La regina dei vampiri, Anne Rice, portò il genere all’attenzione con il suo Intervista col Vampiro: sono passati tantissimi anni (ben trentacinque, era il 1976) e ora la regina è stata sorpassata, se non altro come vendite e guardagno, da Stephenie Meyer con i vampiri luccicanti di Twilight. La Rice non è mai stata contenta di questo. Già aveva sferrato una critica pungente in passato, dicendo che la storia di Twilight è insensata e scritta per i dodicenni (un giudizio fondamentalmente avallato da Stephen King con la dichiarazione sulla Meyer che “non sa scrivere”). Ultimamente le reazioni di Anne Rice si manifestano tramite facebook.
Dapprima abbiamo avuto un commento sullo sberluccicare dei vampiri: ovvero, se il luccichio debba essere caratteristica di questi esseri tenebrosi: “I miei vampiri si rifiutano di discutere di questo,” ha commentato la Rice, che poi ha alzato il tiro: “Lestat e Louis compiangono i vampiri che scintillano al sole. Ma non farebbero mai del male a dei vampiri che scelgono di trascorrere l’eternità continuando a ripetere il liceo in piccole cittadine, così come non farebbero del male a persone menomate nel corpo o nella mente. I miei vampiri sanno comportarsi con solennità. Possono permettersi di essere magnanimi.”
La frecciata è particolarmente feroce, ed è piaciuta ai fan, ma non sono mancati commenti aspri, sul fatto che la Rice dovrebbe vergognarsi del film tratto dal suo libro, o sull’invidia che guiderebbe certe reazioni, ormai segnale di una popolarità calante. Più tardi l’autrice ha corretto il tiro affermando che si trattava di humour da parte sua e spendendo parole di apprezzamento per la Meyer.
A parte discutere sull’invidia, eterna accusa che colpisce chi ha guadagnato qualche dollaro in meno, potrebbe essere ben motivato il malanimo, celato sotto il sarcasmo, dell’ormai anziana scrittrice.
La Rice aveva saputo scavare nei temi che rendono affascinante il personaggio del vampiro: l’immortalità, i dilemmi sul bene e il male, il dolore e la dannazione. Ora questi argomenti sono stati banalizzati e sfruttati a morte, gettati a una macchina dello spettacolo che li ha divorati. Non ha le sue ragioni, la Rice, a risentirsi di tutto questo e a lanciare delle frecciatine verso la Meyer? Oppure in un certo senso, forse con più classe e mirando a un diverso pubblico, lei stessa aveva sfruttato i vampiri nello stesso modo?
18 commenti
Aggiungi un commentoCosì è più chiaro, facevo rientrare il trovarli ridicoli nella più generale critica
Infatti di volta in volta il vampiro è il classico maledetto da dio, il discendente di una stirpe nata non mi ricordo più come (come quelli della Rice), piuttosto che frutto di una mutazione genetica o invasione aliena.
Non mi sembra che la Rice affermi che i suoi vampiri sono quelli certificati mentre quelli della Meyer no.
La sua ironica frecciatina è, a mio avviso più sulla credibilità di questi personaggi: non ha torto nel fare dire a Lestat e Louis che "dei vampiri che scelgono di trascorrere l’eternità continuando a ripetere il liceo in piccole cittadine" sono "persone menomate nel corpo o nella mente".
Se fossi un vampiro immortale l'ultima cosa che vorrei fare è ripetere gli anni delle scuole superiori
PS:
ed è una sciocchezza e sono d'accordo, come lo era la vecchia polemica che FM stava diventando troppo potterica. Se non si è interessati ad un articolo lo si salta e basta, semmai domani ce ne sarà uno più interessante.
Però converrai anche tu che altrettanto se appena esprimi un parere negativo su, HP o Edward Cullen, ti becchi anche più di uno che " NoN tockare HP/EDwaRd xKè È trOppO FIGO E LO lOvVo, BRUTTa sTr***a INvIdOSa" che è quasi un istigazione ad andare giù pesante e poi degenerare.
A suo tempo posso vantare anch'io un mezzo pippotto (non da te :wink perchè avevo soprannominato HP "Enrico il Pentolino"
e questa è un'affermazione che puoi fare tu che non hai letto il libro e quindi non sai perché fanno così e mi sta bene (per la cronaca, una famiglia con dei ragazzi apparentemente in età scolare che non li mandasse a scuola darebbe più nell'occhio di una che li manda a scuola anche se sotto sotto si tratta di centenari) ma non la Rice che, per via della posizione che riveste, se muove una critica a una collega si ESIGE che abbia letto almeno ciò che critica
certo, i ragazzini "nonmitoccatelidiolochesennòmiarrabbio" ci sono sempre, per carità, io stessa nel suddetto articolo mi son beccata commenti di quel tipo, incluso quello di un tizio che - a giudicare da quel che scriveva - doveva avere si e no 20 anni e dall'alto della sua vegliarda esperienza mi ha scritto "devi sapere, Marina, che la vita non è tutta rose e fiori" Per non parlare di quando ho osato criticare la Rowling quando si è messa a scarbocchiare statue di proprietà di un hotel edimburghese! Il fatto è che puoi essere chi vuoi, ma se fai una roba da burino egotico resta una roba da burino egotico, inutile girarci intorno. Nel suo caso aggravato dal fatto di esser un modello per milioni di ragazzi.
OT
La Rowling una writer, ma questa è fantastica!
Però Marina anche tu che la critichi, lo sai che è una cosa giovane e moderna quella di taggare le statue degli alberghi
fine OT
Nel caso ce ne si dimenticasse
Occorre sempre saper come muoversi. A meno che certi modi di fare non siano un pretesto per avere una visivilità che è andata in secondo piano e si cerchi di attirare pubblicità sulle proprie opere facendo parlare di sé.
Non so se si può dire in questo caso della Rice, ma se così fosse è sbagliato, dato che sono le opere che devono far parlare di quanto trattano e non un attirare l'attenzione perché l'autore l'ha attirata su si sé.
http://www.fantasymagazine.it/notizie/7079/jk-rowling-la-graffitara/
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