Ciao Luca e grazie della tua disponibilità. Chi è Luca Tarenzi e cosa rappresenta per lui la scrittura?
Luca Tarenzi è un bugiardo di professione (anche se fa finta di essere un traduttore), un mistico da marciapiede, il marito di una veterinaria, il gestore di uno zoo domestico e un perditempo impenitente. Per lui la scrittura rappresenta il 50% della sua attività lavorativa e al 100% il mestiere più fico del mondo.
Nella tua produzione letteraria troviamo tre romanzi urban fantasy: Pentar, Le due lune e il neo-edito Quando il diavolo ti accarezza, ovvero storie di dei, licantropi, angeli e demoni. Cosa ti ha fatto preferire questo genere rispetto a un fantasy d’ambientazione più classica?
Il fatto che il fantasy classico mi ha un po’ stancato. Da parecchi anni, in effetti. Non che abbia smesso di leggerlo, né di trovarci storie capaci di sorprendermi; di recente, tanto per dire, ho “scoperto” Maria Snyder, che in Poison Study ha raccontato la storia di una condannata a morte che impara a fare l’assaggiatrice di veleni, in un mondo che pare una versione fantasy del Terzo Reich. La “solita roba”? Neanche poi tanto.
Ma a me piace di più l’idea che le creature del fantastico siano in mezzo a noi. Che usino i loro poteri per evitare il traffico dell’ora di punta, che sappiano maneggiare una pistola, che mangino il sushi, che guardino i nostri telefilm e li citino quando ne hanno l’occasione. Il meraviglioso di fianco a casa nostra, nei nostri cieli, come nei fumetti di supereroi.
Anche Il sentiero di legno e sangue ha un’atmosfera non tradizionale: rivisitare una favola come Pinocchio in chiave New Weird è un passo verso il futuro della letteratura fantastica o uno sguardo al passato, all’origine della fiaba e al suo più o meno occulto lato oscuro?
Io non faccio passi nel futuro della letteratura fantastica. Non ne avrei né il fegato né il talento. Ci sono autori enormemente più degni di me che corrono in quella direzione, e io posso solo seguire a ritmo di passeggiata. Da come la vedo io, il Sentiero è una storia postmoderna nel suo “vestito”, perché si esprime in toni psichedelici e citazioni manga, ma il nocciolo è vecchio, proprio come dici. È una storia di iniziazione, e la maggior parte delle fiabe lo è. Le fiabe, lo sappiamo, erano i racconti horror della loro epoca, i cautionary tales che gli adulti ripetevano ai bambini e si ripetevano tra loro, e le forme che gli iniziati usavano per parlare in pubblico dei loro segreti. Non è poi così strano che contengano tanta tenebra…
A questo punto è d’obbligo chiederti cosa pensi di New Weird, Burlesque, Steampunk-fantasy e così via. Sei d’accordo con China Mièville quando dice che “Il fantastico travalica i suoi confini”, cioè si evolve e cambia per sua stessa natura?
Il mio problema col New Weird è che spesso le idee sono belle ma la storia non lo è quasi mai. Nello Steampunk ho trovato storie che mi sono piaciute di più (non sempre), ma il suo flavour specifico mi stanca in fretta. Non sono sempre d’accordo con Mièville – a dirla tutta lo sono di rado – ma in questo caso ha ragione: il fantastico inventa se stesso, ogni volta che gli pare. I discorsi sui generi, i canoni, le regole e le definizioni mi annoiano immensamente; non infliggo a nessuno le mie opinioni in merito (che più o meno non esistono) e mi riservo di non ascoltare quelle altrui (che invece mi pare esistano in quantità abbondante).
In alcune tue opere aleggia un certo sapore “gaimaniano”. Pentar e American Gods, Quando il Diavolo ti accarezza e (forse) Good Omens. Questo abbinamento ha senso? Se la risposta è no, cosa (libri, musica, film etc) ha alimentato e alimenta tuttora la tua ispirazione?
E come si fa a fare senza Neil Gaiman? La mia generazione ci è cresciuta, con Sandman. Per quanto mi riguarda, l’urban fantasy come lo conosciamo ora l’hanno partorito lui, Fritz Leiber e Charles de Lint. Ammetto di amare più il Gaiman fumettista del Gaiman romanziere, ma – giusto per fare un esempio – se conoscete un modo per parlare di dèi in un contesto odierno prescindendo da American Gods vi prego scrivetemelo, perché io non l’ho mai trovato.
E quanto alle altre fonti, possiamo andare avanti a parlarne fino alla settimana prossima. Non lo dico mica per vantarmi: sono un nerd, e leggo, guardo e ascolto quel che leggono, guardano e ascoltano i nerd. Perciò avanti con il Libro di Enoch e con il metal, con gli anime e con i giochi di ruolo, con Joss Whedon e con Supernatural (io ADORO Supernatural, e nel romanzo non lo nascondo di certo!)
“Quando il diavolo …”: dopo i vampiri, angeli e demoni sono la nuova “moda” letteraria. Secondo te questo tema è particolarmente sentito in Italia per la storia religiosa del nostro paese, e rappresenta il “soprannaturale fantasy” autoctono al posto di folletti, maghi e mostri vari?
15 commenti
Aggiungi un commentoAh, ah, ah. Non dirlo a voce troppo alta, prima che qualcuno ci pensi sul serio.
Imho, un diavolo buono non è MAI una buona idea. Semplicemente non è più un diavolo. Capisco un cambiamento lento (autopubblicità occulta! Moderatori, sto scherzando) ma di base, o in un autoconclusivo, no. Troppo poco tempo per evolversi.
E di ciò sia reso grazie. Il mio sospetto iniziale si attenua, ma aspetto la recensione.
è bello? Ho trovato tanti pareri positivi... e pure il Duca non ne ha parlato male. Procurare, procurare... e se mi piaceranno i soldi voleranno via come se niente fosse...
Io non leggo "angeli cattivi vs diavoli buoni ke roba fika" in questa intervista. Leggo piuttosto
Che gli angeli siano bastardi lo si capisce già leggendo la Genesi.
Che i diavoli siano più simpatici degli angeli è confermato da mille e mille esempi presenti nella cultura popolare e nelle belle lettere.
Di esempi di diavoli e demoni innamorati ce n'è a bizzeffe.
Tarenzi qui gioca con i tropi, riadattando storie antiche, come aveva già fatto nel libro precedente, in maniera ancora più palese, rielaborando la vicenda di Pinocchio.
E' un furbetto che sfrutta le mode? E' un rappresentante del fantasy "Rottam art"? Per carità.
Basta leggere "Il sentiero di legno e sangue" per capire a quali livelli può arrivare la sua scrittura. Certo, a qualcuno il "Sentiero" può anche essere non piaciuto. E qualcuno potrebbe non aver gradito il suo precedente urban fantasy "Le due lune".
Tarenzi sa scrivere, ed è un conoscitore raffinato del genere che pratica. Quanti avverbi usa in ogni frase? Non saprei. Quando un'opera letteraria mi "prende" non mi soffermo troppo a contare gli avverbi.
No, queste cose le trovi *totalmente assenti* soltanto nei romanzi di Chi Sa (che non è un cinese).
Intervistatrice e intervistato ottimi
Oddio, io uno la cui massima aspirazione è dannarmi non lo definisco simpatico. Semmai lo prendo a calci.
Quello che scrivi lo so. Speravo appunto in qualcosa di diverso. Che rendesse a ciascuno il suo. E Tarenzi non è nemmeno fortunato come periodo di pubblicazione, vista l'invasione di angeli e diavoli degli ultimi tempi.
Poi, in un libro sei libero di fare quel che ti pare, ma se io trovo uno spirito malvagio e asessuato che si innamora (ossia è in contraddizione con la sua natura), la cosa mi va un poco di traverso. Ne ho visti a bizzeffe così.
Quei romanzi me li godo con piacere, infatti. E non pretendo la completa assenza, mi basta che queste cose non siano la norma. Non mi pare di chiedere la Luna.
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