"Volevo soltanto scrivere un romanzo che parlasse del blu."
E' così che Christopher Moore apre la postfazione del suo ultimo Sacré Bleu. E il suo intento l'ha raggiunto ottimamente tratteggiando un affresco della Parigi di fine '800 in cui la fanno da padrona la passione per l'arte e l'amore.
Come accennato il libro si svolge prevalentemente a Parigi intorno al 1890, ma l'autore non disdegna frequenti excursus avanti e indietro nel tempo.
Protagonista delle vicende è Lucien Lessard unico figlio maschio di una famiglia di panettieri di Montmartre. Suo padre, grande appassionato d'arte, aveva stretto rapporti con alcuni dei più grandi - o che grandi sarebbero diventati - pittori delle sua epoca, che nei periodi in cui si trovavano in bolletta potevano sempre vantare credito nella sua bottega.
Modesto pittore, papà Lessard trasmette la sua passione al figlio che prende lezioni di pittura dai padri dell'Impressionismo: Pierre-Auguste Renoir, ma anche Claude Monet e Camille Pissarro, che il giovane chiama zio. Suoi coetani e compagni di studi sono Vincent Van Gogh e il bohemien Henri de Toulouse-Lautrec, con il quale divide lo studio.
Il romanzo si apre con la tragica morte di Vincent Van Gogh e con la comparsa di un inquietante personaggio: il piccolo, volgare e sgraziato Colorista, un oscuro figuro che come dice già il nome si occupa di preparare i colori per i pittori.
Tra tutti i suoi tubetti il più prezioso è sicuramente il sacré bleu, o blu oltremare, il colore che si ottiene dai lapislazzuli. Questo è un colore talmente costoso che solo pochi mecenati possono permettersi di acquistarlo e che per secoli è stato il colore del manto della Vergine Maria.
Nelle sue peregrinazioni il Colorista è accompagnato da un somaro che porta in testa una paglietta di fieno e da una bella ragazza dagli occhi blu e dalla pelle di alabastro che si fa chiamare Juliette.
Juliette è stata l'amante e la modella di Lucien, ma poi un bel giorno la ragazza è sparita senza nemmeno una parola spezzandogli il cuore.
Come mai la ragazza e quel vecchio ora vivono insieme? Che rapporto li lega? Che cosa accomuna questa strana coppia ai grandi nomi della storia dell'arte? Come mai Lucien, Henri e tanti altri pittori di Parigi hanno iniziato a soffrire di amnesia?
Il giovane fornaio e il suo dissoluto amico si trovano invischiati in una storia che affonda le sue radice nella notte dei tempi e che travalica le leggi dei mortali e dovranno trovare le risposte che cercano prima che il Colorista decida di farla finita e di sbarazzarsi di loro con un colpo di rivoltella.
Ancora una volta Moore non tradisce le aspettative dei suoi lettori confezionando una storia mai banale in cui mescola con consumata esperienza vari ingredienti.
In Sacré Bleu, come del resto nelle sue precedenti produzioni, l'autore si diverte a riprendere elementi fantastici e reinventarli con sagacia.
Moore ha giocato con i Vangeli, resuscitando Biff l'amico del cuore di Gesù, ha scomodato angeli e vampiri e ha portato in California mostri marini, demoni e geni. Con questo libro ha invece dato corpo e anima a un'idea, all'ispirazione pura condendo il tutto con una buona dose d'ironia e con battute dagli straordinari tempi comici.
A cavallo tra realtà - documentata con attenzione - e finzione, l'autore fa giostrare una serie di personaggi reali e realistici, con i loro difetti, i loro egoismi e le piccole meschinità.
Come un pittore impressionista, con lo stile essenziale che lo contraddistingue, Moore con rapide pennellate abbozzata un mondo colorato e vivido. Con pochi semplici dettagli riesce a focalizzare l'attenzione sul demi-monde di Montmartre della fine dell'800 e a trasmettere con chiarezza l'emozione che si prova davanti al Cielo stellato di Van Gogh o Le déjeuner sur l'herbe di Manet e il tentativo di Monet di dipingere il fumo all'interno della stazione di Saint-Lazare.
Il tutto senza appesantire la narrazione con lunghe e noiose dissertazioni o infinite descrizioni.
Moore, con la sua narrazione essenziale, evoca immagini con economicità, senza strafare. Tutto ciò che si trova nel libro è funzionale alla storia che sta narrando, compreso il linguaggio crudo che rischia di rasentare la volgarità.
Una sola avvertenza: se state cercando un libro in cui l'azione la faccia da padrone Sacré Bleu non fa al caso vostro. La narrazione non ha ritmi incalzanti ma sembra perfettamente calata in un'epoca in cui erano ancora poche le macchine a motore e la gente si muoveva ancora a piedi o su carrozze trainate da cavalli.
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