Per l’incontenibile gioia dei tuoi fan, non è la prima volta che sei ospite al Lucca Comics And Games. Che cosa ne pensi dell’evento?
È meraviglioso. Nonostante io soffra un pochino l’affollamento, l’idea di una città che vive per intero questa passione è fantastica. A me piacerebbe da morire che il mio quartiere, una volta l’anno, fosse pieno di cosplayer. Si tratta di un evento unico al mondo. Adoro sempre venirci (la prima volta è stata nel 2005) e, prima o poi, mi piacerebbe girare Lucca in lungo e in largo, cosa che non mi è ancora stata possibile perché ho sempre mille cose da fare. Mando sempre in avanscoperta mio marito a comprare negli stand e lo invidio tantissimo!
Con quale di queste affermazioni ti ritrovi più in sintonia quando scrivi?
- Un buon libro deve trasmettere sentimenti per essere definito tale.
- Un libro deve contenere una morale.
- Un libro dev’essere scritto con il solo obiettivo di intrattenere e far divertire il lettore.
Assolutamente la prima. Tutti i libri che mi sono rimasti impressi hanno avuto questa caratteristica, anche se per la narrativa di genere divertire il lettore rimane uno degli aspetti primari. Dal mio punto di vista, penso che comunque un romanzo di genere non debba solo intrattenere, perché tutti i libri sono portatori di verità. Non devono necessariamente essere divertenti in quanto ogni libro ha un contenuto diverso, che può riguardare anche tematiche serie. La differenza sta nella profondità con la quale lo scrittore riesce a guardare dentro la vicenda e dentro i personaggi, la sua capacità di emozionare il lettore e di dare qualcosa di profondo a livello caratteriale.
Emanuele Manco: una curiosità personale da matematico a fisica. Molto dell’ambiente universitario “nerd”, in qualche modo, è legato al mondo della fantasy e del fantastico. Ti sei chiesta il perché di questa diffusione in un ambiente che sembra così apparentemente lontano?
Guarda, ho notato in generale che chi ha una formazione scientifica tende quasi a essere più aperto di chi ha una formazione letteraria. Nel senso che è raro trovare una persona con una formazione letteraria che sappia di scienza, perché tende a essere molto concentrata sul proprio ambito. È come se la mentalità scientifica portasse a una concezione un po’ più unitaria del sapere.
Al di fuori della Licia “scrittrice” quali sono i tuoi progetti futuri come persona e astrofisica?
Mi piacerebbe molto unire più strettamente astrofisica e scrittura, e quindi provarmi con la divulgazione scientifica. Il mestiere del divulgatore, comunque, è se possibile ancora più difficile da praticare in Italia di quello del ricercatore. Vedremo. A brevissimo termine, intanto, mi aspetta la difesa della mia tesi di dottorato presso la commissione interna della mia università, il 10 novembre.
Ultima domanda: si dice che dietro ogni grande uomo si nasconda una grande donna. Visto che nel tuo caso i ruoli sono invertiti, che ci racconti di Giuliano?
Che con il tempo è diventato assolutamente fondamentale anche nella stesura dei miei libri, oltre che in tutto quel che concerne la mia vita in generale. Quando ho un problema di trama o non riesco a focalizzare qualcosa di quel che sto scrivendo, faccio un po’ di brain storming con lui, e quasi sempre alla fine troviamo una soluzione. A volte mi ha dato anche ottimi suggerimenti sullo sviluppo di qualche personaggio o direttamente su episodi da inserire nell’intreccio.
Grazie per averci concesso questa intervista, Licia! Ricordiamo ai nostri lettori il tuo sito ufficiale www.liciatroisi.it e ringraziamo l’ufficio stampa di Mondadori per la disponibilità e la fiducia.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID