Edizioni Solfanelli propone il saggio di Giorgio Rimondi, Il pretesto fantastico - Indagine su un enigma letterario.

La quarta di copertina

Cos’è il fantastico letterario? Da tempo gli studiosi cercano di rispondere a questa domanda senza trovare definizioni soddisfacenti e condivise. Per questo a un certo punto l’hanno riformulata in questi termini: come funziona il fantastico? Chi volesse conoscere la risposta a questa seconda domanda dovrebbe armarsi di buona volontà, e affrontare la sterminata bibliografia che si occupa dell’argomento.

Questo libro non intende rispondere né alla prima né alla seconda domanda. Esso piuttosto, e per la prima volta in modo organico, cerca di rispondere a un altro interrogativo, che può essere formulato così: perché il fantastico continua a interessarci e, soprattutto, perché continua a interrogarci? Il compito che si pone non è dunque quello di interpellare il fantastico affinché sveli la sua natura enigmatica, ma di interpellare la nostra conoscenza, e la nostra stessa esistenza, affinché giustifichino il loro interesse per il fantastico.

Per questo il libro assume il fantastico come “pretesto”: per potersi muovere più liberamente mobilitando categorie interpretative che non si limitano all’ambito letterario ma afferiscono ai campi della filosofia, della scienza, della musica e, soprattutto, della psicoanalisi.

Poiché il fantastico non è un fenomeno che riguarda solamente il nostro rapporto con la scrittura e la letteratura. Da un lato infatti esso ci impone una sorta di esposizione originaria, mettendo in crisi le classiche figure dell’identità, mentre dall’altro svolge una funzione etica, togliendo consenso alle false rappresentazioni di un’esistenza priva di inquietudini.

Il fantastico appare dunque leggibile come motore segreto della riflessione sul soggetto, muovendo dal punto più interno della soggettività per affermare la propria natura enigmatica e interlocutoria, irriducibile a ogni ipotesi idealistica ma proprio per questo in grado di far brillare, nell’apparizione dell’Unheimliche, la possibilità dell’incontro con il reale.

L'autore

Giorgio Rimondi vive e lavora a Ferrara. I suoi percorsi di studio hanno contaminato dimensioni disciplinari diverse, dalla letteratura alla musica transitando per la filosofia e la psicoanalisi, con particolare attenzione ai temi della soggettività e della creazione artistica.

Interessato alla possibilità di una critica interdisciplinare ha pubblicato saggi sui rapporti jazz-letteratura (Jazz Band. Percorsi letterari fra avanguardia, consumo e musica sincopa, Mursia 1994; La scrittura sincopata. Jazz e letteratura nel Novecento italiano, Bruno Mondadori 1999) e sulla musica e la cultura afroamericane (Lady Day Lady Night. Interpretare Billie Holiday, Greco & Greco 2003; Il suono in figure. Pensare con la musica, Scuola di Cultura Contemporanea 2008).

Ha curato alcuni convegni e due volumi sul tema dell’Unheimliche freudiano: Lo straniero che è in noi. Sulle tracce dell’Unheimliche, Cuec 2006; Dove non c’è nome. Nuovi contributi sul perturbante, Scuola di Cultura Contemporana 2007 (con Annarosa Buttarelli).

Ha inoltre curato i volumi Le eccentriche. Scrittrici del Novecento, Tre Lune 2004 (con Anna Botta e Monica Farnetti), Amiri Baraka. Ritratto dell’artista in nero, Bacchilega 2007 (con Franco Minganti) e i numeri 32 (2001), 34 (2002), 47 (2007) del quadrimestrale “Nuova Prosa”, rispettivamente dedicati alla jazz fiction, al fantastico letterario e ai rapporti fra testualità e oralità.

È attualmente titolare di un corso al Master di II livello Filosofia come via di trasformazione, diretto da Roberto Panattoni e coordinato da Annarosa Buttarelli presso l’Università di Verona.

Giorgio Rimondi, Il pretesto fantastico - Indagine su un enigma letterario

Edizioni Solfanelli - Pagg. 168 - € 12,00

ISBN: 9788874977437