Pari e patta. Ci sono gatti da evitare (quelli neri) e gatti da cercare (la razza korat). Oppure ci sono solo gatti da amare, per i non superstiziosi. Di sicuro, ora che siamo in pieno periodo vacanziero, non ci sono (né ci sono mai stati, né dovranno mai più esserci) gatti da abbandonare!
All'origine della superstizione legata ai gatti neri, ci sono almeno due spiegazioni plausibili. La prima, che risale ai tempi del medioevo, voleva questi felini associati alle streghe; la seconda, decisamente più pratica, risale al settecento, ai tempi cioè in cui ci si spostava in carrozza. Pare che i cocchieri che viaggiavano di notte non riuscissero a vederli in tempo per evitare che i cavalli, ritrovandoseli tra le zampe, si imbizzarrisero.
A riequilibrare le sorti della specie, un'antichissima tradizione thailandese vuole i gatti della razza korat portatori di buona sorte. Le prime informazioni utili risalgono al manoscritto Smud Khoi, del 1350. La tradizione Thai racconta che regalare un gatto korat a una giovane coppia di sposi li protegga dalle sventure e porti loro benefici in termini di felicità e ricchezza.
Conviene seguire il consiglio, se non altro perché stiamo parlando di una delle razze più belle. Proprio il manoscritto thailandese recita: "il suo pelo è soffice, le radici hanno il colore delle nuvole e le punte d'argento. I suoi occhi brillano come gocce di rugiada su una foglia di lot".
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