Non è nello statuto di FantasyMagazine trattare di cronaca, attualità e di politica. Questo magazine è nato per informare e per proporre approfondimenti su tutto (o quasi) ciò che è fantastico. Eppure, la recente strage purtroppo accaduta lo scorso 13 dicembre a Firenze ci chiama in gioco.
Da un punto di vista umano, perchè come esseri umani condanniamo quello che è successo e ci sentiamo vicini ai parenti delle due vittime Samb Modou e Diop Mor, nonché ai i tre feriti gravi Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike, che speriamo si riprendano al più presto.
Ma siamo coinvolti anche sul fronte professionale, quello delle passioni che ci spingono ad amare ciò di cui scriviamo, a condividerlo con voi e con chi voglia seguirci.
Ciò che ha spinto Gianluca Casseri a premere quel grilletto non è stata passione, ma è stato qualcosa che, nella sua mente, si era spezzato. Forse da molto tempo.
Nel dolore che noi tutti proviamo per quello che è successo, non accettiamo che si voglia, come spesso accade in modo superficiale e per far facile presa sul pubblico, associare la letteratura che amiamo a ciò che può spingere una mente a uccidere. Riteniamo inoltre che esista una profonda differenza tra ideologia e scrittura. La seconda può essere frutto della prima, ma il contrario mai.
Siamo anche convinti che un malessere che vive nel profondo di un individuo non può essere messo in relazione causale con scelte culturali o politiche.
Può portare, però, a distorcere quelle tensioni e disagi, di qualsiasi tipologia esse siano, contribuendo alla costruzione intorno a sé di un mondo che viva di quelle storture fino, purtroppo, a un esito tragico per altre persone.
39 commenti
Aggiungi un commentoHo seguito la discussione (come ne ho già viste altre) e mi sembra un cane che corre dietro la propria coda. Se Andrea vorrà spiegare, senza esserne obbligato, è libero di farlo, anche tramite mp.
Quanto vedo sono post che ripetono lo stesso contenuto: ciò che ho fatto è stato dare un suggerimento, non fare un'imposizione.
Dovrebbe? Grazie per il condizionale: non ne ho alcuna intenzione. Se hai ben letto quanto ho scritto, allora sono certo che capisci che la spiegazione che mi chiedi è proprio ciò che non voglio affrontare e il motivo per cui vorrei lasciare una volta per tutte questa discussione (e se continui a tirarmi per la giacchetta, per una questione di educazione e cortesia, perché non voglio mancarti di rispetto, mi costringi a tornare a risponderti. Ti prego, possiamo chiuderla qui?).
Non voglio offenderti, Marina, né trattarti come un "nemico". Semplicemente ti sto dicendo che non ne ho voglia: ho già fatto questo discorso troppe volte con persone che la pensano come te e, ribadisco e sottolineo, so che è fiato sprecato, perché entrambi (cioè non sto parlando solo di te, spero apprezzi l'onestà) non cambieremmo posizione.
Va così, il mondo, di questi tempi: c'è chi le ha girate per un verso e chi per l'altro. E il modo d'incontrarsi a metà strada personalmente non l'ho mai trovato. Preferisco non rovinarmi e non rovinarti la giornata, perché il tema è uno di quelli che mi sta a cuore (da sempre, ma ultimamente di più, dato che mia moglie è negra ed extracomunitaria).
Buone Feste. A tutti!
Chiudiamola pure, a me non cambia nulla, anche se non capisco perché lanciarsi in una discussione se già a priori ritieni che non sia fruttifera.
Aggiungo solo che la tua precisazione in chiusa non mi sembra pertinente, io ho fatto un discorso di sistemi culturali (facendo anche autocritica sul nostro), non di colore di pelle o di provenienza extra UE. Just for the record.
Volevo segnalare questa intervista fatta a Wu Ming 4. È molto interessante, perché evidenzia un aspetto del "problema" spesso totalmente emarginato dalla stampa italiana.
http://www.eilmensile.it/2011/12/22/i-fascisti-italiani-e-tolkien/
A dire il vero, forse l'articolo può servire a chi non si è mai occupato di Tolkien in passato, ma si tratta di una tematica di cui si è parlato eccome, su cui sono stati scritti dei libri e moltissimi articoli di giornale, che sporadicamente salta fuori da un sacco di tempo ormai, e che già da una vita è giunta alle ovvie conclusioni: Tolkien non può essere "arruolato" d'ufficio da nessuna ideologia di estrema destra o sinistra.
Il suo conservatorismo cattolico, la sua antipatia per la modernità e per "la macchina," e il suo anelito di libertà sono una miscela unica, che se presa nell'insieme (e non strumentalmente solo in una parte degli elementi) è assai poco fruibile nella vita pratica e nella politica. Le sue posizioni in ogni caso non possono essere associate al fascismo (e se è per questo nemmeno al comunismo) in nessun modo: chi abbia letto un po' di lui, al di là dei suoi libri, non può neanche lontanamente prendere in considerazione un'ipotesi del genere, e chi invece dovesse insistere o è un furbo o è un ignorante.
Butto lì un mio dubbio più ipotetico che altro. Non so se Tolkien abbia preso posizione sulle iniziative del vescovo scismatico Lefebvre, che per certi aspetti la pensava in maniera non dissimile: ma Tolkien era agli ultimissimi anni della sua vita quando cominciava la polemica tra il papato e Lefebvre, quindi potrebbe non averne mai saputo nulla (qui i tuttologhi tolkieniani mi potrebbero confermare o smentire...). Comunque, Tolkien secondo me non era il tipo da ribellioni aperte di quel genere.
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