I cento volti di James Herbert Brennan
di Maria Cristina Calabrese e Pia Ferrara
Da noi è noto soprattutto per il ciclo fantastico La guerra degli Elfi (The Faerie Wars Chronicles), eppure la produzione di Herbie Brennan è mostruosamente – si, è il termine più esatto – ampia, e spazia in senso trasversale sui temi più impensabili.
Dal suo sito personale apprendiamo che Brennan, classe 1940 e scrittore di professione, ama occuparsi di esoterismo, psicologia e parapsicologia, gatti e Mac. È sposato con la scrittrice esperta di cristalli ed erbe Jacquie Burgess e tra i siti amici figura quello del connazionale Eoin Colfer, autore della saga di Artemis Fowl, con cui condivide l’editore italiano.
Sebbene la notorietà, almeno in Italia, l’abbia raggiunta grazie alla Mondadori, Herbie Brennan non ha mai avuto un editore unico: ciò è dovuto sia alla varietà di tematiche quanto alla mole di pubblicazioni, non tutte giunte in ogni Paese in cui è stato pubblicato, ma che oggi, con un potente mezzo quale Google, è possibile trovare e confrontare: con un passato da giornalista – carriera intrapresa a 18 anni che lo ha portato, solo 24enne, a diventare il più giovane caporedattore d’Irlanda – Herbie Brennan ha all’attivo circa 111 pubblicazioni e opere hanno venduto 8 milioni di copie nel mondo, ed è stato tradotto in più di cinquanta paesi tra Europa, Turchia, Israele, Giappone, Stati Uniti e parte dell’America Latina.
Statene certi, per ogni interesse avrà pubblicato un libro: sui siti web dei Paesi in cui le sue opere sono state tradotte, circa cinquanta, vengono citati spesso i suoi testi su pratiche spirituali ed esoterismo che affrontano temi come la morte e la reincarnazione, i viaggi nel tempo, le profezie di Nostradamus, il mito di Atlantide, l’antico Egitto, gli alieni.
Anche con addosso la maschera di autore di narrativa e saggistica per bambini, o giovani adulti, o adulti, i suoi libri riflettono i suoi infiniti interessi: psicologia, misticismo, occultismo, religioni comparate spaziando fino alla fisica quantistica.
Eppure, credere che tanta eterogenea varietà rifletta una sostanziale mancanza di coerenza sarebbe errato, perché Brennan è uno di quegli autori che ha qualcosa da comunicare e riesce a farlo a prescindere dal tono narrativo prescelto: leggere i suoi romanzi significa uscire dagli schemi, ottenere ciò che ci si aspetta ma non nel modo in cui lo si aspettava. Che scriva con il nome di Herbie, si firmi con le iniziali J.H., si trasformi in Cornelius Rumstuckle o addirittura in Maria Palmer, Brennan riesce a far sorridere il lettore nei momenti più impensabili, con un’ironia lieve, talvolta pungente ma che, di qualunque argomento stia raccontando, dalle fate aliene dell’antico Egitto, della passione di Nostradamus per i gatti o dello spionaggio internazionale, non sfocia mai nel sarcasmo o nel divertissement allo stato puro.
In Italia non è stata pubblicata che una piccola percentuale delle sue opere, e non è semplice reperirle, perché spesso indicate come “fuori catalogo” nei più frequentati siti di vendita online. Si tratta, nella maggior parte di casi, di romanzi o saggi pubblicati parecchi anni fa nell’ambito della letteratura per ragazzi, o di opere dirette a un target piuttosto settoriale: chi giocava di ruolo negli anni Ottanta e Novanta, infatti, potrebbe ricordare un certo J.H.Brennan di cui la Elle Edizioni, divisione del gruppo editoriale Einaudi, pubblicò alcuni libri games: Alla corte di Re Artù (in otto volumi), Fire*Wolf (in quattro volumi) e Horror Classics (in due volumi).
Una situazione, doveroso segnalare, diversissima rispetto alla notorietà di Brennan all’estero, soprattutto nei paesi anglofoni e in Giappone, paese in cui, secondo alcune indiscrezioni rivelate sui social network dallo stesso Brennan, dovrebbe presto venir pubblicata una versione elettronica di Alla corte di Re Artù.
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