Per parecchio tempo gli autori fantasy hanno commesso una grave distrazione: si sono dimenticati di inserire nei loro romanzi le figure di guerriere adolescenti. O almeno, questo è stata molti anni fa l’impressione di Tamora Pierce, che ha deciso di provvedere lei stessa a rimediare alla dimenticanza.
La scrittrice è nata in Pennsylvania nel 1954 e ha sempre amato le storie, al punto che per lei la vera ricchezza di una persona si misurava dalla sua libreria. Al di là dei libri le piaceva anche raccontarsi storie da sola, e ha iniziato a farlo grazie all’incoraggiamento del padre.
La scoperta del Signore degli anelli la indirizzava verso il fantasy e successivamente la fantascienza, anche se i due generi presentavano quella che lei ha sempre considerato un’incredibile dimenticanza. Così ha deciso di risolvere personalmente quel piccolo problema, scrivendo storie di ragazze atletiche e senza paura ben diverse da lei ma alle quali lei avrebbe tanto voluto somigliare. Per tanto tempo si è dedicata a opere che ora chiameremmo di fan-fiction ambientate nell’universo di Star Trek o nei mondi creati da J.R.R. Tolkien, Robert E. Howard, Michael Moorcock, Robert A. Heinlein e Ray Bradbury, finché non si è ritrovata nell’incapacità di narrare nuove avventure. Riusciva ancora a scrivere satire, brutte poesie o articoli, ma la cosa non la soddisfaceva. Quello che voleva davvero era narrare storie sue, e mentre era ancora in cerca della propria strada si occupava di molte altre cose. Fra l’altro ha lavorato come assistente nel campo della ricerca psichiatrica, ha studiato storia e si è innamorata delle arti marziali, finché, sudando sangue su ogni parola, non è riuscita a completare il suo primo racconto originale. Un anno dopo è riuscita a vendere un racconto per la prima volta.
Preso coraggio da questo successo, ha iniziato a frequentare un corso di scrittura. Il suo insegnante, David Bradley, l’ha presto incoraggiata a scrivere un romanzo. Terrorizzata dall’idea di perdere la sua capacità di narrare storie, si è chiesta di cosa si occupava in quel tempo felice nel quale scrivere era semplice quanto respirare. La risposta era semplice: fantasy con ragazzine come protagoniste.
Il suo primo romanzo, uno sword and sorcery, a suo stesso giudizio, non era particolarmente valido, ma era un romanzo, e questo era tutto ciò che contava.
Nella seconda metà degli anni ’70 la Pierce proponeva a un editore un lungo romanzo intitolato The Song of the Lioness. La protagonista era basata in parte su sua sorella minore Kimberly. Il romanzo non fu accettato perché alcune parti vennero ritenute inappropriate in una storia per ragazzi.
La scrittrice allora iniziava a rielaborarlo, incoraggiata in questo anche dal suo agente che le aveva suggerito di spezzare la storia in quattro parti. Tamora, che crede fermamente nell’importanza della riscrittura e nell’ascoltare i consigli di persone competenti che non sono così legate al testo da non vederne i difetti, vi ha lavorato per buona parte degli anni ’80, tagliando materiale e riscrivendo interi brani.
Nel 1983 La principessa Alanna giungeva in libreria. La storia sarebbe proseguita negli anni successivi con In the Hand of the Goddess (1984), The Woman Who Rides Like a Man (1986) e Lioness Rampant (1988).
Nel giro di qualche anno la Pierce avrebbe potuto lasciare gli altri impegni e vivere di scrittura. Dopo The Song of Lioness Quartet ha scritto numerosi altri romanzi per ragazzi, inseriti nelle serie The Immortals, The Circe of Magic, The Protector of the Small, The Circle Opens, Trickster e Beka Cooper.
La quarta di copertina
«D’ora in poi sarò Alan di Trebond, l’altro gemello. E un giorno sarò cavaliere.» Nonostante sia una ragazza, Alanna ha sempre desiderato diventare un cavaliere e avere una vita avventurosa. Suo padre però ha predisposto per lei un avvenire diverso
studierà in convento per essere una dama perfetta. Il suo gemello Thom, invece, farebbe di tutto per evitare l’addestramento da cavaliere. E così, prima di partire per le rispettive destinazioni, i due si scambiano i ruoli, e Alanna, fingendosi un ragazzo, s’incammina alla volta del castello di re Roald a Corus. Il percorso per diventare cavaliere sarà lungo e irto di ostacoli; Alanna stringerà nuove amicizie – in particolare con Jonathan di Conté, erede al trono di Tortall –, e dovrà difendersi da compagni prepotenti. Mentre la Festa del solstizio d’inverno si avvicina, e con essa la nomina dei nuovi cavalieri, Alanna viene scelta per accompagnare Jonathan a Persepolis; ma prima della partenza, l’infido duca Roger ha sfidato il principe ad avventurarsi nella temibile Città Nera. Alanna, fiutando il pericolo, decide di seguirlo di nascosto. Insieme affronteranno gli Ysandir, esseri che rubano l’energia vitale degli uomini, e solo a costo di svelare la propria identità Alanna potrà dimostrare quanto vale veramente...
Un estratto del libro
http://www.fanucci.it/news/172/files/estratto_alanna.pdf
Tamora Pierce, La principessa Alanna (Alanna: The First Adventure, 1983), Fanucci, Tweens.
Pag. 224, 14,00 €, ISBN 9788834717349
21 commenti
Aggiungi un commentoLo so, lo so. Ma la Troisi mi è stata utilissima. Cercando recensioni non entusiaste sono capitata su blog che mi hanno "salvata", diciamo così, dallo scrivere io stessa stupidaggini colossali. Ne sono felicissima, dunque.
Se sei serio ...
Hai presente l'unicorno che compare nel primo libro? Bene, era un cervo. La giustificazione del traduttore, Altieri, è stata "ho messo unicorno perché faceva più fantasy". Questo è un comportamento indegno, oltre che imbecille. Di quelli che mi fan venir voglia di non dare un centesimo all'editore italiano.
Non navigando io nell'oro ed essendo incappata in troppe fregature, non ho più intenzione di fare acquisti a scatola chiusa, grazie. Hanno smesso di prendermi per il naso. Provo, leggo e se mi piace e lo reputo degno lo compro. Ho fatto così con Esbat e m'è così piaciuto che, in barba alla mia sopraccitata decisione, ho comprato Sopdet senza averlo letto prima. Grazie al cielo non me ne sono pentita.
A scatola chiusa ora compro solo Gaiman e Pratchett. Nessun altro.
Nel caso specifico di Martin, il fatto che il traduttore si sia permesso di far quel che voleva con un'opera non sua e che nessuno, a quel che ne so, gli abbia mai detto niente, e che i romanzi siano stati spezzati per vendere di più... mi fa passare la voglia di dare un solo centesimo alla casa editrice, come detto prima. Potessi comprare direttamente dall'autore l'ebook a prezzo ragionevole, lo farei.
femmina sono!
il nick e l'avater avrebbero dovuto instradarti...
'ca bestia! Figura di merda. Per scusarmi, mi inchino virtualmente *inchino* sperando che basti a cancellare codesta ingiuria dalla tua mente.
[il tono del commento è volutamente cretino]
Tornando IT, sei seria?
sul fatto di cercare siti dove trovare e-books?
come no!
legale, eh..
ma forse è meglio che si continui in privato
Fatto. O almeno credo.
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