Tecnicamente parlando, l’edizione Fanucci di Il fiume della vita di Philip José Farmer è una novità rispetto a La rinascita di Shen Tai di Kay perché anche se la prima edizione del primo romanzo risale al 1971 e il secondo è stato pubblicato per la prima volta solo nel marzo di quest'anno, la ristampa Fanucci di un vecchio titolo Nord è arrivata in libreria solamente qualche giorno fa, quindi quasi sei mesi dopo rispetto a un romanzo inedito in Italia fino alla scorsa primavera. Il che significa che al momento nelle librerie l'opera di Farmer è ben più visibile (e quindi più facilmente acquistabile) di quella di Kay.
Per questo gli editori quando possono spostano il libro da una collana all’altra: per dargli più visibilità e di conseguenza venderne più copie. L’operazione non può essere ripetuta all’infinito, specie da parte dei piccoli editori che rischierebbero di non vedere più ordinati i propri libri, ma quando funziona procura benefici effetti nel bilancio delle case editrici. Il rovescio della medaglia, però, si ripercuote sul lettore.
Immaginiamo un lettore che voglia acquistare in questo momento Le cronache del ghiaccio e del fuoco di Martin. I primi nove volumi sono disponibili nell’edizione Oscar bestsellers, gli ultimi due solo in quella rilegata. Chi volesse andare avanti dopo L’ombra della profezia si troverebbe a dover scegliere se cambiare edizione, con un pessimo effetto estetico nella propria libreria personale, o aspettare il 30 ottobre, quando verrà pubblicata l’edizione economica di I guerrieri del ghiaccio. Se la scelta dovesse essere quest’ultima, appena finita la lettura dovrebbe fare una nuova scelta analoga fra l’acquisto dell’edizione rilegata o l’attesa dell’edizione economica di I fuochi di Valyria. E poi ancora con il volume successivo, e così via fino alla fine della saga. Ma in questo caso è il lettore che ha la possibilità di compiere una scelta. E se invece non l’avesse?
Nel 1998 Fanucci ha iniziato a pubblicare La spada della verità nella collana Il libro d’oro. Dopo tre romanzi e mezzo, nel 2001 la casa editrice romana ha iniziato una ristampa del ciclo nella collana Nuova Economica Tascabile (NET). In questo formato sono stati pubblicati solo i primi cinque romanzi di una serie che ne conta ben undici. Questo perché nel 2003 è iniziata una nuova ristampa della saga, questa volta nella collana Tascabili Immaginario Fanucci (TIF), e dopo un breve periodo di coesistenza dei volumi in tre collane diverse la casa editrice ha deciso di sopprimerne una. Chi aveva acquistato i primi volumi nella NET, pertanto, è stato costretto suo malgrado a cambiare edizione, e questa non è stata l’ultima volta che i libri di Goodkind sono stati spostati da una collana all’altra o hanno cambiato formato.
Diversi anni prima, nel 1990, Nord aveva iniziato a pubblicare il Ciclo di Deverry di Katharine Kerr nella Fantacollana, e tutti i successivi sette romanzi sono stati pubblicati nella stessa collana anche se nel 1994 era iniziata una ristampa completa nella Collana Narrativa, dalle dimensioni differenti. La pubblicazione della serie nelle due collane è andata avanti rispettivamente fino al 1998 e al 2000 ma quando, nel 2002, l’editore ha deciso di pubblicare la successiva trilogia, lo ha fatto solo nella seconda collana, costringendo tutti i lettori della Fantacollana a comprare libri in un diverso formato.
Ancora peggio è andata a chi fra il 2000 e il 2004 ha acquistato la saga dei Maestri del sapere di Maggie Furey. La casa editrice era in difficoltà ed era in procinto di entrare a far parte del Gruppo Mauri Spagnol, perciò al suo interno qualcosa stava cambiando. Qualcosa è cambiato anche all’esterno se, pur facendo tutti parte della stessa collana, i libri sono notevolmente diversi fra loro. Il primo, Il cuore di Myrial, presenta lo stesso aspetto e le stesse dimensioni dei volumi della Fantacollana pubblicati fino a quel momento. I due successivi oltre a essere più alti di circa un centimetro hanno anche titolo e nome dell’autrice stampati dall’alto verso il basso invece che dal basso verso l’altro come nella costa del volume precedente. Un po’ come accaduto ai lettori di vecchia data di Rothfuss visto che la versione del Nome del vento nella Collezione Immaginario Fantasy ha una copertina morbida con alette e la stessa versione della Paura del Saggio ha una copertina rigida con sovraccoperta.
Insomma, neanche comprando sempre tutti i volumi di una saga nella prima edizione si ha la certezza di poterli avere nello stesso formato, e questa è una lacuna da parte dell’editore anche quando, come nel caso di Rothfuss, si traduce nella pubblicazione di un libro di qualità migliore.
8 commenti
Aggiungi un commentoSì, la saga della De Mari è un disastro da questo punto di vista. Io ho deciso di comprare il terzo, letto in giugno prendendolo in prestito in biblioteca, solo quando uscirà nell'edizione tascabile per averlo nello stesso formato del secondo.
In questo caso L'ultimo elfo, pensato per lettori più giovani rispetto ai seguiti anche se apprezzabilissimo anche dagli adulti (io lo adoro), è in una collana di libri per lettori delle elementari. I seguiti però sono per lettori più maturi, e quindi cambia la collana. Fino a qualche mese fa il secondo era disponibile in edizione rilegata, quindi nello stesso formato del terzo. Con l'uscita del tascabile ovviamente L'ultimo orco ha cambiato formato, ma quando faranno il tascabile anche di Gli ultimi incantesimi quei due volumi dovrebbero tornare ad avere aspetti simili. Il quarto invece è stato pubblicato da un altro editore, Fanucci invece di Salani, quindi non c'è speranza: i volumi sono e rimarranno diversi. Possiamo sperare, ma non c'è alcuna certezza, che Fanucci decida di fare il tascabile del prequel, Io mi chiamo Yorsh, e che lo faccia del formato di L'ultima profezia del mondo degli uomini.
Non ne ho parlato perché una volta indicato il problema non volevo fermarmi troppo a lungo su storie simili, che sono tantissime, anche se in effetti il caso della De Mari è un po' più complicato della maggior parte degli altri.
Io ho scritto un unico articolo, lunghissimo. Talmente lungo che con Emanuele abbiamo deciso di suddividerlo in quattro parti, e la prova di questo la vedrete con le note, la cui numerazione parte con la 1 in questo articolo e finisce, mi pare, con la 19 nell'ultimo.
Di alcuni argomenti parlo più avanti, semplicemente non c'era spazio per tutto qui. Non cito Gemmell, anche se vorrei acquistare alcuni libri suoi che avevo letto prendendoli in biblioteca. Parlo però di saghe incompiute, la cui pubblicazione è stata sospesa dall'editore da un certo momento in poi, e parlo di libri introvabili. Dovete solo avere la pazienza di seguirmi nelle prossime puntate.
Certo, nei commenti possiamo parlare di tutto quello che non è rientrato nei miei articoli, vuoi per ragioni di spazio, vuoi per evitare ripetizioni, vuoi perché magari non conoscevo l'episodio o semplicemente non mi è venuto in mente.
L'intera terza parte è dedicata alle traduzioni, si tratta solo di aspettare un paio di settimane. Parlo anche di Harry Potter ma senza entrare troppo nello specifico sia perché io ho letto i rilegati ma non ho mai fatto un confronto con la nuova traduzione attualmente in commercio sia perché su FantasyMagazine abbiamo già un paio di ottimi articoli sul'argomento, ai quali rimando. Parlo del famoso cervo/unicorno di Martin, di Jordan, Zimmer Bradley, Tolkien, Pratchett e qualche altro autore. Non Brooks, della saga di Landover ho letto solo il secondo volume, e ovviamente non conoscevo il dettaglio. Non parlo nemmeno di Lawrence con il suo Principe dei fulmini, in questo caso mi piacerebbe sapere il titolo originale che legame ha con il romanzo visto che io non l'ho letto. Però, a proposito di titoli tradotti male, parlo anche di Steven Erikson e di Patrick Rothfuss. Volendo si potrebbe andare avanti per un bel pezzo.
In questo caso, se avete sassolini da tirare fuori dalla scarpa, vi invito a farlo nella discussione apposita, fra un paio di settimane. Qualcosa mi dice che potrebbe diventare una discussione molto calda...
Le copertine della saga di Jordan hanno il loro spazio, e non solo loro. Problemi analoghi ci sono anche con Martin e con una saga di Eddings. Spesso la mia scelta è stata di far vedere come il comportamento non sia esclusiva di un solo editore, in questo caso si tratta di Fanucci, Mondadori e Sperling & Kupfer. Se non ricordo male questo pezzo si trova nella quarta sezione.
Il Principe delle Spine fa riferimento al fatto che il protagonista del romanzo deve la sua salvezza a esse.
Di Erikson ne parleremo quando uscirà l'articolo che lo tratta, ma già la traduzione italiana della saga (La Caduta di Malazan) travisa il significato originale (Malazan Book of the Fallen), visto che ha un riferimento ben preciso a ciò che sta dietro questa lunga saga di guerra: il problema qui non è una mancanza di proprietà di conoscenza della lingua straniera, quanto di furbità (presunta) editoriale. Ma di questo ne riperleremo.
Non vedo l'ora di leggere anche le altre parti dell'articolo!!!!
ora rifletto e penso a quale cambiop di formato a metà di una saga mi abbia dato più fastidio...
Grande articolo, hai introdotto questioni che, da collezionista quale sono, mi sono molto a cuore.
E vogliamo parlare anche delle copertine che non ci azzeccano un beneamato piffero con la storia narrata? E della qualitá delle rilegature?
Martina, forse dovresti ricordare quanto io AMI Goodkind. Bene, settembre scorso ho acquistato il primo volume della nuova trilogia, dopo aver pianto amaramente sulle copertine delle edizioni economiche rilanciate in seguito alla serie tv (che ho oltremodo maledetto in tutte le lingue che conosco XD) e cosa mi sono ritrovata? Un libro con una tremendamente pessima copertina, con una rilegatura vergognosa che appena apro il libro le pagine svolazzano via, con un testo tradotto dall'abominevole ignorante delle nevi.
Risultato: non l'ho ancora terminato. Non ci riesco proprio a leggerlo, e io normalmente mi sorbisco Goodkind in un pomeriggio. Invece, mi viene l'orticaria solo a pensarci. Avrei tanto voluto scrivere un bel messaggio di protesta sualla pagina fb della fanucci, ma suonerebbe troppo furibondo.
E pensare che in questi 12 anni sono stata una lettrice fedele e puntuale. Bah!
Le cito nel quarto articolo, anche se non parlo di Goodkind. E mi sono trattenuta sulle copertine con le guerriere in reggiseno di metallo, altrimenti avrei perso ogni tono professionale.
Non parlo invece delle rilegature, in questo caso lo sfogo è totalmente libreo. Già che ci siamo... la mia copia di La strada dei re di Guy Gavriel Kay (editore Sperling & Kupfer, ma stiamo parlando di un libro che ho acquistato 19 anna fa) fa schifo, le pagine hanno iniziato a staccarsi la prima volta che l'ho letto, e ogni volta che lo tocco mi ritrovo a sperare di non perdere nessun pezzo anche perché, essendo fuori catalogo, non è possibile sostituirlo.
Fanucci ha spesso di questi problemi, sospetto che dia ai suoi traduttori pochissimo tempo per completare il lavoro e loro non riescano a fare un lavoro accurato. Io vedo con i miei articoli che spesso cambio idea riguardo a come formulare una frase e la riscrivo. Poi, quando rileggo il testo, molte volte vedo che non ho corretto bene, che i tempi non concordano, che mi è rimasta una preposizione che non c'entra nulla o che inizio a parlare al maschile e finisco al femminile e via dicendo. Visto che rileggo trovo gli errori (quasi sempre, a volte sui testi che abbiamo scritto noi siamo talmente convinti di aver scritto qualcosa da non vedere che invece abbiamo scritto qualcos'altro, vuoi proprio per i cambi di idea vuoi perché, semplicemente, abbiamo schiacciato un tasto invece di un altro). Se però un traduttore lavora su un libro di qualche centinaio di pagine e poi non ha il tempo per rileggerlo, quanti strafalcioni possono capitare?
Delle traduzioni parlo nel pezzo che sarà pubblicato lunedì 17. Mi soffermo soprattutto su Martin perché è l'autore che conosco meglio e perché ho letto quasi tutto il trono di spade e la corrispondente parte di A Game of Thrones in parallelo. Però per restare su un autore Fanucci parlo di Jordan. Di Goodkind è un pezzo che non leggo più nulla, ma ricordo benissimo che i refusi erano talmente numerosi da far perdere il conto a chiunque.
Fai una passeggiata, calmati, poi ti siedi e scrivi su un file word. Quindi ti alzi, fai un giro, leggi qualcosa che ti piace (magari di un altro editore ) e quindi torni al computer. Se a questo punto ti sembra che il tuo testo sia chiaro senza sconfinare negli insulti mandalo, Fanucci continuerà a fare quel che gli pare ma tu hai tutti i diritti di lamentarti. E se le lamentele sono troppe magari prendono qualche provvedimento.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID