Nel luglio del 1917 una ragazzina di nome Frances Griffiths (1907-1986) dal Sudafrica si trasferì con la madre a Cottingley, località dello Yorkshire, andando a vivere nella casa di una zia materna che aveva una figlia di sedici anni, Elsie Wright (1901-1988).
Un giorno Frances ed Elsie tornarono a casa con i vestiti bagnati fradici e le rispettive mamme andarono su tutte le furie.
"Cos'avete combinato?".
La risposta di una delle due dovette essere stata qualcosa del tipo: "Giocavamo vicino al ruscello e a un certo punto abbiamo visto, uuuuhm, delle fate".
"Sì, come no. Filate a cambiarvi e poi a letto".
Le due ragazzine allora chiesero in prestito la macchina fotografica del padre di Elsie, giurando che sarebbero tornate con le prove.
Fu esattamente quello che successe e la prima fotografia ritraeva la piccola Frances circondata da quattro fatine danzanti. Il gioco dovette sembrare divertente e le due bambine continuarono a scattare fotografie che le mostravano con creaturine fatate.
Solo un gioco, allora? Sulle prime fu trattato proprio così, dalle madri delle due piccole pesti. Ma nel 1919 la signora Wright provò a inviare le fotografie a Edward L. Gardner, un’autentica autorità fra i teosofi.
Gardner ne parlò a sua volta all’amico sir Arthur Conan Doyle, attivo spiritista. Lo scrittore padre di Sherlock Holmes rimase scioccato. Pregò Gardner di recarsi subito nello Yorkshire per indagare e dalla risposta del teosofo, al ritorno, sembrava proprio che quelle due ragazzine dicessero la verità. I negativi delle foto, inoltre, non risultarono in alcun modo manomessi.
Bum. Conan Doyle diffuse le foto negli ambienti teosofici ed esoterici di tutto il mondo, su riviste, nel libro The Coming of the Fairies (La venuta delle fate), pubblicato a Londra nel 1922 e in una seconda edizione ampiamente rivista nel 1928 (in Italia uscì per le edizioni SugarCo).
Le due ragazzine furono evidentemente intimorite da come andò il loro scherzo, tanto che solo nei primi anni Ottanta, Elsie, ormai un'anziana signora, confessò al mondo come avessero realizzato quelle fate: utilizzando solo cartone e spilli.
Venne rintracciata anche Frances, ormai anche lei piuttosto anziana, che ammise a sua volta lo scherzo. Sì, quelle foto le avevano create loro e si erano spaventate del clamore che avevano suscitato. Le due ragazzette, insomma, l'avevano combinata così grossa, e in mezzo c'erano personaggi così importanti, che non se l'erano proprio sentita di confessare prima. Ma arrivò il colpo di scena: "Solo le prime quattro foto" precisò Frances "ritraggono fatine di cartone".
E la quinta?
Prima di morire, nel 1986, la vecchina disse che nessuno avrebbe creduto e indagato sull'esistenza di certe creature, se non ci fossero state prove false e una storia vera. E concluse dicendo: "... la quinta no, non è falsa. Perché le fate esistono davvero".
5 commenti
Aggiungi un commentosaranno vere queste foto? io spero proprio di si ma nessuno lo scoprira mai!!!
Si vede a colpo d'occhio il contrasto di illuminazione e focalizzazione fra l'aggiunta e la foto-base. E la separazione netta dei contorni.
A me par di ricordare che siano state smascherate alla fine come un falso
Sono false da far paura... forse agli inizi del '900 ci credevano perchè la miopia non era curata seriamente.
Anche perchè sono state le autrici stesse a rivelarle come falsi. Ok, mi pare che lo abbiano ammesso solo a 70 anni suonati, ma più di così che volete?
Le vere fate non impressionano la pellicola. O quelli erano i vampiri...oppure i funghi di yuggoth...non me lo ricordo più...mumble mumble...
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID