Il bosco dei 100 Acri sembra non avere pace. Winnie non riesce a trovare del miele per fare colazione, l'asinello Ih Oh non trova più la sua coda, e Christopher Robin sembra essere stato rapito dal terribile mostro "Appresto".
Non mancano nella vicenda Tigro, il gufo Uffa, Kangu e Ro madre e figlio canguri, Tappo il coniglio e Pimpi il maialino, che cercheranno di darsi da fare per sciogliere gli enigmi.
Le avventure e i colpi di scena non mancheranno per il gruppetto di amici e i bambini, destinatari principali di questo film, avranno modo di divertirsi non solo appassionandosi all'avventura, ma anche ridendo di gusto delle battute buffe e dei tormentoni del film.
Dopo 35 anni dall'ultimo lungometraggio dedicato al grande schermo, in piena epoca di roboante 3D e computer grafica, quello che John Lasseter e Peter del Vecho (La principessa e il ranocchio) hanno prodotto, diretto da Stephen Anderson (I Robinson) e Don Hall (La Principessa e il Ranocchio, I Robinson), è un film che ha tutto il sapore della tradizione. Colori tenui come acquerelli su disegni realizzati a matita (ispirati all'opera di Ernest Howard Shepard) vengono introdotti e poi chiusi da due sequenze "live action", peraltro molto eleganti nella composizione fotografica, che mostrano i pupazzi nel loro habitat naturale, ossia la cameretta di Christopher, il figlio di A.A. Milne autore delle storie originali, che le scrisse ispirandosi proprio ai giocattoli del figlio.
La storia adatta alcuni racconti di Milne mai trasposti dalla Disney. Il gioco dell'adattamento letterario è reso palese dalla riscoperta della trovata di fare entrare letteralmente le parole nella vicenda, di fare camminare Winnie e i suoi amici tra i paragrafi del libro (che talvolta sono troppo corti, come scoprirà suo malgrado l'orsetto Winnie).
Come è sempre stato per i cartoni di Winnie the Pooh, lo spettatore sa che i protagonisti sono giocattoli, immersi nel mondo di fantasia. I personaggi si muovono e hanno l'apparenza di giocattoli di peluche, eccezion fatta ovviamente per il bimbo. Una gag mostra l'interno della pancia di Winnie, quando si strappa una cucitura nel tentativo di raggiungere un vasetto di miele troppo alto.
Il rispetto della tradizione è la bandiera di questo prodotto. D'altra parte Lasseter è un innovatore, ma di quelli che non dimentica il passato. Se nel suo Toy Story i personaggi erano consapevoli di essere giocattoli nel mondo "reale", uno schema del genere non poteva essere proposto per un personaggio storico come Winnie.
Siamo quindi davanti a un prodotto per l'infanzia assolutamente ben fatto. Con ambientazione, personaggi e dialoghi molto curati, con una sceneggiatura che non lascia buchi, come scoprirà chi avrà la pazienza di restare fino alla fine dei titoli di coda.
Ben scritte e dirette le musiche scritte per il film da Robert Lopez e Kristen Anderson Lopez (versione teatrale de Alla ricerca di Nemo) ed Henry Jackman (Mostri contro Alieni). Ben riarrangiate le canzoni già note, interpretate in lingua inglese da Zooey Deschanel (Guida Galattica per gli Autostoppisti)
A introdurre il film è un gustoso cortometraggio, che ha per protagonista la simpatica dinosaura Nessie. In una Scozia dove persino le colline sono decorate con motivi tartan, scopriremo l'origine della "Leggenda di Loch Ness".
Un film consigliato a tutta la famiglia. I bambini si divertiranno, e gli adulti insieme a loro, perché è comunque un prodotto realizzato con cura, rispetto e intelligenza.
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