Lo scorso mese la Marco Tropea Editore ha ristampato il romanzo La rosa del Tibet (The Rose of Tibet, 1962), del giornalista e scrittore inglese Lionel Davidson.
L’autore nella sua carriera ha scritto molti thriller, in alcuni casi con elementi fantascientifici o fantasy, come in questo romanzo.
Il protagonista è Charles Houston, un tranquillo professore che insegna in un liceo londinese. Un giorno lo raggiunge la notizia che il suo fratellastro Hugh, in India al seguito di una troup cinematografica, è scomparso misteriosamente mentre era nelle vicinanze del Tibet.
Charles decide di andare alla ricerca del fratello. Ma il suo arrivo nel villaggio isolato di Yamdring era stato già profetizzato come quello dello straniero che arriva “da oltre il tramonto” e che porterà via la rosa del Tibet e cioè la bellisisma sacerdotessa Mei-Hua, colei che da millenni custodisce un immenso tesoro.
Il professore oltre a innamorarsi della sacerdotessa sarà preso da mille avventure e dal pericolo della invasione del Tibet da parte delle truppe cinesi.
La quarta di copertina
Forse è solo una leggenda. O un mito, nato in epoche remote per raccontare le sofferenze del popolo tibetano. Ma il tempo della profezia è giunto, e le parole dell’oracolo incombono sul monastero di Yamdring proprio quando arriva Charles Houston, oscuro professore londinese, alla ricerca del fratello misteriosamente scomparso vicino al monte Everest. Per i monaci la presenza di Charles significa il compimento della terribile profezia che lo identifica come lo straniero venuto “da oltre il tramonto” per compiere il più orribile dei sacrilegi: rapire la rosa del Tibet, la venerata badessa Mei-Hua, e impadronirsi dell’immenso tesoro su cui la donna vigila da millenni, grazie alla sua misteriosa capacità di reincarnarsi. Prigioniero di un vortice di avvenimenti che sfuggono al suo controllo, Charles scoprirà quanto sia inutile ribellarsi con gli strumenti della logica e della razionalità alla forza del karma, o sottrarsi alla violenza soprannaturale dei riti esoterici e delle magie secolari. Gli rimarrà solo una scelta: lottare con tutte le forze per volgere a suo favore le misteriose potenze negative che rischiano di annientarlo...
L’autore
Lionel Davidson (1922 – 2009) era nato nello Yorksire e dopo una lunga carriera come giornalista freelance decise di dedicarsi.
Acclamato dalla critica come “il più grande scrittore di thriller” e autore di numerosi best seller, ha vinto per tre volte il Golden Dagger Award.
I suoi romanzi erano stati spesso accostati «per la loro miscela di spionaggio, mistery, storia, fantascienza e avventure» a quelli di Graham Greene e H. Rider Haggard.
Di lui, oltre a L’anello di ghiaccio, Marco Tropea Editore ha pubblicato La luce di Sion (1998) e L’alchimista del sole (2000).
Lionel Davidson, La rosa del Tibet (The Rose of Tibet, 1962)
Traduzione Donatella Zanetti Ongaro
Marco Tropea Editore, collana Collezione Tropea 13, pagg. 350, euro 13,00
ISBN 978-88-558-0197-3
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