proprio come una donna viva, in modo da soddisfare sia i bisogni nutrizionali che sessuali. Ecco, lasci che le mostri. – Piegò la bambola in avanti, scostandole i capelli di lato. – Ho sistemato tutto qui dietro, dove è poco visibile.
Roman esaminò un piccolo interruttore e un taglio a U, alla cui base c’era un tubetto dal quale sporgeva una pinza. – Hai installato una cannula?
– Sì, è progettata proprio per simulare un’arteria vera. Dentro c’è un sistema circolare – spiegò Laszlo, facendo scorrere una mano sopra il corpo della bambola per indicare il percorso della finta arteria. – Attraversa la cavità toracica, poi sale su un lato del collo, scende dall’altro e torna nel petto.
– Bisogna riempirla di sangue?
– Sì, signore. Nella confezione c’è anche un piccolo imbuto omaggio. Sangue e batterie non compresi.
– Non lo sono mai – commentò freddamente Roman.
– Usarla è facile – continuò Laszlo, indicando il collo della donna. – Si rimuove la pinza, si inserisce l’imbuto, si prende un paio di litri del sangue della Romatech Industries che si preferisce, e la si riempie.
– Capisco. Si illumina una spia quando arriva agli sgoccioli?
Laszlo si accigliò. – Be’, potrei installare una luce di segnalazione...
– Stavo scherzando – spiegò Roman con un sospiro. – Continua, per favore.
– Sì, signore. – Questo interruttore attiva una pompetta nella cavità toracica, un finto cuore, per così dire, che serve a spingere il sangue nell’arteria simulando il battito cardiaco.
Roman annuì. – E qui servono le batterie.
– Mmm – si intromise Gregori, con una voce tanto soffocata che sembrava imbavagliato, – così va avanti, e avanti...
Quando abbassò gli occhi sul vicepresidente, Roman lo trovò a sfiorare l’alluce di CONNA con i denti e con una luce rossa negli occhi che stava a indicare qualcos’altro. – Tirati via!
Gregori lasciò andare il piede della bambola con un sommesso grugnito. – Adesso non sei più divertente.
Roman trasse un profondo respiro, invocando l’aiuto divino per armarsi di pazienza, ma nessun Dio che si rispettasse avrebbe ascoltato le suppliche di un demone con un giocattolo erotico per mortali. – L’avete già testata?
– No, signore – rispose Laszlo, attivando l’interruttore di CONNA. – Abbiamo pensato di riservare a lei l’onore di farlo per primo.
Per primo. Roman lasciò scivolare lo sguardo sul corpo perfetto della bambola, un corpo in cui ora pulsava del sangue vitale. – Allora, alla fine, anche un vampiro può avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Gregori sorrise lisciandosi lo smoking nero. – La sfida del test dell’assaggio. Goditela.
Roman lo guardò inarcando un sopracciglio: senza dubbio, il test era una sua idea, perché probabilmente pensava che al suo capo servisse un po’ di eccitazione per sentirsi vivo. E purtroppo aveva ragione.
Protese una mano per toccare il collo di CONNA e notò che, per quanto la sua pelle fosse più fredda di quella di un’umana, era molto morbida. L’arteria pulsava, forte e regolare, sotto i suoi polpastrelli: all’inizio percepì il battito solo con le dita, poi la percezione si estese fino in cima al suo braccio, raggiungendo la spalla. Deglutì a fatica. Quanto tempo era passato? Diciotto anni?
Il battito si diffuse dentro di lui, riempiendo il suo cuore e inebriandogli i sensi, mentre le sue narici si dilatavano; adesso riusciva a stabilire il gruppo sanguigno, A Positivo, il suo preferito. Mentre il suo intero corpo pulsava in sincronia con quello della donna, ogni pensiero razionale lo abbandonò, quando fu preso da una sensazione soverchiante che non sperimentava da anni. Sete di sangue.
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