A tutti i costi vogliono offrirci un ritratto più realistico di Re Artù e dei suoi Cavalieri della Tavola Rotonda. Ci piacerebbe sapere chi l’ha chiesto.
Cliwe Owen, l'Artù del film di Antoine Fuqua, ha dichiarato: “E’ di questo che il nostro mondo senza ideali e dilaniato, travolto da carneficine e terrorismo, ha bisogno”.
Per sfuggire alla cruda realtà degli eventi abbiamo bisogno di più realismo?
Ancora più bizzarra l’affermazione: “Ho creduto subito alla possibilità di approfondire l’uomo dietro la leggenda, la sua disillusione dopo quindici anni al servizio dei Romani. Dietro sequenze incredibili e battaglie che non si sono mai viste neppure nel Signore degli Anelli, il film racconta le origini di un mito.”
Pensavamo che solo nel reame della fantasia potessero esistere battaglie paragonabili a quelle viste nel Signore degli Anelli, ecco la smentita.
Adesso non sappiamo più cosa aspettarci da King Arthur, che tra breve uscirà sugli schermi americani e che da noi potremo vedere solo il primo ottobre.
In parte risponde Jerry Bruckheimer, reduce dal successo della Maledizione della prima luna: "Dimenticate i film con Richard Gere o Sean Connery e i musical con i cavalieri della tavola rotonda: il film riporta la vera storia dietro le ombre di un secolo oscuro, dark come il nostro".
Confessiamo d’essere sempre più confusi, e il disorientamento cresce quando veniamo a sapere che nel film Lancillotto (e questo lo sapevamo, non sappiamo però come) muore e non ama Ginevra, che viene trasformata in una principessa guerriera dopo che Artrù l’ha liberata in un villaggio dove ci sono fosse comuni che ricordano i lager.
David Franzoni, autore della sceneggiatura e premio Oscar per Il gladiatore, si è avvalso della consulenza di Linda Malcor e John Mathews, considerati due fra i massimi storici americani, per giungere a queste conclusioni.
Qualche risposta potrebbe venire anche dal nuovo kolossal di Dino De Laurentis, L’ultima legione, che scava nella verità della spada di Camelot appartenuta, si dice, a Giulio Cesare e consegnata al padre del comandante Artù. La sceneggiatura è basata sull’omonimo romanzo scritto dal nostro Valerio Massimo Manfredi, il film sarà diretto da Carlo Carlei.
Adesso sì che è tutto chiaro.
47 commenti
Aggiungi un commentoNe parlano ne "I Guerrieri del Romo Rosso" di Chu Culainn (forse è scritto diversamente) di Morgan Lewlynn (anche il cognome forse non si scrive così...). Era un uomo, però era il protetto di Morrigan, la dea della morte. E' spudoratamente OT, ma questo libro è da leggere...
Per molte cose Zio Gil hai ragione, un discorso molto interessante ma, avendo avuto brutte esperienze in fatto di film ultimamente non mi sbilancio mai a parlare di un film che non ho visto.
Sinceramente a me il trailer mi ha lasciato molti dubbi su questo film, ho piu paura che abbiano fatto un'accozzaglia delle varie teorie sulla vera esistenza di Artù (pigu contenta? ) invece che seguirne una con la leggenda, un errore per rovinare un film.
Sulle armature di excalibur penso che sia stato fatto apposta per far risaltare i cavalieri di Artu con gli altri
Ahia, io stesso ho una fissa irlandese, ma qui mi sa che i Gael sono voluti andare all'arraffo Artù è ripreso da Chu Chulainn come è ripreso da qualsiasi storiella dove ci sia un eroe L'Artù dei bardi gallesi - le cui redazioni sono comunque più tarde rispetto a quelle che abbiamo di CC - è una sorta di re divino, mentre Chu Chulainn è un tizio spaccatutto con lo spessore intellettuale di Kenshiro. E oltretutto faceva cose piuttosto stupide, infatti quando lessi per la prima volta le sue vicende mi stava piuttosto antipatico. Andando avanti nella lettura l'ho apprezzato di più ma ciò non toglie che forse i legami con Artù sono da rivedere. Non ricordo se avesse una spada particolare, forse aveva una lancia. Di certo aveva la Gae Bolg, una ganzissima palla chiodata esplosiva i celti irlandesi leggevano i manga...
Per Artù: condivido la perplessità generale verso i film, in effetti le sòle sono sempre (più) in agguato e visto che il cinema è un prodotto fruito per lo più a scatola chiusa (pago il biglietto prima di vedere il film) questi possono permettersi di confezionare opere mediocri puntando tutto sul primo week-end di programmazione, laddove il passaparola fra gli spettatori è ancora minimo. Dicevo comunque che difendevo l'idea in generale di un film "storico" su Artù, che mi pareva venisse contestata; non il film in sé, che nemmeno in America è uscito
ciau!
zG
ps: non ho letto *quel* romanzo della LLywelyn, ma da un altro su Fionn ho evinto che la nostra ama falciare via il soprannaturale senza ritegno, percui se anche lei da CC come umano al 100% non c'è da fidarsi CC in originale è figlio di Lugh.
Zio Gil, dovremmo intenderci meglio riguardo al significato di 'realistico'. Da quello che mi pare d'aver capito, il nuovo King Arthur si vuole spogliare da tutte le vesti mitologiche e indossare il saio della rigorosità storica. Operazione che potrebbe piacere o non piacere (a me non piace), riuscire o non riuscire.
E' fuori dubbio però che questo uccide la magia (della spada nella roccia e di magia dubito che sentiremo parlare nel film).
Cosa intendi quando dici che il film di LOTR è estremamente realistico? Parli dei progressi della Computer Grafica? (non credo tu faccia riferimento al Balrog che Jackson tiene chiuso in cantina ).
Rigorosità storica sarà dura, da Bruckheimer poi comunque sì, niente magia propriamente detta. Se riuscisse, personalmente mi piacerebbe. Se riuscisse. Sarà bello vedere se gli aspetti leggendari sono stati completamente cassati o se si sono divertiti a storicizzarli: per usare una metafora idiota, chissà se dove c'era un unicorno hanno piazzato un rinoceronte oppure non hanno banalmente piazzato alcunché
Devi tener conto che a me piacciono molto anche i normali film di spade e mazzate - ad esempo il Gladiatore - percui un bel "normale film di spade e mazzate" sul re Artù del V secolo mi trova particolarmente ben disposto. Anche perché, come scrivevo, amo molto quei posti e quell'epoca. E amo molto anche la magia, ci mancherebbe; sia quella romanzata che quella effettiva.
Riguardo al concetto di "realistico": il realismo che riscontro nel SdA è diverso da quello che, forse (magari sarà un filmaccio implausibile!) ci sarà in questo Re Artù.
Definisco realistica qualsiasi rappresentazione che, partendo dai presupposti che essa stessa si è data, rimane coerente con tali presupposti e, per il resto, coi presupposti del mondo che conosciamo. Il fatto che sia contro i mostroni non trasforma la guerra del SdA in una guerra fiabesca: il nemico fa paura, la gente muore, i protagonisti non vedono l'ora di uscirne. Sam e Frodo rischierebbero la sanità mentale pure senza l'Anello di mezzo. Senza contare il realismo con cui le varie civiltà rappresentate sono state rese, ecc.
Se poi mi chiedi cosa c'entri tutto questo col nuovo film su re Artù... ops: uhm, mah, chi lo sa. Diciamo che il prossimo passo sarebbe un Artù storico con qualche magia, però una magia da V secolo, non una da GdR
C'entra relativamente, ma una cosa che mi piacque molto del Merlino in TV fu la magia e certe trovate estetiche ad essa relative. Peccato, già dissi, per il deleterio concetto espresso nel finale
ciaps
zG
ps: il Gladiatore, ad ogni modo, lo considero un fantasy; non fosse altro per quella Roma onirica e la generale atmosfera da cupo Eroe vendicatore contro Imperatore malvagio...
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