Credo di aver capito quale sia l’intento di Lord Manco, Emanuele di tutte le redazioni, Gran portatore della notizia fantastica. L’ho capito dai modi subdoli in cui mi ordina, con editto imperiale siglato in ceralacca digitale, di scrivere articoli su cose che sapevo nemmeno esistere. Lui non ammette ignoranza, propone la tolleranza zero sui deficit di attenzione fantasy. Peggio: lui vuole farmi crescere come individuo, vuole arricchirmi, anche se solo intellettualmente. Perché apparire con un articolo sulla gloriosa testata Fantasy Magazine è un privilegio per pochi eletti e come i cavalieri della Tavola Rotonda, noi cavalieri della news veniamo sguinzagliati ai quattro angoli del reame per scoprire nuove avventure e per aprire nuovi passaggi.
Ed è questo il motivo che la news di oggi parla di una serie di cartoni animati di cui non ho, di nuovo, mai sentito parlare. Una serie che in Italia è arrivata solo parzialmente e che risale agli inizi degli anni ’90.
Capirete che questo mi costringe a dovermi informare, chiedere alle mie fonti anonime di trovarmi materiali di confronto. Devo persino aprire le mie “antologie olistiche” per trovare traccia dell’argomento. E, alla fine di tutto questo tortuoso percorso, il miracolo che succede sempre è che esplodo in una domanda esistenziale: “perché diavolo non lo conoscevo?”
The Pirates of Dark Water è un Cult Sci-Fi Toon, uscito nel 1991 come una miniserie divisa in cinque parti. La storia parla di Mer, un mondo alieno che è stato divorato da una sostanza malvagia nota come Dark Water. In questo mondo pericoloso il giovane principe Ren è l’unico che può opporsi al disastro e per farlo parte alla ricerca dei Tredici Tesori perduti della Regola. Aiutato dal suo equipaggio formato da Tula, la donna ecomago che controlla gli elementi e la vita biologica e Niddler, una scimmia-uccello che aiutò Ren in una rocambolesca fuga da morte certa. A mettersi di traverso nel loro navigare c’è il grasso e malvagio signore dei pirati Bloth, anch’egli desideroso di acquisire i Tredici Tesori.
Visto che la Disney si trova molto a suo agio con i pirati, questa potrebbe essere una facile soluzione da proporre al pubblico, ansioso di assistere alle nuove avventure del Pirata Jack Sparrow.
Dai cartoni di Hanna & Barbera sono stati prodotti negli anni successi di pubblico e botteghino come Scooby Doo o l’amatissimo Orso Yoghi e, visto che la miniserie dei Pirati di Dark Water era stato particolarmente apprezzato dal pubblico statunitense, sembra più che sensato un serio interessamento. Abbastanza per avviare le pratiche di una trasposizione sul grande schermo.
Nella wish-list di un’ipotetica regia si è fatto il nome di James Cameron, e di una possibile partecipazione dell’idolo teen Zac Efron, nella parte di Ren. Ma qui siamo solo nelle fasi iniziali e forse è ancora prematuro pensare già a una produzione.
Questo, per ora, è tutto ciò che sono riuscito a sapere ma spero, anzi supplico che Lord Manco, nella sua foga di ricerca indie di notizie non scopra mai le prelibatezze produttive nel mondo est-europeo. Gli dei pagani non vogliano che arrivino alla sua attenzione notizie come la possibile trasposizione cinematografica del fantasmagorico cartone animato Ungherese La famiglia Mezzil, una saga particolarmente amata nel mondo cirillico e, magari, affidata al grande regista ucraino Vadym Jusupovyč Abdrašytov. I miei spacciatori di news si farebbero pagare una fortuna per le traduzioni, la trasferta in dacia e le degustazioni di caviale… e io non me lo posso proprio permettere.
3 commenti
Aggiungi un commentoCorrezione: I Pirati dell'Acqua Nera è uscito in Italia, dato che quando ero più giovane ho visto diverse puntate di questo cartone; se non ricordo male (ma sono passati ormai parecchi anni e potrei sbagliarmi) sono state trasmesse sulle reti Rai. Il prodotto era carino, la storia e l'ambientazione interessanti, peccato che non è mai giunto al termine, visto che la serie s'interruppe con solo otto dei tredici pezzi ritrovati, lasciando la trama incompleta.
Bene, vedo che l'articolo è stato corretto
A dire il vero, a me interessa molto di più l'accenno alla famiglia mezzil. Se lo ricorda perfino mia mamma (che l'aveva guardato assieme a me, senza nemmeno esserne costretta più di tanto ).
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