Pubblicare un libro è il sogno nel cassetto di ogni scrittore. Pubblicare con un grande editore, invece, è il desiderio di ogni autore che spera di raggiungere un vasto pubblico. Nulla voglio togliere alla piccola e media editoria, che ha tanti punti a proprio favore: dovendo gestire un catalogo ridotto può spesso permettersi più attenzione nei confronti ogni singola opera pubblicata e più dialogo con i propri autori. Ma si scontra anche con una serie di limiti invalicabili, in particolare: l'impossibilità di retribuire in maniera soddisfacente i propri autori; di investire nella promozione marketing; e, cosa che forse non tutti sanno, la grande difficoltà di distribuire i propri libri nelle librerie.

Ecco perché molti scrittori desiderano un contratto con un grande editore. Ma, ovviamente, la strada verso la grande editoria non è per nulla agevole. È un cammino disseminato di lettere di rifiuto preconfezionate e di delusioni acquattate dietro ogni risultato.

Il nemico numero uno dell'aspirante scrittore è l'ignoranza. Nel senso che moltissimi, purtroppo, non sanno minimamente come funzioni il processo di selezione delle opere, all'interno di una grande casa editrice, o quali figure vi lavorino e cosa cerchino. Bisogna dire che la colpa di questa “incultura” va attribuita per lo più ai grandi editori stessi, che si comportano in modo sfuggente verso gli aspiranti scrittori e sono decisamente marziali quando rifiutano una loro proposta. Tuttavia, è difficile pensare che un editore, il quale riceve centinaia di proposte l'anno, si metta a scrivere lettere di rifiuto personalizzate, con tanto di suggerimenti sulle eventuali modifiche del romanzo. Sarebbe una pretesa assurda.

Il secondo nemico degli scrittori è la paura costante di non essere letti dai grandi editori. Paura fondata? Chi può dirlo. Un grande editore, di solito, ha un proprio comitato di lettura con l'incarico di vagliare le proposte ricevute. Se i manoscritti venissero immediatamente cestinati, basterebbe un trita-documenti. Invece c'è il comitato di lettura, e in qualche modo si guadagnerà sicuramente il pane, vista la crisi che c'è in giro.

Per arrivare al nocciolo della questione, lo scrittore esordiente potrà sempre guardare con occhio sospettoso la grande editoria e avere il timore costante di essere preso in giro. Avrà sempre pronta in tasca la scusa “non ho raccomandazioni, quindi non mi hanno neanche letto”. Sarà vero? Non sarà vero? Impossibile saperlo. A sentire le voci, almeno qualche pagina spesso viene letta. E di certo non tutti gli scrittori famosi sono dei raccomandati (ovvio, ci saranno anche quelli, come in tutti i lavori). Bisogna anche considerare che un grande editore è più interessato a chi ha già fatto un po' di gavetta nel settore, o a chi è già conosciuto (anche in altri campi) rispetto a chi si propone per la prima volta. Lungi da me definire equo questo sistema di selezione, ma così gira il mondo del lavoro e non solo nell'editoria.

Se le certezze assolute sono difficili da scoprire, la chiarezza si può quantomeno cercare. E i risultati possono essere sorprendenti. L'incontro con Fiammetta Giorgi, responsabile editoriale del catalogo libri per ragazzi Mondadori, è stata per me una piacevole scoperta. La scoperta di una persona che, nonostante il suo ruolo assai rilevante, si è mostrata molto disponibile e con modestia si è seduta su un muretto, vicino a me, per raccontarmi in cosa consista il suo lavoro a Mondadori.

Ma la vera scoperta, eccola qual è: che anche la grande editoria è fatta di volti e di nomi, cioè di persone con cui è possibile dialogare. Il muro dell'ignoranza, quindi, può essere infranto.

Sperando che questo incontro possa aver gettato un po' più di luce sul mistero che per molti scrittori è la grande editoria, vi lascio all'intervista con Fiammetta Giorgi.

Incontro con Fiammetta Giorgi

Incontro con Fiammetta Giorgi

Articolo di Emma Brander Mercoledì, 20 luglio 2011

Abbiamo incontrato la Responsabile Editoriale dei libri per ragazzi Mondadori.

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