Non c’è pace per i mostri che, dopo un’indigestione di zombie, vampiri e licantropi deve trovare nuova linfa per accontentare il pubblico che richiede sempre più prodotti generalistici mostruosi. La “colpa” di tutto questo amore smodato per tutto ciò che è orripilante e diverso, forse, andrebbe cercato nella fase storica che tutto il mondo sta attraversando. La perdita di tutte le certezze, la mancanza di un futuro solido e la ricerca dei buoni vecchi valori familiari, deve avere una sua rappresentanza anche nell’etereo mondo televisivo.
Da che è nata la televisione, i prodotti si sono adeguati all’epoca che cercavano di rappresentare. È successo negli anni cinquanta, che dovevano raccontare la rinascita dei valori e il sogno americano, dove c’erano eroi senza macchia e senza paura come Superman o il fedelissimo Lessie, che affrontava le difficoltà più immani per aiutare il suo giovane padrone. È successo negli anni sessanta, con la guerra del Vietnam e le contestazioni giovanili ma anche con il viaggio sulla Luna che ha stimolato l’immaginazione di tutti.
Ed è proprio in questo periodo che vedono la luce due serie tv anomale, appese fra presente e passato, sia come idea di base, la classica famiglia felice americana, sia per i personaggi che rappresentano: dei mostri, con una propria etica morale, apparentemente opposta al mondo esterno ma del tutto simile. In mondo dove la tv diventa a colori, il senso retrò di queste serie si spinge in un’impresa che sulla carta è a dir poco fallimentare: entrambe sono girate in bianco e nero.
La Famiglia Addams e I mostri si contendono da subito il favore del pubblico. Se per i primi parliamo di una famiglia di livello socio-economico alto - gli Addams erano dei ricchi industriali possidenti – per i secondi, i Munsters (il nome americano della serie), parliamo di una famiglia mostruosa ma proletaria. E in un periodo come questo, parlare di ricchi, anche se mostri, agli studios non deve essere sembrata una buona idea per un reboot.
Presa questa decisione, il creatore della “strana” serie Pushing Daisies, con l’aiuto del “solito sospetto” Bryan Singer, prova a dare una seconda vita a una serie che, nata immediatamente dopo la Famiglia Addams, cercava di rubare da sotto il tavolo dell’audience quel pubblico che, decisamente, non poteva rappresentare: quello lavoratore, inventivo e sognatore.
Come primo passo, la scelta dell’attore che vestirà i panni del fu nonno/vampiro Munster è caduta sul britannico Eddie Izzard che vestirà anche i panni del produttore del pilota. Farà parte del cast anche Jerry O'Connell che molti, almeno in Italia, ricorderanno come il ricercatissimo quarterback nel film Jerry Maguire.
Di fatto, una scelta rischiosa perché ambedue gli attori non hanno brillato negli ascolti delle serie in cui erano protagonisti e sono stati investiti da chiusure premature degli show televisivi. Quindi, questa potrebbe essere la loro vera ultima chance per levarsi di dosso la polvere della sconfitta.
Ovviamente, a dirigere il pilota ci sarà il talentuoso Bryan Singer che, reduce dal successo produttivo del Dr. House, decide per una virata più comedy e leggera, dove i morti possono essere riportati in vita e le malattie non vanno oltre un raffreddore, magari preso per aver ululato alla luna, sul tetto di casa, per tutta la notte.
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