Che Robert Downey Jr. fosse perfetto nell’impersonare il vendicatore di ferro lo si era già inteso nei capitoli uno e due. E con un personaggio così forte la ricerca di un cattivo che possa sostenere il confronto si fa sempre più ardua. Grande sorpresa era stata la presenza, nel cast del primo capitolo, di Jeff “Lebowski” Bridges, cattivissimo e pelato CEO delle Stark Industries. Grazie alla sua grande e divertita performance, in cui l’attore era completamente a suo agio, il successo è stato immediato. Stessa sorte per il tatuatissimo russo Mickey “Wrestler” Rourke che vestiva i panni di un Whiplash talmente cattivo da meritarsi il pappagallo in stile pirata sulla spalla.
Capito che questa grande tradizione di cattivi, interpretati da attori di un certo livello, sia stata una scelta vincente è ovvio che, con il passare del tempo, la ricerca di un “cattivissimo che fa malissimo” si fa sempre più ardua e per reggere il confronto nel terzo capitolo bisogna puntare ancora più in alto. Per questo, nel nuovo capitolo dell’ironfranchise, la parte del cattivo sarà affidata al premio Oscar Sir Ben “Gandhi” Kingsley che interpreterà uno dei cattivi storici, e più controversi, dell’universo Marvel: il Mandarino.
Per chi non si ricordasse chi sia, e cosa c’entri con Tony Stark, un po’ di storia: il Mandarino nasce nella Cina non ancora toccata dalla rivoluzione comunista e, grazie alla sua intelligenza e alle sue doti strategiche, diventa un membro stimato e temuto del governo. Con l’avvento di Mao tutto cambia e viene quindi privato della posizione di prestigio e di quello che faticosamente ha creato. Distrutto e avvilito s’incammina in un pericoloso viaggio che lo porta nella “Valle degli spiriti” dove s’imbatte nel relitto di un’astronave aliena. Studiando i resti spaziali s’impadronisce della futuristica scienza che alimenta un’energia senza limiti. Accecato dalla vendetta, diventa talmente potente da sbaragliare persino L’Armata Cinese e nel suo piano di conquista tecnologica entra inevitabilmente anche Tony Stark, che diventa il suo più acerrimo nemico. Il personaggio fu ideato da Stan Lee e Don Heck, e debuttò nel numero 50 di Tales of Suspense, del febbraio 1964, testata antologica che pubblicava all'epoca le storie di Iron Man.
Come al solito fantasy, fantascienza e fumetti sono lo specchio dei sogni e delle idiosincrasie del tempi che descrivono e con l’avanzata economica della nuova superpotenza economica cinese, il Mandarino diventa la rappresentazione di una paura, ormai ampiamente diffusa, che viene rivolta a questo nuovo e dilagante mercato cinese che sbaraglia ogni tipo di concorrenza e che compra tutto quello su cui riesce a mettere le mani, nazioni comprese.
Riuscirà quindi Iron Man a restituire il sonno agli americani preoccupati dall’incipiente crisi finanziaria? La parola spetta agli sceneggiatori, che questa volta dovranno stare molto attenti a non offendere nessuno… anche perché molte quote degli studios americani sono di proprietà di tycoon cinesi, famosi per non avere un grande spirito autoironico.
Ma le armi per affrontare questo progetto sono ben affilate, perché non ci sono dubbi che Sir Kingsley possa offrire una performance credibile al personaggio. Da un attore che è stato indiano in Gandhi, persiano in Prince of Persia e celta ne L’ultima legione, ci si può solo aspettare l’ennesima prova d’attore che ti fa cadere dalla sedia. Per un perfezionista camaleontico come lui, questa è solo un’altra prova da affrontare e il Mandarino è un personaggio talmente sfaccettato e tragico che, si può stare certi, avrà tutta la sua attenzione.
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