Gary Hampton, giovane americano facoltoso, esce dal coma in una notte di luna piena, a distanza di un mese dall'attacco di quello che sembrava un orso e che gli è quasi costato la vita. Non solo è vivo e vegeto, ma anche le devastanti ferite riportate sono scomparse senza lasciare traccia. Se per sua moglie e sua figlia questo è senz'altro un sollievo, i troppi misteri sul suo incidente e la successiva, strana guarigione non giovano al suo lavoro, gettando una luce ambigua sulla sua azienda e le relative finanze. Tuttavia non è il primo dei problemi. Presto Gary scopre di essere stato contagiato dal virus della licantropia e di portare dentro di sé un gigantesco uomo lupo dalla forza sovrumana che ciclicamente esigerà di essere liberato. Se tale sorte è da leggere come una maledizione o una meravigliosa opportunità, rimane da vedere...
Lo stupefacente Wolf-Man fa parte di quei titoli importati in Italia tardivamente per lucrare sul nome dello scrittore Robert Kirkman, ormai lanciatissimo a livello internazionale grazie soprattutto alla sua creatura più popolare, The Walking Dead, e alla serie televisiva di successo che ne è stata tratta.
Con The Astounding Wolf-Man, firmato insieme al disegnatore
Il suo Uomo Lupo è razionale, fortissimo e determinato. Indossa una tuta sgargiante con tanto di stemma sul petto e fa uso di complessi accessori tecnologici. E' animato anche da nobili propositi, come quello di intraprendere la carriera di giustiziere in una città dove già sono all'opera molti supereroi canonici (tutti rigorosamente plasmati per l'occasione). Gli insegnamenti del misterioso Zechariah e le proprie risorse economiche gli permettono di esordire in fretta come un nuovo paladino metropolitano, fornito di un pratico rifugio e di una conveniente identità segreta, salvando vite e affrontando pittoreschi criminali al fianco degli eroi già noti. Una girandola di eventi spettacolari quanto prevedibili, secondo una ricetta più volte fruita e ormai prossima a dispensare noia senza possibilità di scampo. O almeno così sembra leggendo le prime pagine.
Ciò che rende veramente particolare Lo stupefacente Wolf-Man di Kirkman e Howard è l'inatteso, spiazzante mutamento di rotta che il fumetto attua dopo i primi due convenzionali, ingannevoli capitoli. Due episodi introduttivi che hanno il sapore di un compitino diligente ma soporifero, dove viene presentata l'origine dell'ennesimo supereroe (poco importa che abbia le fattezze di un monumentale lupo grigio) con tutti gli stucchevoli e noiosi stereotipi del caso. La difesa dell'identità segreta, i contrasti con la consorte insofferente alla sua doppia vita, la costruzione della sua immagine pubblica e i rapporti con un ambiguo mentore. Tutte perline dal colore sgargiante ma senza vita propria, che potrebbero indurre il lettore a chiudere il volume prima ancora di essere giunto a metà del racconto. Ma improvvisamente il registro cambia, ed è subito chiaro che quanto ci attendevamo non potrà più verificarsi. Il racconto di supereroi deraglia e continua la sua corsa in caduta libera, travolgendo personaggi, trame e caratterizzazioni in corso di sviluppo. Le tute variopinte cedono il posto al colore cupo del sangue, e a un senso di paura, di angosciosa incertezza. Se un attimo prima stavamo per distogliere gli occhi con una smorfia annoiata, a un tratto sentiamo l'esigenza di proseguire nella lettura e scoprire che cosa Kirkman ha in serbo per i suoi protagonisti, e quale taglio darà a una vicenda che ormai non potrà che seguire binari ben diversi da quelli di partenza.
La virata giunge con la forza di una tegola in testa, quasi fosse uno scherzo
Lupi mannari e creature della notte a parte, Lo stupefacente Wolf-Man rimane di base un fumetto supereroistico, ma ascritto al suo ramo più sperimentale, più sconcertante. Non è poco, considerata la maschera di ordinaria prevedibilità con cui si presenta non appena iniziamo la lettura. D'un tratto, la sconvolgente metamorfosi, ed ecco venire fuori... il lupo. Quello vero, quello che fa paura, travestito come la vecchia, innocua nonna.
E a quel punto è troppo tardi per smettere di leggere.
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