VITA DI FITZ-JAMES O’BRIEN
Michael Fitz-James O’Brien nasce il 31 dicembre 1828 nella contea di Cork, in Irlanda, e qui trascorre gli anni spensierati della fanciullezza e della prima gioventù nella residenza di famiglia, sita nei pressi del villaggio di Baltimore. I suoi genitori sono agiati e benestanti. Il padre, James O’Brien, è uno stimato medico legale, che muore improvvisamente quando il ragazzo ha solo 12 anni. La madre, Eliza O’Driscoll, considerata da tutti una gran bella donna, si risposa in seconde nozze col nobile DeCourcy O’Grady di Calidon. Il giovane O’Brien trascorre un periodo a casa del patrigno, nella contea di Limerick, nell’incantata bellezza del panorama che costeggia il fiume Shannon; qui, tra gli agi e i privilegi della sua acquisita condizione nobiliare, compie i suoi primi studi e a 16 anni inizia a pubblicare i primi versi nei magazines di Dublino, in prevalenza poemi pastorali che esaltano ed inneggiano la ruralità e la bellezza delle campagne circostanti. Impara anche il Greco e il Latino, studia la letteratura Inglese e Francese, e diviene ben versato nelle arti. Queste sue qualità lo porteranno a studiare poi all’Università di Dublino. Diventato maggiorenne, entra in possesso di un’eredità di 8.000 sterline lasciatagli dal nonno materno, Michael O’Driscoll. Con questo lascito, desideroso di viaggiare e di fare nuove esperienze, va a vivere per conto proprio a Londra; nei due anni che seguono vive nell’ozio e nei piaceri del lusso. Amante della buona compagnia, dei bei vestiti e della vita sregolata, sperpera in breve tempo tutti i suoi averi. Nel 1851, povero in canna e incapace di continuare a gestire il suo alto tenore di vita (c’è anche chi dice che fu coinvolto in una tresca con la moglie di un alto ufficiale), decide di lasciare Londra e di emigrare in America in cerca di fortuna. Si stabilisce a New York, e qui inizia a lavorare come giornalista, mettendo a frutto l’esperienza accumulata presso alcuni editori londinesi. Le sue prime pubblicazioni in questo campo sono una serie di articoli sugli argomenti più disparati, scritti per il Lantern di John Brougham, tra cui spiccano una lecture intitolata “Le Crociate e la loro influenza sulla civiltà europea”, e uno sui vari metodi della cremazione e conservazione delle ceneri dei defunti, che già denotano una sua tendenza verso argomenti meno battuti ed insoliti. Nel contempo riprende a condurre una vita sregolata e fuori dagli schemi: alcune maldicenze sul suo conto lo vogliono ospite degli alberghi più prestigiosi, che regolarmente lascia senza pagare il conto. Voci che non sono sostenute da prove certe ma che testimoniano le sue attitudini per la goliardia. Per sostenere il suo alto tenore di vita, O’Brien inizia a collaborare prolificamente per quasi tutti i giornali e le riviste letterarie dell’epoca, un vero e proprio tour de force che presto impose il suo nome sulla bocca di tutti i letterati, facendolo diventare una specie di leggenda. Nella decade che seguì il suo arrivo negli Stati Uniti scrisse per quasi tutte le maggiori riviste ed i magazines d’America, New Monthly Magazine, Harper’s Weekly, New York Saturday Press, Putnam’s Magazine, Atlantic Monthly, Vanity Fair, New York Times, e molti altri. Una produzione immensa, la sua, come poeta, narratore, scrittore, saggista, drammaturgo, reporter, recensore, critico teatrale, ecc., e che gli guadagnò anche una reputazione come il più abile giovane scrittore della città di New York. Il suo talento e la sua prolificità nel campo delle lettere hanno dello straordinario; soprattutto se si pensa che, nello stesso tempo, riusciva a coltivare con successo anche i piaceri del corpo. La sua grande vitalità fisica, la sua straordinaria esuberanza, lo fecero diventare in breve tempo un protagonista della vita sociale della città. Un suo biografo ha scritto che O’Brien “condusse la vita di un vero bohémien, quasi se considerasse la condizione di bohémien inseparabile dal talento e dal successo letterario di un vero letterato” (1). O’Brien era anche un eccellente ginnasta, un abile nuotatore, riusciva a tirare di boxe e col fioretto, ed era inoltre un campione di tiro con la pistola. In pratica, un perfetto atleta oltre che un eccellente uomo di lettere, sempre benvenuto nei migliori ambienti della società e nei circoli letterari più esclusivi. I suoi brillanti successi nelle lettere erano però compensati da una condotta tutt’altro che accorta; continuava infatti a condurre vita dissoluta e libertina, e molto spesso i suo amici dovevano aiutarlo finanziariamente per non fargli rischiare il tracollo. Il suo continuo bisogno di denaro si risolse in un incremento della produzione narrativa e giornalistica. Nel 1855 condusse, per conto del Tribune e del New York Times, una serie di inchieste-intervista con i personaggi più bizzarri della città: avventurieri e cercatori di fortuna, spiritisti e mesmeristi, medium, cacciatori di fantasmi, ecc. Tutte esperienze che poi mise a frutto scrivendo i suoi straordinari racconti fantastici e del soprannaturale, che lo hanno fatto spesso paragonare a Poe quanto a qualità ed inventiva. Durante il suo soggiorno newyorkese, O’Brien aderì anche al circolo dei “Bohemians”, composto da uomini e donne, per lo più artisti e letterati, che non si curavano delle convenzioni sociali ma erano alla costante ricerca del piacere e degli eccessi, spesso destando scandalo e irriverenza con i loro comportamenti anticonformisti. L’esuberanza di O’Brien si trovò in perfetta sintonia con le attitudini e lo stile di vita degli altri membri del gruppo.
Il suo spirito inquieto, indomito e avventuroso lo porta, nel 1961, ad arruolarsi nell’esercito dell’Unione durante la guerra di Secessione Americana. Fu spesso in prima linea, non tardando a distinguersi in combattimento, fino a raggiungere il grado di Capitano. Ferito gravemente durante la battaglia di Bloomery Gap, gli fu amputato un braccio e parte della spalla. Morì subito dopo, il 6 aprile 1862, a Cumberlain, Virginia, a causa del trattamento medico inadeguato che gli fece sviluppare il tetano. Aveva 33 anni.
Come ha scritto il critico James Gunn, nella sua vita “O’Brien inseguì due carriere – una come scrittore, l’altra come bohemien – e in entrambe gli arrise un notevole successo” (2).
(1) Cfr. Sam Moskowitz, “Il Favoloso Sognatore: Fitz-James O’Brien”, in ESPLORATORI DELL’INFINITO. La storia della fantascienza attraverso le biografie dei suoi maggiori autori, Saggi Nord, Milano, 1980, p. 41. (In originale “The Fabulous Fantasist: Fitz-James O’Brien”, in Explorers of the Infinite: Shapers of Science Fiction, World, New York, 1963, pp. 62-72).
(2) Cfr. J. Gunn, Storia Illustrata della Fantascienza, Armenia, Milano, 1979, p. 85.
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