Nel caso della Hobb abbiamo avuto un ipotetico Pirati e prigionieri diventato La nave in fuga e La nave impazzita diventato La nave dei pirati, mentre I fiumi della guerra di Martin in un primo momento era stato annunciato come Il popolo libero. Per Il dominio della regina le ipotesi preliminari erano state lo scorretto Il dominio di re Cersei e Il regno della regina Cersei, e per L'ombra della profezia era stato ventilato La guerra dei Sette Regni.
Non solo non è facile scagliere un titolo aggiuntivo senza fare spolier e senza esaltare troppo un elemento a scapito di un altro, come avvenuto con Il dominio della regina che fa passare in secondo piano tutti i punti di vista diversi da quello di Cersei. In questo modo si perde anche ogni collegamento con i volumi originali, rischiando di creare confusione nella corretta sequenza di lettura. Per evitarlo si potrebbe mantenere un unico titolo con un numero d'ordine.
Tad Williams ha scritto una trilogia, Il ciclo delle spade, il cui terzo romanzo è lungo il doppio dei due precedenti. La torre dell'angelo verde perciò è stato stampato in un unico volume nell'edizione rilegata e in due volumi, La torre dell'angelo verde vol. 1 e La torre dell'angelo verde vol. 2, in quella tascabile, e in questa forma è arrivato anche in Italia prima nell'edizione Mondadori e poi in quella Armenia.
La stessa Armenia ha adoperato questo sistema anche per Memorie di ghiaccio parte prima e seconda, I cacciatori di ossa parte prima e seconda e Venti di morte parte prima e seconda, ricostruendo almeno nei titoli l'integrità dei romanzi di Erikson spezzati nel loro aspetto fisico. Peccato che La casa delle catene, che nella sequenza di lettura si colloca dopo I giardini della luna, La dimora fantasma e le due parti di Memorie di ghiaccio, venga indicato come quarto romanzo ma di fatto sia il quinto volume. Comunque vada una suddivisione crea sempre problemi nella numerazione corretta delle opere.
In più Brandon Sanderson ha evidenziato un ulteriore problema legato al mercato editoriale. Quando, nel marzo del 2009, ha spiegato sul suo blog che A Memory of Light, romanzo conclusivo della Ruota del Tempo di Robert Jordan, sarebbe stato diviso in tre parti (7), ha parlato anche dei titoli. La sua prima ipotesi era stata quella di mantenere A Memory of Light come titolo unico al quale sarebbero stati affiancati tre titolini per distinguere i vari volumi. La cosa però non era gradita dai librai, il cui sistema informatico si sarebbe trovato in difficoltà nel distinguere i singoli volumi nella fase di rifornimento. I titoli Presagi di tempesta e Le torri di mezzanotte perciò sono stati creati esclusivamente sulla base di motivi tecnici, anche se una volte vista la necessità il Team Jordan ha lavorato per dare a ogni romanzo un titolo adeguato.
Come esiste un tipo di operazione, spesso esiste anche la sua inversa. Se è possibile spezzettare i romanzi in più volumi, è anche possibile accorparli in un unico volume.
In genere la cosa non disturba il lettore, che può acquistare Il ciclo di Shannara (tre romanzi) e Il ciclo degli eredi di Shannara (quattro romanzi) di Terry Brooks o la Trilogia di Bartimeus di Jonathan Stroud, edita da Salani, in un unico volume, con conseguente risparmio economico e di spazio sui propri scaffali o nei singoli volumi originali. Il prezzo da pagare, nel caso dei grossi volumi, è la scarsa maneggevolezza di un libro dalle enormi dimensioni, e a volte anche la fatica di dover leggere un testo stampato con caratteri minuscoli o nel quale ogni spazio bianco è stato soppresso per poter risparmiare spazio.
A volte però i problemi sono ben più gravi. Tornando a Martin il tomo Le cronache del ghiaccio e del fuoco volume 1 ne presenta numerosi altri, da noi già trattati in una precedente occasione (8), e contribuisce, come la successiva edizione dei primi due romanzi nella collana Oscar grandi bestsellers, a rendere caotica la numerazione dei volumi della saga. Una persona che ha letto il quinto volume della saga cosa ha letto?
Fermo restando che il quinto romanzo è A Dance with Dragons, se quella persona ha scelto l’edizione rilegata o quella degli Oscar bestsellers ha letto Tempesta di spade (primo terzo di A Storm of Swords). Se ha preferito i Grandi bestsellers ha letto Il portale delle tenebre (ultimo terzo di A Storm of Swords). Se ha optato per il volume gigante ha letto Il dominio della regina (prima metà di A Feast for Crows), a meno che dopo il volume gigante non sia passato all’edizione da edicola Urania. In quel caso, visto che il terzo romanzo è stato diviso in due parti e non in tre e che il quarto è stato pubblicato in volume unico, il nostro ipotetico lettore ha letto I guerrieri del ghiaccio (primo terzo di A Dance with Dragons). Questo supponendo di cambiare edizione solo quando costretti, perché i volumi successivi della serie non sono stati stampati nell’edizione precedentemente scelta.
28 commenti
Aggiungi un commentoInteressanti questi articoli, ancora non ho avuto la possibilità di leggere tutti i post ma posso dire che:
1) abito in provincia ma se voglio un libro lo trovo, ordinandolo in libreria oppure on line.
2) Erikson mi ha detto che in Germania le sue opere sono state spezzate anche in quattro parti, per motivi editoriali (la traduzione "lievitava"
3) sono curiosa di leggere l'articolo che parlerà delle traduzioni: su queste ho il dente non avvelenato, di più.
Condivido la tua curiosità, Cristina.
@ Martina
Ti ringrazio perché la tua risposta è stata puntuale, precisa e competente. Io non faccio come (primo) lavoro un'attività legata al mondo dei libri, perciò non conosco tante dinamiche, ma alcune sì.
Ero stato impreciso nel mio intervento precedente e in effetti mi sarei comunque corretto, ma mi hai preceduto: nessuna libreria mi ha impedito di ordinare un libro presente nel suo catalogo, bensì mi ha assolutamente negato il piacere di poter ordinare un libro fuori catalogo, di editori che non erano conosciuti (dalla libreria in questione, perché altrimenti abbastanza noti...). E devo sottolineare come ci siano grossi problemi talvolta con la distribuzione, che spesso con gli editori ha ben poco a che fare... Però non è corretto - secondo me - lasciare un cliente senza informazioni adeguate; e comunque senza un adeguato "ricambio" editoriale resta il fatto che ci troveremo sempre a leggere la stessa roba, in una salsa o in un'altra.
Non sono completamente d'accordo con le politiche di vendita delle librerie perché secondo me peccano di lungimiranza. Il discorso: un libro è di una grande casa editrice, oppure è di Paolini, oppure è pubblicizzato con cartelloni megagalattici perché parla di una ragazza drago e si inscrive nella scia tracciata dalla Troisi, e allora vende, beh...è vero, ma un po' miope: pretende che gli utenti siano ignoranti e tali restino per sempre. E invece, se non erro, le vendite calano. E non penso sia solo dovuto alla crisi. Molta gente è stufa. Non è stimolata a cercare qualcosa di nuovo, perché nemmeno sa che esiste. Allora si rifugia negli Harmony e buona notte a tutti.
Comunque non è certo colpa degli addetti alla vendita, ma delle politiche di gestione adottate a livello più alto. Politiche che spesso sono demoralizzanti per chi comunque con l'editoria deve in qualche modo interfacciarsi, senza capirne per nulla i meccanismi e le regole, spesso assai criptiche...
Un'ultima cosa, su quanto hai detto:
E poi hai detto che è a Milano...
Beh, io sono abbastanza fortunato perché di solito vado in libreria a Bologna, ma pensa a chi vive in un posto piccolo. Scelta pari a zero. E via, tutti a leggere libri con "cinquanta sfumature" diverse e che tuttavia si assomigliano tutti quanti...
A livello editoriale si definisce fuori catalogo un libro per il quale l'editore non detiene più i diritti. Magari lo sapevi, magari no. A volte tendiamo a dare per scontati termini tecnici che noi usiamo quotidianamente, senza renderci conto che per chi si occupa di altro possono essere termini un po' oscuri.
Il libro fuori catalogo non è ordinabile o, se la libreria ne ha ancora qualche copia, non lo può rendere, perché legalmente l'editore non ne è più proprietario, in un senso come nell'altro.
Se invece è semplicemente un editore sconosciuto dalla libreria ci possono essere due casi. Può essere un libro che il libraio non sa di poter ordinare, specie se la libreria è grande. Io non ricordo tutti gli editori che trattiamo.
Qualche mese fa ho scritto un articolo relativo all'assegnazione del World Fantasy Award for Lifetime Achievement a George R.R. Martin e Alan Garner. Credo che nessuno abbia dubbi sul fatto che io conosca abbastanza bene la carriera di Martin da poterne scrivere con facilità.
Garner però mi era sconosciuto, e quindi ho dovuto fare una ricerca specifica. Ho scoperto così che i suoi libri sono pubblicati da un editore che in precedenza forse non avevo mai neppure sentito nominare, Filadelfia. Però, siccome quello che ho letto su Garner mi ha incuriosita molto, appena arrivata al lavoro ho fatto un controllo e ho scoperto che avevamo la scheda dei tre libri, anche se il computer non indicava il fornitore. Così ho preso il catalogo degli editori, ho visto chi era il distributore e ho inserito l'ordine a computer chiedendomi se il libro sarebbe arrivato o no. Visto che è arrivato l'ho acquistato e letto.
Questo tipo di procedura, verifica del'esistenza della scheda ed eventuale controllo del distributore, per me e i miei colleghi è prassi normale, anche se non sempre possiamo ordinare il libro.
Se il libro non ha la scheda non lo ordiniamo. Se il distributore non è uno di quelli con cui siamo in contatto idem. Io non ricordo tutte le parecchie centinaia di editori che teniamo in negozio, però ricordo quei nemmeno 30 fornitori con cui siamo in contatto, e se quel libro non è distribuito da nessuno di loro non lo posso ordinare.
Ecco, fa una grossa differenza il fatto che io non ricordi il nome dell'editore (dettaglio marginale a cui si rimedia facilmente) o che non ci siano rapporti commerciali fra di noi, perché in quel caso per me è come se quel libro non esistesse. Ripeto, io so benissimo che Elara esiste, terrei molto volentieri i loro libri però non posso. Non conosco Ciesse, se qualcuno dovesse chiedermi un loro libro farei uno specifico controllo.
Vero, li abbiamo avuti anche noi, ed è un peccato sia per noi che perdiamo i clienti che per gli editori che perdono vendite. Però se la nostra amministrazione e quella del distributore devono risolvere questioni burocratiche non c'è nulla che possa farci. Posso solo essere onesta con in cliente e dire che il servizio ordini è temporaneamente sospeso.
Se un libraio non spiega le cose chiaramente è un suo errore, anche se (e non mi sto riferendo a te, sia perché non ci siamo mai incontrati sia perché dal tono delle tue risposte direi che tu sei tutto meno che maleducato) se il cliente è maleducato ti assicuro che passa la voglia di dare qualsiasi informazione e ci si limita al minimo indispensabile.
Purtroppo questo aspetto è legato alle vendite: se un libro vende si tiene in negozio, se non vende no, indipendentemente da ogni altra considerazione. In passato io ho reso Le torri di cenere e I re di sabbia di Martin perché non vendevano. Il fatto che a me quei libri siano piaciuti molto non aveva nessuna rilevanza. Posso forse fare un'eccezione, perché penso di poter consigliare io un determinato libro al cliente giusto, ma non posso farne in continuazione altrimenti il negozio chiude.
@ Martina
Ti ringrazio per le ulteriori precisazioni.
Solo per definire più precisametne il contesto in cui mi stavo muovendo:
No: intendevo solo dire che la libreria non conosceva l'editore nello specifico.
Ecco, dunque: era proprio questo il punto della mia riflessione. Siccome NON sussistevano rapporti commerciali tra la libreria e l'editore (o meglio, in quel caso mi è stato detto che non esistevano rapporti tra la libreria e il distributore dell'editore) mi è stato detto che il libro non era ordinabile. Ora grazie alla tua spiegazione la dinamica mi è più chiara.
Resta il fatto che nella fattispecie (o meglio: nelle fattispecie, perché in realtà l'esperimento l'ho tentato più volte), non sempre mi sono trovato davanti persone "godevoli". Non posso dire che siano state irrispettose, anche perché avendole io trattate con rispetto non mi hanno potuto ripagare con moneta troppo diversa, però certo non proprio affabili. Questo è un problema della singola persona, anche se ho notato che nella mia città alcune specifiche librerie sembrano essere fatte apposta per contenere strani personaggi altezzosi e poco disponibili.
Peccato, però. A me andare in libreria piace sempre molto.
Certe situazioni sono così grottesche, che si potrebbe ridere, se il quadro non fosse così fosco. Poi non ci si deve meravigliare se certe case editrici vengono disprezzate e prese a male parole. Ma si sa, la vita rende quello che si dà e si merita. Vedere le reazioni dei lettori in risposta a questo post di Fanucci:
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