Scopro che Brad è Babbo Natale, la fata turchina e Easter Bunny messi insieme. Il suo portafoglio in pelle d’anguilla è pieno di centoni. Almeno qualche migliaio di dollari. Nonostante questo schizzato fosse così fatto da volermi rifilare una scarica elettrica solo perché ero sulla sua strada, mi sento un po’in colpa a frugargli nelle tasche. Ho commesso parecchie azioni discutibili nella mia vita, ma non ho mai derubato nessuno. Non che questo sia tecnicamente derubare. È stato Brad Pitt qui ad aggredirmi. In altri tempi, alleggerire un tizio di quanto trovato in suo possesso sarebbe andato sotto la voce ‘bottino di guerra’. E poi questa roba mi serve. Sono tornato qui senza niente. Non ho amici, che io sappia, e non ho un piano. Mi piglio i contanti, gli occhiali da sole Porsche, un pacchetto nuovo di gomme Black Black e la giacca, che mi è un po’ stretta di spalle ma per il resto non mi sta niente male. Gli lascio il mio giubbotto di pelle mezzo bruciato, le sue carte di credito, le chiavi della macchina e la bustina natalizia di crack. Aggiungerò questo spiacevole episodio alla lista dei peccati che mi toccherà espiare dopo. Sono sulla Terra da dieci minuti e già sto aumentando il conto.
Apro il pacchetto di gomme e mi avvio masticandone una. Non riesco a togliermi di bocca il sapore d’immondizia bruciata.
Mi sento sconnesso, come se camminassi con le gambe di qualcun altro. Inciampo su un paio di cordoli e quasi mi piglia un colpo quando pesto un giocattolo pigolante che qualche bambino ha lasciato per strada. Non sono proprio Chuck Norris. Meno male che il sangue riprende a circolare e sento le gambe di nuovo mie. A parte questo, non ho in mente niente di preciso e non sto andando in nessun posto in particolare. Vorrei andare a casa, ma se poi Azazel mi ha mandato su i suoi ragni domestici come faccio? Non sono ancora pronto ad affrontare quelle sanguisughe grosse come rottweiler. Mi sfilo la catena da sotto la maglietta e apro la Veritas.
È una moneta larga circa cinque centimetri, d’argento pesante. Sul bordo c’è inciso, in caratteri hellion: CASADOLCECASA. Bene. Vigile e supponente come sempre.
Su un lato della moneta è impressa l’immagine della stella del mattino – Lucifero – e sull’altro c’è un fiore rotondo con tanti petali tipo crisantemo. È un asfodelo, che in hellion significa ‘vespro’. I fiori cantano gli inni che gli angeli caduti erano soliti cantare in paradiso. Dopo aver cantato osanna a squarciagola tutto il giorno, stonati come campane, sbagliando tutte le parole, ogni sera si soffocano con le proprie radici e muoiono. Il giorno dopo risorgono e ricominciano da capo. La cosa va probabilmente avanti da un milione di anni e gli Hellion lo trovano ancora divertentissimo. Hanno un senso dell’umorismo diverso dal nostro. Inoltre, a parte Lucifero e i suoi generali, gran parte delle milizie infernali fanno sembrare i Beverly Hillbillies la Tavola Rotonda dell’Algonquin.
Lancio in aria la grossa moneta, tenendola su pollice e indice e pensando: Hollywood o casa? Atterra col lato ‘asfodelo’ in alto. È così allora. La Veritas non mente mai e dà consigli migliori di tanta gente che conosco. La riappendo alla catena e mi dirigo a nord, verso Hollywood.
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