Seppure da noi resti ancora misconosciuto, per non dire negletto, Fitz-James O’Brien (1828-1862) può essere considerato a giusta ragione uno degli scrittori più importanti della storia della letteratura fantastica. E come uno dei “padri fondatori” di questo genere, lo studio della sua opera si rende quindi imprescindibile per tracciare la nascita, lo sviluppo e l’evoluzione storica della fantaletteratura.
Una raffinata scrittrice e critica come Jessica Amanda Salmonson, curando e introducendo il primo dei due volumi in cui sono raccolte le Supernatural Tales of Fitz-James O’Brien (Doubleday, 1988), lo descrive come “il più importante scrittore della moderna letteratura orrorifica dopo Poe e prima di Lovecraft”. Altri, come Howard Bruce Franklin (in Future Perfect: American Science Fiction of the Ninetheenth Century) e James Gunn (in The Road to Science Fiction: From Gilgamesh to Wells), lo vedono come un maestro e precursore della fantascienza; anche se, ad onor del vero, è difficile rinserrare i racconti dello scrittore di origini irlandesi in una categoria o in un genere. Questo per la versatilità, impenetrabilità e - si potrebbe dire – “impalpabilità” della sua narrativa, che (per citare Kipling) non conosce “confini e conflitti”. Certamente O’Brien è stato uno dei migliori autori di storie brevi della metà del XIX secolo, e il suo principale contributo al weird tale americano si basa sostanzialmente sull’invenzione di un tipo di letteratura soprannaturale fondata su basi scientifiche o pseudo-scientifiche, le cui trame sono perfettamente integrate con la società dei tempi. Quindi un tipo di narrativa soprannaturale paradigmatica e perfettamente “moderna”, slegata dai vecchiumi e dalle convenzioni del gotico.
O’Brien ha scritto di tutto nel corso della sua carriera, principalmente poesia e articoli di giornalismo, ma col tempo la sua opera non di genere è stata quasi completamente dimenticata, e lui stesso sarebbe finito nel dimenticatoio se non avesse scritto una manciata di storie fantastiche originali e brillanti, in bilico tra la fantasy, l’orrore e la fantascienza, che restano ancora oggi dei capisaldi che hanno influenzato tutta una serie di autori a venire. La sua fama poggia tutta su queste sue storie fantastiche, surreali e meravigliose, e che di volta in volta, sulla base dei diversi recensori e dei critici che se ne sono occupati, sono state definite come appartenenti ad un determinato genere (fantascienza, fantasy, horror) ma che in realtà sono un po’ una mescolanza di tutti, con un tocco di bizzarro e surreale in più. Sogni ed incubi, fantasmi sghignazzanti e creature invisibili, mondi microscopici, stanze perse nelle dimensioni, robot ante litteram e aspiranti alchimisti… l’opera di Fitz-James O’Brien porta in scena i grandi temi classici della letteratura fantastica; il suo universo macabro e meraviglioso ha segnato non solo la storia della letteratura immaginifica, ma ha ispirato anche i più grandi autori del genere: da Ambrose Bierce ad H. P. Lovecraft, da Herbert George Wells a Francis Marion Crawford, Abraham Merritt, e persino Maupassant. Questi suoi meriti lo pongono indubitabilmente ai vertici della letteratura del soprannaturale, e per questo i suoi straordinari racconti meritano ancora oggi di essere letti, riscoperti e apprezzati.
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