Greystorm n.1. Copertina di Gianmauro Cozzi.
Greystorm n.1. Copertina di Gianmauro Cozzi.

Non può mancare in questa rassegna di steampunk italiano Greystorm, miniserie pubblicata in 12 albi tra il 2009 e il 2010 dalla Bonelli e con protagonista il malvagio inventore Robert Greystorm. Il fumetto è ambientato tra Inghilterra, Polo Sud e Pacifico, in un periodo compreso tra il 1894 e il 1919.

Nella storia troviamo sottomarini retro-futuristi, dirigibili e altre invenzioni, che rendono Greystorm un'avventura pienamente steampunk, ispirata alle opere di Verne sia tematicamente che visivamente: il tratto del fumetto è infatti ispirato alle copertine originali delle prime edizioni dei libri dell'autore francese.

Nel 2005 è iniziata la pubblicazione di Wondercity, fumetto creato dallo sceneggiatore Giovanni Gualdoni, e disegnato da Stefano Turconi e Emanuele Tenderini. La serie è ambientata negli anni '30 in Africa, dove è stata fondata l'avveniristica Wondercity, una città utopica dove scienziati e persone di tutto il mondo possono lavorare in pace al progresso della scienza. Colpisce l'architettura degli edifici, dove l'Art Nouveau occidentale si mescola con gli influssi della cultura africana.

Altri fumetti sono Rubor Maximus di Claudio Franchino e la miniserie Le Strabilianti Vicende di Giulio Maraviglia, inventore di Alessandro Bilotta, Carmine di Giandomenico e Emiliano Colantoni.

Rubor Maximus è un'avventura che si dipana attraverso secoli di storia, da una Guerra di Crimea combattuta a bordo di macchine volanti ai lavori di Carl G. Jung, dove i personaggi sono alla ricerca del misterioso Rubor Maximus.

Le Strabilianti Vicende di Giulio Maraviglia, inventore è invece ambientato in un'anacronistica Roma degli anni '20 incupita dal fumo e con il cielo popolato da dirigibili; questa Roma steam-industrializzata è il prodotto delle macchine a vapore dell'inventore Fulco Maraviglia, scomparso misteriosamente nel corso di un suo esperimento.

Conclusioni

Come in molte altre nazioni del mondo, anche in Italia lo steampunk ha attirato e attira tuttora l'attenzione delle persone interessate allo stile visivo e al messaggio culturale di questo genere, oppure perché, come autori, pensano che esso sia il modo migliore per rappresentare le loro idee.

Abbiamo visto numerosi esempi di opere steampunk italiane; alcune di esse ripropongono gli stessi temi e ambientazioni dello steampunk anglosassone, restando ancorate a una visione del genere “classica”, basata cioè sull'Inghilterra vittoriana. Assolutamente nulla di sbagliato in ciò, in quanto proprio quella è l'essenza del genere che i nostri autori hanno saputo interpretare con versatilità.

Altre opere invece hanno sfruttato la storia italiana del 19º e inizio 20º secolo, differente e unica rispetto a quella di molte altre nazioni, e interessante dal punto di vista tecnologico e sociale. Sembra quasi che l'Unità d'Italia, e con essa altri eventi fondanti dell'identità nazionale quali la il Risorgimento o la Grande Guerra, non siano stati ancora del tutto metabolizzati: lo steampunk ci permetterebbe quindi di ritornare a quel periodo e rivalutarlo, sviscerandone aspetti oscuri (veri o immaginari) oppure scoprendo strade alternative che la Storia avrebbe potuto prendere.

Precedenti versioni di questo articolo sono state pubblicate sul numero 15 della rivista Gatehouse Gazette e come introduzione all'antologia Steampunk! Vapore Italico – Volume II delle Edizioni Scudo.