Complicato? Certo, e questo è il motivo per cui i nuovi appassionati faticano a orientarsi nella saga e quando si parla con qualcuno dei vari avvenimenti bisogna fare molta attenzione all’indicazione del volume esatto per evitare spiacevoli spoiler.
Una notevole confusione c'è anche con due saghe di David Eddings. Nelle vecchie edizioni Nord e Tea del Ciclo dei Belgariad e nelle prime edizioni Sperling & Kupfer datate agli anni '80-'90 del successivo Ciclo dei Mallorean i cinque volumi (a saga) corrispondono ai cinque romanzi di Eddings. Nel nuovo millennio però Fanucci ha acquistato i diritti del primo ciclo ripubblicandolo in tre volumi. Abbiano così Il ciclo di Belgariad volume 1 che comprende Il segno della profezia e La regina della magia, Il ciclo di Belgariad volume 2 che comprende La valle di Aldur e Il castello incantato e Il ciclo di Belgariad volume 3 che corrisponde a La fine del gioco. La scelta di Sperling & Kupfer è stata diversa, con la pubblicazione di due soli volumi. Sono così arrivati in libreria La saga dei Mallorean volume 1 che comprende I guardiani della luce, Il re dei Murgos e Il signore dei demoni e La saga dei Mallorean volume 2 che comprende La maga di Darshiva e La profetessa di Kell.
Un ultimo punto merita attenzione. È opinione comune che la fantasy sia costituita da trilogie, anche se quest’idea ultimamente sta venendo sfatata dall’esistenza di numerosissime saghe in enne volumi.
Il signore degli anelli è stato pubblicato come trilogia per motivi editoriali: la Seconda guerra mondiale era finita da pochi anni, c’era una forte crisi e la carta su cui stampare i libri era una merce rara e preziosa. Quando il romanzo ha avuto successo, però, si è formata nel grande pubblico l’erronea convinzione che si trattasse di una trilogia e non di un’opera unica. Da qui alla percezione che il formato migliore per il genere fantasy sia quello della trilogia il passo è stato breve.
Così, quando nel 1997 Nord ha iniziato a pubblicare la duologia di Sean Russell Moontide and magic Rise, ha optato per un’edizione in tre volumi. L’ombra magica corrisponde alle prime 498 pagine di World Without End, Oceana comprende la parte conclusiva di quel romanzo e le prime 235 pagine di Sea Without a Shore e L’ultimo enigma è costituito dai due terzi finali proprio di Sea Without a Shore. Evidentemente soddisfatta dallo spezzatino che ha scombinato tutti i climax ideati dallo scrittore, Nord si è ripetuta con la successiva duologia di Russell, Initiate Brother, diventata anch’essa una trilogia.
Le storie incompiute e le attese infinite
A volte capita di iniziare una serie, esserne affascinati e poi non riuscire a terminare la lettura perché i volumi successivi non sono stati tradotti. Il caso più famoso per molto tempo è stato quello della Ruota del Tempo di Robert Jordan.
Iniziata nel 1992 con L’Occhio del Mondo, pubblicato da Mondadori, negli anni successivi la saga si è arricchita di La grande caccia (1993) e Il drago rinato (1995), editi con il marchio Interno Giallo/Mondadori. Interno Giallo era una casa editrice in difficoltà che Mondadori per un breve periodo aveva provato a rilanciare. Dopo la scomparsa definitiva del marchio per la saga è cessata ogni pubblicazione fino al 2002, quando Fanucci ha deciso di ripubblicarla a partire dal primo volume. Per avere un nuovo romanzo, L’ascesa dell’Ombra, i vecchi lettori hanno dovuto aspettare il 2004, con un intervallo di ben nove anni fra il terzo e il quarto.
Peggio è andata a chi aveva iniziato a leggere l’Imperial Series di Mark Robson, di cui Mondadori ha tradotto solo i primi due volumi, La spia di Shandar e L’assassino di Shandar, e ignorato totalmente l’ultimo, Imperial Traitor, o a chi aveva apprezzato Il grande regno, primo volume della trilogia La guerra dei cigni di Russell mai proseguita con la traduzione dei seguiti.
Perché questa situazione? Noi tendiamo a non pensarci, a vedere nel libro solo le emozioni che ci sa trasmettere, ma non dobbiamo dimenticare che anche i libri sono dei prodotti. Possono cambiarci la vita o semplicemente farci passare qualche piacevole ora, ma sono oggetti sulla cui produzione qualcuno investe dei soldi e che qualcun altro vende. Il fatto che possano toccarci profondamente è solo uno degli aspetti che li contraddistingue, un aspetto che non potrebbe esistere senza l’altro, quello della realizzazione fisica e della commercializzazione di quei fogli di carta stampati.
28 commenti
Aggiungi un commentoInteressanti questi articoli, ancora non ho avuto la possibilità di leggere tutti i post ma posso dire che:
1) abito in provincia ma se voglio un libro lo trovo, ordinandolo in libreria oppure on line.
2) Erikson mi ha detto che in Germania le sue opere sono state spezzate anche in quattro parti, per motivi editoriali (la traduzione "lievitava"
3) sono curiosa di leggere l'articolo che parlerà delle traduzioni: su queste ho il dente non avvelenato, di più.
Condivido la tua curiosità, Cristina.
@ Martina
Ti ringrazio perché la tua risposta è stata puntuale, precisa e competente. Io non faccio come (primo) lavoro un'attività legata al mondo dei libri, perciò non conosco tante dinamiche, ma alcune sì.
Ero stato impreciso nel mio intervento precedente e in effetti mi sarei comunque corretto, ma mi hai preceduto: nessuna libreria mi ha impedito di ordinare un libro presente nel suo catalogo, bensì mi ha assolutamente negato il piacere di poter ordinare un libro fuori catalogo, di editori che non erano conosciuti (dalla libreria in questione, perché altrimenti abbastanza noti...). E devo sottolineare come ci siano grossi problemi talvolta con la distribuzione, che spesso con gli editori ha ben poco a che fare... Però non è corretto - secondo me - lasciare un cliente senza informazioni adeguate; e comunque senza un adeguato "ricambio" editoriale resta il fatto che ci troveremo sempre a leggere la stessa roba, in una salsa o in un'altra.
Non sono completamente d'accordo con le politiche di vendita delle librerie perché secondo me peccano di lungimiranza. Il discorso: un libro è di una grande casa editrice, oppure è di Paolini, oppure è pubblicizzato con cartelloni megagalattici perché parla di una ragazza drago e si inscrive nella scia tracciata dalla Troisi, e allora vende, beh...è vero, ma un po' miope: pretende che gli utenti siano ignoranti e tali restino per sempre. E invece, se non erro, le vendite calano. E non penso sia solo dovuto alla crisi. Molta gente è stufa. Non è stimolata a cercare qualcosa di nuovo, perché nemmeno sa che esiste. Allora si rifugia negli Harmony e buona notte a tutti.
Comunque non è certo colpa degli addetti alla vendita, ma delle politiche di gestione adottate a livello più alto. Politiche che spesso sono demoralizzanti per chi comunque con l'editoria deve in qualche modo interfacciarsi, senza capirne per nulla i meccanismi e le regole, spesso assai criptiche...
Un'ultima cosa, su quanto hai detto:
E poi hai detto che è a Milano...
Beh, io sono abbastanza fortunato perché di solito vado in libreria a Bologna, ma pensa a chi vive in un posto piccolo. Scelta pari a zero. E via, tutti a leggere libri con "cinquanta sfumature" diverse e che tuttavia si assomigliano tutti quanti...
A livello editoriale si definisce fuori catalogo un libro per il quale l'editore non detiene più i diritti. Magari lo sapevi, magari no. A volte tendiamo a dare per scontati termini tecnici che noi usiamo quotidianamente, senza renderci conto che per chi si occupa di altro possono essere termini un po' oscuri.
Il libro fuori catalogo non è ordinabile o, se la libreria ne ha ancora qualche copia, non lo può rendere, perché legalmente l'editore non ne è più proprietario, in un senso come nell'altro.
Se invece è semplicemente un editore sconosciuto dalla libreria ci possono essere due casi. Può essere un libro che il libraio non sa di poter ordinare, specie se la libreria è grande. Io non ricordo tutti gli editori che trattiamo.
Qualche mese fa ho scritto un articolo relativo all'assegnazione del World Fantasy Award for Lifetime Achievement a George R.R. Martin e Alan Garner. Credo che nessuno abbia dubbi sul fatto che io conosca abbastanza bene la carriera di Martin da poterne scrivere con facilità.
Garner però mi era sconosciuto, e quindi ho dovuto fare una ricerca specifica. Ho scoperto così che i suoi libri sono pubblicati da un editore che in precedenza forse non avevo mai neppure sentito nominare, Filadelfia. Però, siccome quello che ho letto su Garner mi ha incuriosita molto, appena arrivata al lavoro ho fatto un controllo e ho scoperto che avevamo la scheda dei tre libri, anche se il computer non indicava il fornitore. Così ho preso il catalogo degli editori, ho visto chi era il distributore e ho inserito l'ordine a computer chiedendomi se il libro sarebbe arrivato o no. Visto che è arrivato l'ho acquistato e letto.
Questo tipo di procedura, verifica del'esistenza della scheda ed eventuale controllo del distributore, per me e i miei colleghi è prassi normale, anche se non sempre possiamo ordinare il libro.
Se il libro non ha la scheda non lo ordiniamo. Se il distributore non è uno di quelli con cui siamo in contatto idem. Io non ricordo tutte le parecchie centinaia di editori che teniamo in negozio, però ricordo quei nemmeno 30 fornitori con cui siamo in contatto, e se quel libro non è distribuito da nessuno di loro non lo posso ordinare.
Ecco, fa una grossa differenza il fatto che io non ricordi il nome dell'editore (dettaglio marginale a cui si rimedia facilmente) o che non ci siano rapporti commerciali fra di noi, perché in quel caso per me è come se quel libro non esistesse. Ripeto, io so benissimo che Elara esiste, terrei molto volentieri i loro libri però non posso. Non conosco Ciesse, se qualcuno dovesse chiedermi un loro libro farei uno specifico controllo.
Vero, li abbiamo avuti anche noi, ed è un peccato sia per noi che perdiamo i clienti che per gli editori che perdono vendite. Però se la nostra amministrazione e quella del distributore devono risolvere questioni burocratiche non c'è nulla che possa farci. Posso solo essere onesta con in cliente e dire che il servizio ordini è temporaneamente sospeso.
Se un libraio non spiega le cose chiaramente è un suo errore, anche se (e non mi sto riferendo a te, sia perché non ci siamo mai incontrati sia perché dal tono delle tue risposte direi che tu sei tutto meno che maleducato) se il cliente è maleducato ti assicuro che passa la voglia di dare qualsiasi informazione e ci si limita al minimo indispensabile.
Purtroppo questo aspetto è legato alle vendite: se un libro vende si tiene in negozio, se non vende no, indipendentemente da ogni altra considerazione. In passato io ho reso Le torri di cenere e I re di sabbia di Martin perché non vendevano. Il fatto che a me quei libri siano piaciuti molto non aveva nessuna rilevanza. Posso forse fare un'eccezione, perché penso di poter consigliare io un determinato libro al cliente giusto, ma non posso farne in continuazione altrimenti il negozio chiude.
@ Martina
Ti ringrazio per le ulteriori precisazioni.
Solo per definire più precisametne il contesto in cui mi stavo muovendo:
No: intendevo solo dire che la libreria non conosceva l'editore nello specifico.
Ecco, dunque: era proprio questo il punto della mia riflessione. Siccome NON sussistevano rapporti commerciali tra la libreria e l'editore (o meglio, in quel caso mi è stato detto che non esistevano rapporti tra la libreria e il distributore dell'editore) mi è stato detto che il libro non era ordinabile. Ora grazie alla tua spiegazione la dinamica mi è più chiara.
Resta il fatto che nella fattispecie (o meglio: nelle fattispecie, perché in realtà l'esperimento l'ho tentato più volte), non sempre mi sono trovato davanti persone "godevoli". Non posso dire che siano state irrispettose, anche perché avendole io trattate con rispetto non mi hanno potuto ripagare con moneta troppo diversa, però certo non proprio affabili. Questo è un problema della singola persona, anche se ho notato che nella mia città alcune specifiche librerie sembrano essere fatte apposta per contenere strani personaggi altezzosi e poco disponibili.
Peccato, però. A me andare in libreria piace sempre molto.
Certe situazioni sono così grottesche, che si potrebbe ridere, se il quadro non fosse così fosco. Poi non ci si deve meravigliare se certe case editrici vengono disprezzate e prese a male parole. Ma si sa, la vita rende quello che si dà e si merita. Vedere le reazioni dei lettori in risposta a questo post di Fanucci:
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