"Ma da dove prende le idee?"
È una domanda che spesso si pone agli scrittori per comprendere il processo creativo che porta alla realizzazione di un romanzo. Una domanda che ha infinite risposte, perché qualunque incontro, evento, pensiero, riflessione può essere lo spunto per dare il via a una storia.
Per la saga di Landover realizzata da Terry Brooks è stata un'idea dell'editore Lester Del Rey, come racconta l'autore ne A volte la magia funziona.
Era il 1984 e Brooks aveva appena terminato di riscrivere La Canzone di Shannara; erano trascorsi sette anni dalla pubblicazione della sua prima opera La Spada Magica di Shannara e l'autore si ritrovava nel dilemma se fare dell'arte dello scrittore la sua professione, lasciando quella d'avvocato. Oltre a voler realizzare opere che si distaccassero da quanto prodotto fino a quel momento. Insomma, l'incertezza di chi sta per dare una svolta alla propria vita, di chi lascia la strada vecchia per quella nuova: si sa cosa si lascia, ma non cosa si trova (dubbi che come si vedrà sono stati proiettati nel personaggio di Ben Holiday).
Del Rey percepì questi stati d'animo, la necessità a cui Brooks stava cercando di trovare soluzione, e, furbescamente, parlando in tono leggero, gli espose un'idea per una storia. Una buona idea, che però riteneva non rientrare nelle corde di Terry. Lo scrittore non riuscì a non accettare il guanto di sfida (e forse fu questo a ispirare una scena della Sfida di Landover: una sfida che solo il protagonista poteva accettare).
"La storia narrava di un uomo che riceveva uno di quei cataloghi di regali natalizi esclusivi, per Vip, e sfogliandolo s'imbatteva nell'annuncio di un regno magico in vendita. Gli veniva voglia di acquistarlo, anche se gli sembrava impossibile che esistesse. Risultava che esisteva, naturalmente, ma anche che non era affatto come gliel'avevano descritto." (A volte la magia funziona)
Fu così che nacque Il Magico Regno di Landover, un romanzo che vede come protagonista Ben Holiday, una proiezione di Terry Brooks (come lui stesso ha ammesso riconoscendosi nel personaggio mentre lo stava creando insieme alla storia), nel quale sono racchiusi i dubbi di chi s'appresta a dare una svolta, un cambiamento radicale alla propria vita: un trovare finalmente la propria strada.
Fin da piccolo il sogno di Brooks era inventare e narrare storie, un sogno che era stato messo in qualche modo da parte per trovare un posto nella società come fanno i più, come fanno le persone adulte e mature. Non che la professione d'avvocato non gli piacesse, ma non rispecchiava la sua indole, non lo faceva sentire completo come quando scriveva: lo faceva sopravvivere, ma non pienamente come voleva. Come racconta l'autore "facevo l'avvocato da quindici anni e per gli ultimi sette avevo tenuto la professione come scialuppa di salvataggio, venendo a un compromesso con l'attività di scrittore." Ma ormai quella parte della sua vita non gli dava più niente, come succede con Ben Holiday che fa la stessa professione, ma senza passione, portandola avanti per inerzia, senza più stimoli: la sua esistenza divenuta vuota dopo la morte della moglie, un andare avanti perché così ha sempre fatto.
E improvviso come l'idea di Del Rey, gli giunge sottomano un catalogo di regali natalizi; un catalogo che si divertiva a sfogliare con l'amata consorte. Per caso l'occhio cade sull'inserzione che annuncia la vendita di un regno magico. Un articolo assurdo, impossibile da essere vero. Ma più Ben Holiday ci pensa e più non riesce a resistere all'idea d'acquistarlo. Una follia, gli sussurra la parte razionale; ma una vocina dentro di sé continua a insistere, un presagio che quella sia l'occasione per dare un senso a una vita che senso non ha più, un modo per tornare a rivivere. Un cambiamento che lo vedrà abbandonare il passato, tutto quello che ha conosciuto, facendogli cambiare esistenza, addirittura mondo.
Ben Holiday accetta l'acquisto del regno magico, infrangendo la logica che avrebbe governato ogni persona normale. Ma il protagonista della storia è qualcosa di diverso, come ogni scrittore: vive una vita diversa dagli altri, vive in due mondi. Le radici appartengono alla terra dove è nato, ma la mente e il cuore sono rivolti a luoghi che solo lui è in grado di vedere. Mondi fantastici, mondi immaginari che trovano forma nei romanzi e nella mente di chi è in grado di seguirlo attraverso la lettura. Perché scrivere è vivere. La fantasia è vivere, è vita.
Il regno magico di Landover, come lo scrivere, come l'immaginazione, non è un mondo idilliaco, perfetto: ci sono difficoltà, problemi da risolvere.
Privato per anni di un re, di un fulcro, è un reame disorganizzato, diviso in sé stesso. Le popolazioni che lo formano non collaborano tra di loro, sono sospettose, incolpandosi gli uni con gli altri di come vanno le cose.
1 commenti
Aggiungi un commentoVIVA QUESTOR!!!!
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