Primo posto nella classifica dei bestsellers (narrativa rilegata) del New York Times.
Primo posto nella classifica dei bestsellers versione ebook, con A Game of Thrones al nono posto, A Clash of kings al quindicesimo, A Storm of Swords al ventesimo e A Feast for Crows al ventunesimo.
Ovviamente primo posto nella classifica combinata dei bestsellers (libri ed ebook, saggistica compresa) del New York Times, con A Game of Thrones al quinto posto, A Clash of Kings al decimo, A Storm of Swords al sedicesimo e A Feast for Crows al diciottesimo.
Primo posto nella classifica della narrativa (rilegati e paperback), con A Game of Thrones al terzo posto, A Clash of Kings al quinto, A Storm of Swords al quattordicesimo e A Feast for Crows al diciannovesimo.
E giusto per completezza segnalo anche che A Game of Thrones si trova al sesto posto nella classifica dei trade paperback, A Clash of Kings all’undicesimo, A Feast for Crows al ventiseiesimo, mentre nella classifica dei mass-market paperback – che vendono più dei trade e che corrispondono ai supereconomici – A Game of Thrones si trova al primo posto, A Clash of Kings al quarto, A Storm of Swords al settimo e A Feast for Crows al decimo.
Sono le posizioni in classifica relative alla prima settimana di vendite di A Dance with Dragons, quinto, attesissimo volume delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin. Posizioni, e dati di vendita, che fanno venire i brividi.
Che il romanzo fosse attesissimo lo sapevamo. A Feast for Crows, quarto romanzo della saga, era uscito nel 2005, A Storm of Swords, il volume precedente, addirittura nel 2000. Un’attesa lunghissima per i fan di una delle più importanti opere degli ultimi anni, capace di raggiungere il vertice della classifica del New York Times già con A Feast for Crows con un’opera rivelatasi però, a giudizio di molti, un po’ deludente. Mancavano tre dei protagonisti principali in Feast, Jon Snow, Tyrion Lannister e Daenerys Tararyen, e mantenere il livello di tensione dopo quel romanzo straordinario che è A Storm of Swords non era certo semplice. E così il quarto romanzo, per molti versi un’opera di transizione prima di giungere agli importantissimi eventi di Dance, non aveva convinto del tutto, e nel corso degli anni lo scrittore si era visto sommergere di continue critiche, a volte anche piuttosto pesanti, per i continui ritardi nella pubblicazione del nuovo volume. Molti lettori erano arrivati al punto da dichiarare apertamente che non avrebbero proseguito la lettura della saga, ma probabilmente messi di fronte al volume non hanno saputo resistere alla tentazione di compiere un nuovo viaggio nei Sette Regni.
Un po’ come era successo con Game of Thrones, la miniserie televisiva tratta dal primo dei romanzi di Martin. Il nono episodio si era chiuso con un evento drammatico, talmente forte da spingere molti spettatori a dichiarare che avrebbero interrotto la visione dello show. Solo che, dati alla mano, il decimo e ultimo episodio è stato il più visto dell’intera stagione, quindi probabilmente quegli spettatori – e molti altri che fino a quel momento avevano ignorato la serie – hanno cambiato idea.
A Dance with Dragons non si è limitato a raggiungere il primo posto in classifica. È infatti il romanzo che nel 2011 ha venduto più copie in un solo giorno, senza distinzioni di genere. Il 12 luglio il romanzo ha venduto 280.000 copie, ed è ormai giunto alla sesta ristampa.
Alcuni anni fa il critico e scrittore Lev Grossman ha definito Martin “il Tolkien americano”, definizione da lui nuovamente sottoscritta in concomitanza con la pubblicazione di quest’ultimo volume. Il nome di Tolkien spesso viene usato dagli editori o dalla stampa non specializzata per promuovere un autore fantasy perché è uno dei pochi nomi che tutti conoscono. Per Martin la definizione non è una trovata pubblicitaria, ma è qualcosa che rispecchia la realtà. Tutto ciò che riguarda lo scrittore sta uscendo dai confini del fantasy per assumere dimensioni enormi.
Attualmente George è impegnato in un tour promozionale. In ciascuna delle date non si sono presentante meno di 1.000 persone, disposte a stare in coda per ore pur di poter avere il suo autografo. Al prestigioso Astor Place Barnes & Noble di New York c’erano ben 1.800 persone, che hanno invaso tutto il terzo e il quarto piano del negozio. Per fare un confronto nel 2005, quando per la prima volta la casa editrice ha deciso di portare lo scrittore in una città difficile come New York, c’erano “solo” 700 persone, a fronte di un’attesa di un centinaio. Secondo Barnes & Noble questa è stata una delle migliori sessioni di firma copie mai tenuta presso il loro negozio.
I draghi danzano, e la danza del successo continua per George R.R. Martin.
11 commenti
Aggiungi un commentoBah... contento che Martin venda così tanto, sicuramente. Tuttavia continuo a pensare che Martin e Tolkien come stile e tipologia siano agli antipodi...
Ma d'altronde basta che sia fantasy...
E io continuo a dire che non prenderò più in mano la sua saga.
11 anni per scrivere 2 romanzi di una stessa storia? Ma dai... (Bravo, ma la mia vita di lettore è un'altra cosa.)
Sono d’accordo con Negróre.
Saga abbandonata tempo fa, c’è un limite su quanto tempo sono disposta ad aspettare che il libro successivo venga pubblicato.
OT
sulla questione sconti, ringrazio il fatto che leggo in inglese e compro i romanzi, interi e non a fascicoli mensili, presso nazioni dove gli sconti non sono decisi dallo stato e il catalogo è pure più ampio. Eeeh sì, piuttosto leggo in inglese anche i romanzi giapponesi se capita.
Io ho risolto. Non compro più saghe che non siano terminate. Infatti sto cominciando a comprare Eriksonn
Finito ora, sono perplessa. All'inizio sembrava promettere bene, con i personaggi che avevamo perso di vista in AFfC. Ma alla fine l'impressione è, ancora una volta, di un brodo allungato. Come se non bastasse, vengono aggiunti un sacco di nuovi personaggi, IMHO non sempre utili, e sui principali ci sono pochi capitoli (e anche dove sono molti, sembra non capitare nulla!).
Non dico che non mi sia piaciuto, meglio di AFfC, ma alla fine mi ha annoiata. E non tutti i tomoni da 950 pagine sortiscono questo effetto, almeno su di me.
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