L'incipit di X-Men L'inizio cita apertamente quella del primo film di Bryan Singer, con il giovane Erik Lehnsherr che manifesta per la prima volta i suoi poteri magnetici, ma non riesce a usarli proficuamente per salvare la vita dei suoi cari. Se il film di Singer poi saltava ai giorni nostri, quello di Matthew Vaughn indugia negli anni '40 tanto quanto basta a mostrare di più del remoto passato del giovane mutante ebreo, nonché di Charles Xavier e dell'inizio della sua amicizia con Raven, la mutante dalla pelle blu che abbiamo visto nella precedente trilogia come alleata di Magneto con il nome di battaglia di Mystica. E' una novità che suscita subito interesse, sia del pubblico maschile in sala, che degli appassionati, che trovano un valido elemento di confronto tra la versione cinematografica e quella fumettistica.
La prima buona notizia è quindi che non ci troviamo davanti solo alla storia di Charles ed Erik. Non che non ci sia il racconto delle due vite parallele e del come s'incontrino e poi divergano, ma gli altri personaggi non si riducono a mero contorno.
Erik è stato sottoposto a terribili torture nei campi di concentramento nazisti, dove un aguzzino di nome Schmidt (Kevin Bacon), tenterà con ogni mezzo di scatenare il suo potenziale mutante. Parallelamente il giovane Charles Xavier, negli Stati Uniti, capirà di essere in grado di leggere la mente e conoscerà la piccola Raven, che diventerà una sorta di sorella acquisita.
Il salto temporale negli anni '60 ci mostra inizialmente le storie parallele di Erik (Michael Fassbender) impegnato nella caccia agli ex criminali nazisti (in cima alla lista c'è ovviamente Schmidt) per vendicare la morte dei suoi genitori e le torture subite, e di Charles, che sta terminando gli studi di genetica con una tesi sulle mutazioni.
Erik è pieno di rancore non solo verso i nazisti, ma anche per l'intera categoria degli uomini sapiens. Charles Xavier (James McAvoy) invece crede nella possibilità di convivenza pacifica di umani e mutanti. In questa fase Erik è un solitario, mentre Charles trova già la prima opposizione alla sua idealistica visione nelle perplessità di Raven (Jennifer Lawrence), che invece cela il suo vero aspetto con i suoi poteri di mutaforma, nel timore di non essere accettata dagli altri esseri umani.
A fare convergere le due vite sarà proprio Schimdt, che ora si fa chiamare Sebastian Shaw e comanda una potente organizzazione chiamata Club Infernale (nel doppiaggio però è rimasto Hellfire Club), che ha al suo interno un circolo segreto composto da un gruppo di mutanti ai suoi ordini: Emma Frost (January Jones) telepate capace anche di rendere il suo corpo duro come il diamante; Azazel (Jason Flemyng), dall'aspetto simile a un demonio, dotato del potere di teletrasportare se stesso e altri; Riptide (Alex Gonzalez), in grado di generare vortici di estrema potenza. Shaw stesso è un mutante, che assorbe energia cinetica e la restituisce in modo devastante, tanto che più viene colpito più terribile è la sua replica.
Shaw, mediante i poteri di Emma Frost e le sue risorse economiche, influenza la decisione dei consiglieri di USA e URSS (superpotenze dai rapporti tesi a causa della guerra fredda) a installare missili nucleari rispettivamente in Turchia e a Cuba, per favorire l'escalation atomica e lo scatenarsi della Terza Guerra Mondiale. Secondo il suo folle disegno, la razza mutante, poiché generata dalle mutazioni dell'era atomica (uno dei sottotitoli del fumetto originale di Stan Lee e Jack Kirby era "i figli dell'atomo"), è l'unica adatta a sopravvivere in un mondo devastato dalle radiazioni.
Le sue manovre suscitano l'attenzione della CIA. In particolare l'agente Moira MacTaggert (Rose Byrne) si rende conto di avere a che fare con entità superumane e chiede l'aiuto dell'esperto Xavier.
Sarà durante un primo scontro con Shaw, nel quale finalmente Erik e Charles s'incontrano, che nasce il sodalizio fra i due. Pur con una enorme differenza di visione del futuro dei mutanti, i due si alleano contro il comune nemico.
Non senza qualche difficoltà, al giovane genetista viene messa a disposizione una sezione segreta dell'agenzia, dove lavora un giovane e brillante scienziato, Hank McCoy (Nicholas Hoult), anch'egli mutante, dotato di forza e agilità bestiali. Mediante il prototipo di computer Cerebro, i poteri telepatici di Xavier verranno amplificati e Charles ed Erik riusciranno a rintracciare altri mutanti, per aiutarli a usare al meglio i propri poteri e creare una forza da contrapporre a Shaw.
Vengono così rintracciati Alex Summers (Lucas Till) in grado di generare onde di energia; Sean Cassidy (Caleb Landry Jones), che genera onde sonore che gli consentono persino di volare; Angel Salvadore (Zoe Kravitz) dotata di vere ali piumate sulla schiena e con cui può ovviamente volare; Armando Muñoz (Edi Gathegi), che ha il potere di mutare il suo corpo adattandolo per sopravvivere agli attacchi nemici.
Ciascuno dei giovani mutanti assumerà quindi un nome di battaglia ispirato ai propri poteri, nello stesso ordine in cui li ho elencati prima i ragazzi si faranno chiamare: Havok, Banshee, Angel e Darwin.
Anche Raven e Hank sceglieranno rispettivamente i nomi di battaglia di Mystica e La Bestia, mentre saranno i ragazzi a battezzare Charles ed Erik con i nomi di Professor X e Magneto.
Si arriva tranquillamente a metà film a questo punto della vicenda, senza la sensazione che sia un prologo. Il mix di scene riflessive e scene di azione è gestito con senso del ritmo. Spassosi sono i siparietti di Erik e Charles in giro per il mondo a reclutare mutanti. Non tutti accetteranno di fare parte della squadra, e in un caso riceveranno pure una rispostaccia da un personaggio la cui presenza nel film non è ufficialmente accreditata.
Ottima non è solo la ricostruzione d'ambiente, ma anche lo stile della cinematografia anni '60, in particolare i film di James Bond, citati in tantissime trovate visive e narrative, dalla trasformazione in diamante di Emma Frost, al sommergibile futuristico di Shaw.
E' un film di supereroi, i buoni devono vincere. Quindi non sarebbe uno spoiler dire che ovviamente Shaw verrà sconfitto, a voi divertirvi nello scoprire come. Per giunta siamo in presenza di un prequel, per cui sappiamo già come si evolveranno i rapporti tra i vari personaggi, se abbiamo visto i film precedenti. A prescindere dai particolari dello scontro sappiamo già che l'alleanza tra Charles ed Erik cesserà e i due diventeranno acerrimi nemici, pur in una sorta di rispetto reciproco.
E' quindi una vittoria amara. Un dramma annunciato, come tradizione della tragedia, nella quale lo spettatore assiste al correre dei personaggi incontro al destino annunciato, sperando inutilmente fino all'ultimo che questo possa cambiare.
La sceneggiatura di Matthew Vaughn, Jane Goldman, Ashley Edward Miller e Zack Stentz è tratta da un soggetto dello stesso Singer, che curiosamente sposta i riflettori su un personaggio che invece nei precedenti film aveva molta meno profondità. La vera rivelazione di questo film è infatti il travaglio di Raven/Mystica, il cui arco narrativo la porta alla ricerca di punti di riferimento, di un faro illuminante, prima in Xavier, poi in Hank McCoy e infine in Magneto. La recitazione della bravissima Jennifer Lawrence ben supporta la crescita e i dubbi del personaggio.
Viene da chiedersi perché Singer non abbia così ben sviluppato il personaggio già nei precedenti film, visto che erano queste le sue idee.
Tra McAvoy e Fassbender il duello lo vince ai punti il secondo. Infatti entrambi sono bravi e tecnicamente perfetti, ma dare a un bravo attore un personaggio dal fascino e dalla presenza di Magneto significa obiettivamente dare un handicap a qualsiasi attore gli si contrapponga.
Kevin Bacon da vita a un cattivo memorabile, recitato con lo stesso gusto con cui Adolfo Celi recitava Emilio Largo in Thunderball o Charles Gray era Ernst Stavro Blofeld in Una cascata di Diamanti, al quale le scene ambientate a Las Vegas di questo film sembrano ispirarsi.
La presenza scenica di January Jones è indiscutibile, ma la sua interpretazione si può solo definire professionale, senza particolari guizzi.
Convincente anche tutto il gruppo di giovani attori. Nella logica corale del film non tutti riescono ad avere lo stesso spazio, ma nessuno delude nel momento in cui la trama gli punta i riflettori. Peccato che non tutti riescano ad avere un proprio "quarto d'ora di gloria", specialmente tra le file dei mutanti cattivi, che purtroppo fanno la figura degli scagnozzi. Se lo scopo era quello di creare figure capaci di rimanere impresse come Oddjob, Squalo o Red Grant, è stato completamente mancato.
Il reparto tecnico è assolutamente all'altezza del budget.
Funzionali allo scopo sono la fotografia di John Mathieson, le ottime scenografie di Chris Seagers e i costumi di Sammy Sheldon, tra cui spicca un elmo che per presenza scenica diventa un personaggio.
Allo stato dell'arte gli effetti speciali del Maestro John Dykstra, la cui carriera, da Star Wars a oggi, è costellata di continui avanzamenti nello standard del settore. Se memorabile e impressionante (e senza 3D!), la scena in cui Magneto porta fuori dalle acque il sottomarino di Shaw, rimangono impresse anche la più "semplice" scena in cui il potere del piccolo esplode dopo l'uccisione della madre di Erik e quella del volo di Banshee.
Piccole curiosità, mancano sia il cameo di Stan Lee (ma ce ne sono due molto gustosi!) che la scena dopo i titoli di coda, che possiamo ipotizzare che il regista e la Fox abbiano evitato di inserire perché sono ormai segni distintivi delle produzioni targate Marvel Studios.
Tirando le fila, è un film che chiarisce molto della genesi dell'universo mutante, dalle origini di Charles, Erik e Raven, a quelle dell'elmo, della paralisi di Xavier, alla mutazione bestiale di Hank McCoy, senza dimenticare la Scuola per Giovani Dotati, Cerebro e persino il Blackbird!
Il film non sembra un primo episodio, ma un film che può godere di una sua autonomia nel caso in cui non vengano prodotti seguiti, e sembra avere un suo seguito ideale solo in Wolverine o X-Men. Al momento una vicenda che si inserisca tra gli interstizi di queste pellicole sembra pretestuosa. A un bravo sceneggiatore l'onere di smentire questa impressione.
Complessivamente siamo davanti a uno dei migliori film della categoria. Pur se un gradino sotto capolavori come The Dark Knight, Spider-Man 2 o X2, è comunque all'altezza sia di X-Men che di Iron Man e lo colloco, in questa classifica ideale davanti a Thor.
7 commenti
Aggiungi un commentoVisto! Parecchio noioso. Inutilmente serioso. Sbadiglioso. Senza ritmo. Personaggi e interpretazioni con cui non scatta un briciolo di feeling. Recitazioni mediocri, peggiori di quelle dei peggiori telefilm.
Ai realizzatori di questo film, come spettatore, mi viene la tentazione di rivolgermi come si è rivolto Wolverine ai suoi reclutatori, nel cameo in cui compare.
In questo tipo di film o ci si rifà a un'epoca di "sense of wonder", pescando a piene mani dagli inesauribili pozzi di creazioni e invenzioni dei fumetti anni '60, '70 e seconda metà anni '80, o - se si scelgono ispirazioni fumettistiche più recenti - bisogna tener conto che la tecnica narrativa è cambiata molto, e che le migliori storie dei fumetti odierni basano molto del loro valore su una qualità realizzativa (grafica e di taglio narrativo) notevolmente aumentata rispetto al passato.
Nel trasporre verso il cinema le storie fumettistiche più moderne mi aspetterei che si adotti una ingegnosa soluzione narrativa o artistica qualunque, che dia al film quel quid in più per distinguersi dalla massa. Non necessariamente qualcosa di originalissimo, basta che sia non usuale.
Piazzare la cinepresa, filmare, montare e sfornare un dignitoso prodotto non è sufficiente. In questo caso pare poi si sia fatto il minimo sindacale. E' tutto freddo, meccanico. Anche le scene d'azione sono girate senza particolare talento.
Due stelle. Anzi... du palle!
Non sono fan della serie, anche se ho visto i vari film, ma questo mi ha piacevolmente intrattenuto. Finalmente Kevin Bacon con un po' di personalità.
Senza infamia e senza lode.
La prima parte l'ho trovata un po' didascalica, d'accordo che deve andare incontro anche agli spettatori che non conoscono l'universo degli X-men, tuttavia è anche vero che la gran parte del pubblico che assiste ad un tale film un minimo di infarinatura ce l'ha.
La seconda, a partire dall'allenamento delle giovani reclute, mi è piaciuta di più.
Concordo. McAvoy lo trovo un bravo attore ma è offuscato da Fassbender proprio perchè Magneto è un personaggio di gran lunga più complesso e affascinante di Xavier.
Stessa cosa accadeva con Stewart e McKellen, due veri giganti, ma il secondo usciva vincente dalla "battaglia".
Parlando di questo Xavier ho trovato un'ingenuità registica quella di fargli mettere il dito sulle tempie per dare l'idea della comunicazione telepatica, non mi ricordo che lo facesse anche Stewart; un primo piano sugli occhi o qualche altra soluzione sarebbe stata più gradevole.
Parlando invece di Erik, la mia sospensione d'incredulità ha avuto un piccolo sobbalzo proprio all'inizio quando
SPOILER
dopo che Schmidt gli fa secca la madre, lui bambino mette a soqquadro il laboratorio fa fuori gli sturmtruppen e....risparmia proprio l'assassino.
FINE SPOILER
D'accordo che la storia prevede che il malvagio diventi poi la nemesi di Erik ma si poteva scrivere un po' meglio. Non so se è così anche nel fumetto.
The Dark Night credo sia irraggiungibile, tendo a considerarlo un thriller che incidentalmente ha tra i protagonisti due psicopatici mascherati.
L'immagine è ripresa dai fumetti dell'epoca Lee-Kirby. Però, già ingenua di per sé, assume una valenza ancora più ridicola oggi. Quando la ripresa è di profilo, e la mano è dall'altro lato rispetto al lato inquadrato, non si può fare a meno di pensare che stia semplicemente parlando al cellulare.
Visto sabato sera e mi è piaciuto molto, certamente non perfetto ma sicuramente all'altezza dei primi due capitoli della saga (i più belli). Per me le quattro stelline se le merita tutte.
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