Nel romanzo incontriamo i tre protagonisti principali: Connor, Risa e Lev. Quest’ultimo, in particolare, incarna l’eterno dilemma tra la fede e la scienza e il fanatismo religioso. Perché questa scelta?
Era un tema molto importante che volevo assolutamente trattare. Non desideravo prendere una posizione contro la religione, ma solo mostrare quali sarebbero state le conseguenze di una fede sbagliata. Il capitolo più importante per Lev è l’ultimo, quando il pastore afferma che non ha perso la fede, e continua a credere in un Dio che però non impone più la Divisione. In quel momento Lev risponde: posso credere anch’io a questo Dio?
Lev però è solo un ragazzo. Riesce a capire cosa gli succederà con la Divisione o è solo la conseguenza dell’imposizione dei proprio genitori?
Proprio così. È come se i genitori di Lev gli avessero fatto il lavaggio del cervello, spingendolo a credere che la Divisione lo avrebbe condotto in Paradiso. Ho voluto mostrare cosa accade quando la società si muove in una sola direzione, quella più estrema, verso il fanatismo religioso.
Risa è stata scelta come Dividendo perché non ha saputo dimostrare grandi qualità nel suonare il piano, Connor per il suo carattere difficile.
Quando ho iniziato a scrivere il libro, ancor prima di capire dove mi avrebbe portato la storia, sapevo che avrei creato tre protagonisti estremamente diversi tra loro. Il primo, Connor, è ragazzo fuori controllo, violento ed esasperato. Risa, invece, è una ragazza schiacciata dal sistema, costretta alla Divisione perché non c’era più disponibilità di stanze nell’orfanotrofio. Il terzo protagonista, l’opposto dei altri due, è Lev che per motivi di fede è orgoglioso di essere offerto in Decima.
Cyfy, l’amico di Lev, ha due padri. Hai introdotto il tema dei matrimoni tra omosessuali, ma non sei sceso nel dettaglio dell’argomento. Perché? Non c’era il rischio di risultare superficiali?
È stata una decisione voluta fin dall’inizio. CyFy ha due genitori uomini, ma ho voluto presentare la situazione come un dato di fatto, senza che diventasse il tema preponderante del libro. Inoltre, in America c’è tuttora una lunga discussione sulla parola matrimonio, se quest’ultima possa essere utilizzata anche per le unioni civili. Alla fine è solo una parola, per questo ho proposto la soluzione: m-matrimonio.
Altri punti fondamentali di Unwind sono il concetto di anima come entità indivisibile e il trapianto di organi Qual è la tua posizione in merito?
La mia posizione è… non prendere alcuna posizione e rimanere neutrale. Ho scoperto che più pensavo alla questione più difficile era raggiungere una mia opinione conclusiva. Non volevo fornire la soluzione quanto porre la domanda e far riflettere.
Penso sia una scelta intelligente, ho trovato molto interessante uno stralcio del libro in cui si parla di quando nasce l’anima, e un personaggio risponde, dopo vari scambi di battute, con un significativo: non lo so.
È uno dei miei pezzi preferiti del libro. Se le persone dicessero più spesso “non lo so”, forse avremmo meno problemi da risolvere o questioni da discutere. Personalmente credo nell’anima indivisibile, ma nel libro ho preferito mostrare tre personaggi diversi tra loro e le rispettive prospettive: un ragazzo che crede fermamente all’esistenza dell’anima, il secondo che si mostra più scettico e insicuro, il terzo che invece sostiene il contrario.
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