- Perché l’ultimo, luogotenente?
- Credo si dica solo per scaramanzia, signore.
- Ah, ecco. D’accordo, sì, facciamo le cose per bene anche stavolta…
La mole possente del Generale Caradoc si voltò verso l’esercito riunitosi nel mastio, contemplando i volti trepidanti di paura e coraggio.
- In questo giorno siamo chiamati alla più grande delle prove. Qualcosa di non umano sta per abbattersi su di noi. Ma non sarà questo a far vacillare il nostro coraggio! Non sarà un numero tre volte il nostro di demoni a forma di stomaco dotati di artigli e denti in posti improbabili a far nascere la paura nei nostri cuori! Non sarà la prospettiva di una lenta e dolorosa digestione di noi stessi all’interno delle loro carcasse a far tremare le nostre gambe! Non sarà il rumore disgustoso e inumano dei loro denti che penetrano nelle nostre membra a…
- Generale, potrebbe fare una pausa? Stanno sostituendo una decina di arcieri che si sono precipitati alle latrine.
- Mi sono lasciato trasportare.
- È normale, signore.
Tuttavia, nonostante l’umana paura serpeggiasse tra alcuni membri del suo esercito, il Generale Caradoc rimase saldo nei suoi principi e nei suoi obiettivi.
- Quindi niente donne.
- No, signore. Però ha sempre sua moglie.
- Mi dicevano che al momento della battaglia mia moglie sarebbe andata incontro a una tragica sorte dall’altra parte della regione Oltre i Confini.
- Esigenze di storia, signore?
- Già, anche se era stata introdotta solo due capitoli fa. A pagina 321 non sapevo neanche di avere una moglie.
- Tempi duri. A pagina 321 c’era ancora il dubbio se dovessi o meno essere una donna, per esigenze di storia.
- Oh. E… lo sei?
- Non che io sappia, generale. Ma la informerò se nei prossimi capitoli dovesse cambiare qualcosa.
- Ritieni che sopravvivremo?
- Sinceramente, signore?
- No.
- Sopravvivremo. Dopotutto, non credo che esigenze di storia impongano a uno degli Undici di venire ucciso. Potrebbe perdere gli arti, magari. O una parte di faccia. O subire una mutazione...
- Ma non avevamo qualche mago nell’esercito?
- Una coppia di maghi, sì.
- E non potrebbero fare qualcosa?
- Uhm, lui è contro la guerra, signore. E lei sta curando i feriti.
- Contro la guer… e perché ce l’hanno mandato?
- Perché era il suo destino, signore.
- E la maga che cura i feriti? Siamo assediati da tre mesi, non abbiamo feriti!
- Pare che faccia parte del fascino della storia avere una maga che cura i feriti.
- CAPISCO.
***
Le nubi d’oscurità avevano ormai coperto la terra, già sofferente per il sangue che l’avrebbe resa sterile, quando l’avanguardia dei demoni Scarver divenne ben visibile dai merli della Roccaforte di Luce. Il Generale e il suo esercito erano preparati a momenti come questo, l’attesa dello scontro e di una bella morte.
- C’è qualcosa di tremendamente stonato nella definizione “bella morte”.
- Signore, gli uomini chiedono ordini.
Il Generale Caradoc prese un profondo respiro, si batté un pugno sulla corazza dorata e si voltò per lanciare uno sguardo fiero al suo luogotenente.
- Attaccate solo quando vedete… Uhm, sono dotati di occhi da qualche parte?
- Sì, signore.
- Bene, almeno questo.
Il Generale si erse in tutta la sua altezza e lanciò un’occhiata al gruppo di arcieri più vicini. Il suo petto si gonfiò e lui urlò con ardore.
- Attaccate solo quando vedete il bianco dei loro occhi!
Dato l’ordine, il Generale Caradoc lanciò il suo urlo di guerra e scese rapidamente i gradini per conferire con le truppe. Gli arcieri esultarono e si apprestarono a incoccare le frecce. Il luogotenente seguì fiero il proprio signore.
- Uhm, signore, il fatto è che… cioè, non credo gli uomini sappiano…
- Cosa, luogotenente?
- Uhm. I demoni Scarver non hanno bianco negli occhi.
- …
- Sono desolato, ma potremmo fare in tempo ad avvertire…
- Chi lo dice che non hanno bianco negli occhi?!
- Lui, signore. A pagina 157.
- Ma… ma… a pagina 112 durante la presa del Mastio delle Tenebre…
- Ha cambiato idea nel frattempo, signore. Uhm. Esigenze di storia.
- E TU COME LO SAI?
- Io potrei essere l’uomo o donna, o quel che sarà, nominato nella profezia, e quindi… comunque non è ancora deciso, signore, magari si verrà a scoprire che morirò orribilmente tra pochi minuti e tutto sommato un colore di occhi non è così import…
Un dardo di balestra gigante sibilò funesto oltre i merli e sfondò un calderone di pece bollente. Il contenuto si riversò all’esterno, provocando urla di dolore e panico nell’esercito umano. Gli arcieri rilasciarono la prima carica di frecce, che si perse nel terreno un attimo prima che arrivassero i demoni Scarver con le loro scale. I loro ruggiti riecheggiarono lungo le mura fino alle orecchie del Generale.
6 commenti
Aggiungi un commentoLa selezione però è "permanente", nel senso che chiunque abbia racconti li può sempre mandare all'indirizzo redazione@fantasymagazine.it. Certo vincere o arrivare finalista a una selezione ha un'altro fascino, ma se il racconto è valido si può essere sempre pubblicati.
Come va Ring? Sei emigrata in Germania?
(Manda subito il tuo racconto , cosa aspetti????)
A me ha fatto morire dal ridere. Un idea geniale e ben scritta. Ho particolarmente apprezzato la loquacità dei demoni....
Brava!
MHUAHUAHAUAHA! Geniale!
Bellissima idea!
Veramente esilarante!
Di solito io non apprezzo l'ironia nel fantasy ma questo mi è piaciuto moltissimo.
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