Ma, nonostante in alcuni (rari) casi il senso delle frasi sia un po' carente, quella di Martin non è certo la traduzione peggiore in circolazione. Se il primo volume della Ruota del Tempo di Robert Jordan ha potuto beneficiare della traduzione Mondadori curata da G.L. Staffilano, a partire dal secondo il lavoro è stato affidato a Valeria Ciocci. Il risultato, da L'ascesa dell'Ombra in poi, è stato pessimo con frasi sgrammaticate, concordanze dei tempi errate, soggetti invertiti e sviste di vario genere. La “perla” probabilmente si trova nei Fuochi del cielo, là dove si parla di “battaglia con il catrame” (10). Certo, fra i significati della parola pitch usata da Robert Jordan c'è quello di pece, ma probabilmente alla Ciocci è sfuggito il fatto che l'espressione pitched battle significa letteralmente battaglia campale, ed è questo ciò che ha scritto Jordan: che in una ben precisa località c'era stata una battaglia campale.
La qualità della traduzione di questi romanzi ha fatto arrabbiare a tal punto gli appassionati da spingerli a contattare la casa editrice per esprimere le loro rimostranze. In questo caso le lamentele sono state ascoltate visto che l'ottavo romanzo, Il sentiero dei pugnali, è stato tradotto da Nello Giugliano e che i successivi, dal Cuore dell'inverno in poi, sono stati tradotti da Gabriele Giorgi. Peccato solo che dopo un iniziale sensibile miglioramento la qualità della traduzione sia nuovamente calata, e che anche i semplici refusi abbiano ricominciato ad abbondare.
Viene da chiedersi, ma in questo caso la risposta la potrebbero dare solo le case editrici, se ai traduttori sia stato concesso abbastanza tempo per lavorare e se ci sia ancora la figura del correttore di bozze all'interno della loro struttura.
Con Jordan c'è stato anche un altro problema, legato in questo caso all'intervento di un terzo editore. Nel giugno del 2002, cioè sette anni dopo la pubblicazione del Drago rinato da parte di Interno Giallo/Mondadori e un mese prima della ripubblicazione di L'Occhio del Mondo da parte di Fanucci, Sperling & Kupfer ha pubblicato Legends 2, un'antologia contenente, fra l'altro, il racconto Nuova primavera, prequel alla saga della Ruota del Tempo. Ovvio che Sperling e Kupfer si sia affidato a un proprio traduttore, in questo caso a Marina Deppisch, la quale ha fatto esattamente ciò che le era stato chiesto: ha tradotto il racconto. Solo che quando lei ha letto Dark One o Warder li ha tradotti rispettivamente come Male Supremo o Guardia del corpo, mentre nei romanzi gli stessi termini sono stati tradotti come Tenebroso e Custode.
Questi non sono gli unici vocaboli dalla diversa traduzione, e sottolineano i problemi che si possono creare quando una saga viene tradotta da più editori. La Deppisch non poteva sapere nulla della versione Fanucci della saga visto che non era ancora stata pubblicata, e quella Mondadori era molto vecchia, ma anche nel caso in cui i romanzi fossero stati regolarmente in commercio è impensabile che un traduttore faccia una ricerca completa sull'esistenza di altre opere dello stesso autore e sulle modalità della loro traduzione, altrimenti il tempo necessario per ogni traduzione si allungherebbe a dismisura.
Per motivi diversi – eccessive libertà da parte del traduttore nel caso di Martin, sviste grammaticali nel caso di Jordan – entrambe le saghe beneficerebbero di una revisione della traduzione. Revisione che quasi certamente non ci sarà mai, a differenza di quanto fatto da Salani quando ha iniziato a pubblicare l'edizione economica della saga di Harry Potter firmata da J.K. Rowling. Una nuova traduzione, però, non significa necessariamente risolvere tutti i guai, e anzi ne può creare di nuovi, come non abbiamo mancato di segnalarvi (11) parlando di alcune scelte discutibili e poco coerenti. Ritradurre parte dei nomi e lasciarne altri invariati rende poco omogeneo il testo e crea problemi di comprensione al lettore che dovesse inavvertitamente acquistare i diversi volumi della saga in edizioni diverse. Se, per fare un esempio, per i nomi di tre delle Case di Hogwarts – Grifondoro, Corvonero (12) e Serpeverde – non abbiamo alcun dubbio, come si chiama la quarta casa? Se la risposta è Tassorosso siete lettori delle vecchie edizioni, se è Tassofrasso siete invece lettori dell'ultima.
8 commenti
Aggiungi un commentoAlcune volte io mi domando se il traduttore sappia almeno l'italiano, dato che vari refusi sono dovuti al congiuntivo o alla forma sintattica della frase, non alla vera e propria traduzione. Parlo soprattutto dell'edizione TEA di Darkover.
La Salani, comunque, ha fatto altri restyling di HP: quando viene cambiato il nome della Casa da Pecoranera a Corvonero (anche se poi c'è confusione sul nome della fondatrice) e quando si corregge da 'lucchetto' a 'medaglione' nel quinto volume. Peccato che non abbia pensato a correggere anche il madornale errore, se non nell'ultima ri-traduzione, tra 'mud-blood' e 'half-blood', che ha creato numerosi dubbi sul significato di 'mezzosangue', utilizzato come traduzione per entrambi i termini.
@Palin: esistono due linee di pensiero. Quella esposta da te e Martina (e che ho usato pure io in passato) è la più corretta; l'altra, quella che ho esposto nel commento, è rappresentativa di ciò che sta alla base della storia.
In ogni modo, la traduzione di Armenia è traviante e ha ben poco a che vedere con la saga.
Non credo che la grammatica inglese sia opinabile, ma vedo di documentarmi meglio.
Giusto. Le linee di pensiero cui facevo riferimento non sono certo di grammatica: la traduzione corretta è quella che dici. Quella a cui mi riferivo si tratta d'interpretazione ed è rivolta al significato che si vuol dare con il titolo.
Il Libro dei Caduti di Malazan rende bene il tema della saga di Erikson, ovvero che ogni guerra, da qualsiasi parte la si guardi ha i suoi caduti: possono esserci motivazioni diffferenti, ma il risultato è sempre quello. Morti. Se Armenia avesse percorsa questa strada sarei stato più che soddisfatto.
Il Libro Malazan del Caduto lo trovo, dal mio punto di vista, più profondo perché va a mostrare dove le radici di questi conflitti vanno ad affondare. Ma questo può esserre scoperto addentrandosi nella saga; forse la preferisco all'altra perché è con essa che dopo essere finiti nel vortice degli eventi e trascinati a destra e a manca si comincia a capire qualcosa
Mi permetto un'ulteriore precisazione: la traduzione corretta sarebbe "Libro Malazan dei caduti", dato che in "Malazan Book", "malazan" è un ovvio aggettivo determinativo di "book". Sul senso, fa riferimento ai "libri dei caduti" di Napoleone, come dichiarato dallo stesso Erikson in una delle sue prime interviste. Ma, insomma, cambia poco...
Questo (grosso) errore fu segnalato già nella prima recensione, qui su FM. Ci sarebbe di che soffermarsi all'interno del testo: con Erikson la traduzione non è stata buona, ma è un autore talmente complesso che troppo spesso il senso delle sue parole scritte viene travisato. E il lettore finisce per avere dettagli incoerenti in mente, capendoci ben poco. Morale? Erikson va letto rigorosamente in inglese. Se non lo si sa, in italiano, ma non è la stessa cosa.
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