Prima di diventare bambina, o "ggiovane", la fantasy scritta in Italia era già adulta.
Leggere oggi Amazon di Gianluigi Zuddas è ancora fonte di divertimento.
Lo scrittore gioca con i suoi personaggi infilandoli in avventure rocambolesche, fatte di duelli efferati, fughe precipitose, di curiosi incontri.
Nell'isola di Coralyne, nel palazzo Reale, ci sono cinque gong il cui potere è di trasportare all'istante in un altro luogo chi si trovi sotto l'influsso delle loro vibrazioni.
Ed è quello che capita alle amazzoni Ombra di Lancia, Goccia di Fiamma e Shalla che infilltrate nel reame per una missione di spionaggio, verranno catapultate in diversi luoghi, tutti bagnati dal Mare Interno, un lago che ricordo molto il Mar Mediterraneo del mito in effetti.
Zuddas però non appare, per fortuna, innamorato follemente della sua ambientazione, tanto da stordire con pagine e pagine di informazioni su di essi.
Quello che trapela dell'ambientazione è solo ciò che scaturisce dalle situazioni narrative, e non sembra mai infilato come riempitivo.
Azione, tanta, creature fantastiche e personaggi. Se efficaci sono le amazzoni, sin dall'inzio si intuisce che la pavida fanciulla Tallian non è un mero riempitivo, tanto che il personaggio è forse quello che cresce e si evolve di più.
E come dimenticare Uko Gormirane, che dalle mie parti si definirebbe "folle da catena", e le sue spettacolari macchine a vapore?
Ho parlato di fantasy adulta. Non aspettatevi situazioni scabrose pretestuose. Le allusioni sessuali, anche lesbiche, non sconfinano mai nell'esplicito, e sono gestite con molto buon gusto.
Quello che intendevo era che parliamo di un'opera costruita con una solida struttura narrativa. Adulto perché serio nel proporre un modello di intrattenimento, per il quale disimpegno non significa affatto approssimazione.
C'è inoltre la volontà che superava l'imitazione del modello tolkeniano proponendo dei contenuti che non sanno di brume e nebbie, ma della nostra salsedine e del nostro sole, pur avendo con quello stesso modello in comune un mondo secondario coerente e ben organizzato.
Il linguaggio è forse meno nelle mie corde. Molti aggettivi e avverbi e frasi incidentali. Questione di gusto per lo stile del narratore.
Ma il gusto che ho più apprezzato è quello delle costruzione di una trama che invece è senza fronzoli.
La struttura forse appare episodica, non un flusso continuo dall'alba al tramonto. Zuddas non fissa sui personaggi una telecamera che racconta ogni minuto della loro vita, come molti romanzi, anche non fantasy, odierni. Bensì apre delle finestre narrative nei momenti in cui è più divertente ed emozionante seguirli per il lettore.
Parafrasando Alfred Hitchcock, amo l'idea di una narrazione che sia il racconto della vita, reale o di fantasia, omettendo le parti noiose.
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