Chiara Palazzolo è stata senza ombra di dubbio una delle più note e brillanti autrici di horror italiane. Una delle prime nel nostro paese a donare spessore e carattere a un genere che ha abbracciato con romanzi di grande impatto e profondità. Storie dalla scrittura asciutta e dallo stile incisivo, che convogliava in romanzi di spessore, capaci di spaziare dal genere mainstream, al fantastico, fino all'horror.
Dopo una lunga battaglia contro un cancro al seno, Chiara Palazzolo si è spenta lasciandoci in eterno ricordo romanzi come la famosissima trilogia di Mirta/Luna e il più recente Nel bosco di Aus.
Scrittrice siciliana di nascita, ma romana d'adozione, si è spenta dopo aver combattuto contro quella stessa malattia che aveva già sconfitto una prima volta, in seguito raccontata con maestria nel suo ultimo libro: Nel bosco di Aus.
Nota al grande pubblico per la trilogia Mirta/Luna (attualmente in ristampa per la collana Piemme Best Seller), ha lanciato in Italia un genere - quello horror - frequentato soprattutto da autori anglosassoni. La serie, con grande anticipo sui tempi, reinventò in modo del tutto originale il mito del vampiro. I titoli che compongono la trilogia sono: Non mi uccidere del 2005 (Piemme), del quale è in preparazione una riduzione cinematografica, Strappami il cuore del 2006 (Piemme) e Ti porterò nel sangue del 2007 (Piemme)
Chiara Palazzolo esordì dodici anni fa, nel lontano 2000, col romanzo La casa della festa (per i tipi di Marsilio), romanzo che vinse il Premio Teramo. Col suo secondo lavoro, del 2003, I bambini sono tornati (Piemme), concorse invece al Premio Strega di quello stesso anno.
Ultimo dei suoi lavori, ma solo cronologicamente parlando, è Nel bosco di Aus del 2011 (Piemme): una storia vera, toccante e bruciante, in cui l'autrice aveva fatto confluire gran parte del suo vissuto e che oggi, dopo questa triste notizia, ci rimane come ultimo regalo da parte di una delle voci più importanti e limpide della narrativa horror italiana.
3 commenti
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Maledetti tumori.
Mi dispiace.
Queste cose mi lasciano senza parole e con la gola chiusa, ma vorrei dire qualcosa per Chiara. Ho iniziato a leggere i suoi libri per caso, come mi succede spesso quando mi propongono una recensione.
Quando ho avuto Nel bosco di Aus in mano, dalle prime righe mi è venuto un brivido: "cavolo, questa è brava" ho pensato. Poi, a lettura finita, mi sono detta: CAVOLO, questa è un'AUTRICE con tutte le maiuscole. Finalmente. Brava. Brava. Brava. Una voce Alta nel panorama dei nostri narratori.
Ora questa voce si è spenta, e mi restano in mente due pensieri: sono contenta di aver conosciuto Chiara anche se solo per via epistolare, sono triste perchè ogni lettore è egoista quando legge qualcosa di bello. Vorrebbe averne all'infinito.
Mi rileggerò i suoi libri ancora e ancora e ancora.
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