Uno (dei tanti) appuntamenti fissi e più importanti del Lucca Comics & Games 2011 sono i seminari didattici organizzati dal reparto Games, nell’ambito di EduFactory in collaborazione con Atlantyca Entertainment. Anche quest’anno sono stati diversi i relatori che hanno tenuto lezioni pubbliche parlando di scrittura e immagini. Per quanto concerne il mondo del fumetto, in particolare della scrittura della Nona Arte, è intervenuto Diego Cajelli, sceneggiatore per Bonelli di Zagor e Napoleone, e nel 2008, proprio in occasione del Lucca Comics & Games, vincitore del premio Gran Guinigi come Miglior Sceneggiatore.
In un’aula dell’istituto Villa Gioiosa, di fronte al padiglione Games, Cajelli ha parlato a grandi linee del fumetto, soffermandosi sulle fasi di elaborazione e creazione della storia e dei personaggi. Argomento vastissimo, che Cajelli ha condensato efficacemente in poco più di due ore di lezione. Da dove iniziare? Da una domanda semplicissima, in apparenza, che nasconde il vero e proprio significato del fumetto. Nell’imbarazzo e nel silenzio più totale da parte dei presenti, ancora in fase di adattamento in aula, Diego ha risposto per tutti, ricordando una risposta data da una bambina in occasione di uno dei suoi Workshop. Il fumetto è… Immagini dentro dei riquadri. Che si leggono (in sequenza. Da qui a citare Eisner e la “giustapposizione” delle vignette il passo è stato breve, e Cajelli lo ha ricordato citando le esatte parole del suo illustre collega).
Partendo dalla prima, più importante domanda, gli argomenti e le discussioni si sono subito susseguiti. Ma gran parte dell’incontro è ruotato attorno agli elementi fondamentali della scrittura applicata al fumetto, che Cajelli – nel suo Scrivere fumetti, un simpatico manuale di sceneggiatura pubblicato con Punto Zero – simpaticamente ha definito il “pane e il salame”, immaginando la storia come un qualcosa a strati, un panino, da mangiare e gustare (o schifare, se la storia non è di nostro gradimento!) Lo schema e il metodo di Diego è servito a parlare dei personaggi, degli antagonisti, delle spalle e delle donne che gravitano nell’universo di una storia. Successivamente, il collegamento alla struttura della sceneggiatura, il tutto chiarito da pochi, illuminanti passaggi, con esempi applicati a produzioni cinematografiche e graphic novel: un altro schema (più precisamente una lista), dei modi per iniziare e finire una storia.
La classe, perlopiù composta da scrittori e apprendisti tali, ha seguito con attenzione le spiegazioni, ponendo anche qualche (timida) domanda al relatore, capace di attirare interesse e riassumere concetti complessi, di argomenti affrontanti – per forza di cosa – solo per sommi capi. Scrivere per il fumetto a Villa Gioiosa è stato sicuramente un ottimo punto di inizio per chi vuole avvicinarsi alla scrittura per fumetti, e un’occasione particolare per curiosare nel dietro le quinte della potente e sempre più in espansione macchina dei comics.
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