Che sia uno sconvolgimento delle nostre abitudini quotidiane, delle nostre reti relazionali, delle nostre certezze, del nostro ruolo in un sistema di valori condivisi. O che sia, in un aspetto assai più profondo, l'apparentemente improvvisa rivelazione a noi stessi del nostro io più sepolto. L'effetto è lo stesso: alla maggior parte di noi, il cambiamento fa paura.
E' questo, a parere di chi scrive, il tema portante del libro di Maurizio Cometto. Classe 1971, nativo di Cuneo e residente nella provincia torinese, l'autore ha una formazione accademica di tipo scientifico e una passione per la scrittura creativa che lo ha portato a realizzare diverse pubblicazioni, dal 2004 a oggi, principalmente per l'Editore Il Foglio di Piombino (la raccolta di racconti L'Incrinarsi di una Persistenza e il romanzo Il Costruttore di Biciclette) dai cui tipi, nella scorsa primavera, è uscito anche questo romanzo.
Ma Cambio di Stagione non è, in apparenza, un romanzo. La realtà quotidiana di Fabrizio Corsi, protagonista di ogni capitolo del libro, si svolge in singoli episodi, ognuno perfettamente autoconclusivo e che non sembra avere conseguenze in quelli successivi. E' indubbio che il lettore ne possa rimanere, almeno inizialmente, stupito. Forse anche infastidito. Ma non si tratta di una provocazione dell'autore né di una manovra editoriale.
La realtà quotidiana di un giovane uomo, Fabrizio Corsi, è fatta di orari di lavoro in ufficio, di ore trascorse nell'appartamento in cui vive con i suoi due gatti, di amici con cui condividere idee, pensieri, drammi personali, interessi e momenti di svago. Tutto ciò avviene tra l'alternarsi di stagioni che non sono soltanto rivoluzioni terrestri ma soprattutto esistenziali, in una Torino che sullo sfondo degli eventi vive nel tratteggio leggero dell'autore.
Ma è una vita, quella di Fabrizio, che si apre a squarci verso altre realtà. E il varco tra di esse è ciò che spesso diamo per scontato nel nostro vivere quotidiano. Sia in una stazione abbandonata della metropolitana (L'Invisibile Battaglia), sia tramite un telefono che squilla senza un apparente motivo (L'Altra Casa), sia attraverso un nuovo elettrodomestico (Centrifuga Lunga) il nostro io immateriale, il nostro spirito, quello che gli antichi Egizi chiamavano ba, può essere risvegliato da forze nascoste ai nostri sensi materiali.
E sono forze, queste, che possono sconvolgere l'ordinario assetto della società in cui viviamo (Lo Smeraldo A Porta Nuova), renderci profondamente consapevoli dei sentimenti che ci legano a una persona che della nostra vita fa parte (L'Invisibile Battaglia), aprire finestre attraverso altri mondi in cui le nostre scelte sono differenti e in cui quei legami hanno avuto un esito diverso (Sogni, Cambio di Stagione).
Ma il risveglio della nostra coscienza non è sempre positivo e potremmo renderci conto che qualcosa dentro di noi sta cambiando, rendendoci cinici e indifferenti all'altro (Necrosi) mentre solo apparentemente l'azione umana arriva a definire, in modo consapevole, il corso della Storia (I Restauratori).
Tutto questo narrare, tra le pieghe di realtà diverse, Cometto lo rende in uno stile piano ed elegante, mai ripetitivo e assolutamente fruibile e tuttavia denso di una sensibilità che emerge dall'impeccabilità formale, dall'essenzialità dei dialoghi e dalle descrizioni asciutte, dalla capacità di scandire i tempi del climax di un momento di tensione, dall'abilità nel rendere, sul foglio bianco, l'insondabilità e l'imprevedibilità dei muti co-protagonisti del suo romanzo, Parker e Betty, i gatti di Fabrizio.
Infine, tutto assume un senso (L'Angelo della Morte) e, in un viaggio tra la vita e la morte, i tasselli scivolano al loro posto e appare la chiave narrativa, e soprattutto interpretativa, della vita di Fabrizio Corsi. Nove capitoli, nove storie. Nove come il rinnovamento. Nove come la rinascita. E la rinascita è il terzo passaggio, dopo la vita e la morte.
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