Ammetto che il titolo sia quello italiano, sia quello inglese avevano suscitato in me qualche perplessità, nonostante Rise of The Guardians (L’ascesa dei Guardiani) sia più pertinente. L'idea di mischiare cinque leggende mi sembrava un escamotage per far presa sui bambini e mi chiedevo come avrebbero reagito quelli italiani davanti a storie che non fanno parte della nostra tradizione, ma che sono conosciute, a volte in parte, attraverso film, cartoni animati, programmi televisivi.
Il motore primo è l'incursione nel palazzo di Nord, alias Babbo Natale, dell'Uomo nero, Pitch, intenzionato a riprendere potere rafforzando la propria identità.
È proprio questo il nucleo, quasi l'imperativo kantiano, norma basilare dell'esistenza: rafforzare e conoscere se stessi, comprendere il proprio ruolo nel mondo.
I grandi, ovunque essi vivano, negano la realtà di Pitch, consolando i bambini, incoraggiando il superamento della paura del buio, del nulla, la paura della cancellazione di ciò che ci circonda e quindi della vita stessa.
Medesimo problema ha Jack Frost, che nessuno vede e nessuno considera. È un ragazzo immaturo e perditempo, che si diverte solo tirando palle di neve, gironzolando qua e là, portando scompiglio, ignorando il motivo del suo essere nel mondo.
Quando Pitch invade il palazzo di Nord, Babbo Natale, un cosacco pieno di tatuaggi (anche questo mi è sembrato un po’ banale), questi chiama a raccolta gli altri rappresentanti delle leggende: Sandy, diminuitivo di Sandman, l'uomo dei sogni, immaginato come un ometto fatto di sabbia; Dentolina, la fata dei dentini, iridescente come un colibrì e il Coniglio Pasquale, (non si capisce perché lo abbiano tradotto come Calmoniglio, dato che tutto è fuorché calmo), per imbastire un piano di difesa e di tutela dei bambini e delle loro speranze. Dalla buona riuscita dipende la sopravvivenza delle leggende.
Nord si rivolge all'Uomo della Luna, l'ente supremo, che indica come salvatore proprio Jack Frost. Nonostante l'iniziale titubanza i quattro cercano il ragazzo per proporgli l'ingresso nel gruppo e per spiegargli l'accaduto. Anche Jack è esitante, ma accetta di far parte delle Leggende per provare se stesso, per comprendere fin dove possono le sue capacità. Inizia così una lotta fra bene e male, che non cade nel banale, non diventa la guerra dei supereroi. I personaggi mantengono un po' di ironia e di umanità, cosa che li rende più moderni, simili ai protagonisti di tanti cartoni animati, che basano la loro verve sulla presa in giro. Vediamo le loro debolezze, la tenerezza e la somiglianza a Pitch, perché bene e male, alla base, hanno la stessa radice. I protagonisti sono più vicini agli spettatori, non sono più gli dei ex machina, che dall'alto della loro potenza calano a salvare gli uomini indifesi, hanno bisogno degli uomini e della loro fiducia, della speranza e della loro volontà di credere, altrimenti svaniscono. Un po' come se il sottotesto fosse “Se non mi pensi non esisto”. Sembra quasi che debbano fare budget, come oggi si dice negli ambienti lavorativi, in cui tutto è finalizzato alla quantità, per sopravvivere. Devono innalzare l'indice di gradimento.
Il 3D è perfettamente integrato nella storia e non sovrasta, rimane funzionale ed esalta le immagini. Le musiche sottolineano le vicende senza distrarre.
Molto più equilibrato di tanti film di principesse, è un piacevolissimo film natalizio. Il confronto fra versione originale e doppiata è mortificante per la seconda. Le voci italiane rovinano le identità dei personaggi caricando le battute di un’enfasi melodrammatica inesistente nella versione originale.
2 commenti
Aggiungi un commentoMi trovo molto d'accordo con la recensione di Letizia, e mi complimento con lei per quanto esposto, anche se personalmente questo film, soprattutto pensando a quante stelline abbiamo dato (io e Pia) a Brave meriterebbe, imho, 5 stelline. Perché come Brave, in tempi di tristi triti e ritriti remake, Rise of The Guardians ha il merito di proporre storie nuove e originali senza discostarsi dalla tradizione del film con un happy ending in cui il bene vince sul male.
E su questo punto RoG è pure piuttosto interessante, e forse un tantinello più riuscito di Brave, che nonostante mi sia piaciuto e parecchio, col passere dei mesi mi suona un po' più buonista di quanto non avessi percepito sul momento.
L'ho potuto vedere anch'io in anteprima e in VO e questo sicuramente ha contribuito a farmi un'idea maggiormente positiva rispetto a quello che purtroppo per gli spettatori italiani si ritroveranno a vedere nelle nostre sale.
Le perplessità esposte da Letizia sono le stesse mie, generate anche dalla stupiderrima scelta di dare ai personaggi dei nomi insulsi. Vi renderete conto di quanto E. Aster Bunny non c'entra una cippalippa con Calmoniglio, e di come sia stato ridicolo chiamare la Fata del Dentino ... Dentolina.
Se avete seguito i nostri articoli monografici troverete un sacco di chicche sui metodi assolutamente svalvolati degli addetti alle traduzioni.
All'anteprima c'erano i sottotitoli, e ancora non ho capito dopo una settimana perché NAUGHTY che tra l'altro è scritto sul braccio di Nord e significa "cattivo" venga tradotto, quando lo stesso Nord spiega a Jack Frost perché sia importante essere un Guardiano (e non una Leggenda), naughty venga tradotto con "somari", riferendolo ai bambini.
Se le 3 stelline sono il frutto di queste valutazioni sono, allora, molto d'accordo con Letizia.
A me non è piaciuto molto. Cioè, l'ho trovato un ottimo film per bambini. E basta.
A mio avviso manca completamente di quella componente più "adulta" o comunque apprezzabile dagli adulti, che hanno i film di animazione più riusciti degli ultimi anni (tra cui includo anche Brave). Non è abbastanza divertente per compensare il buonismo che lo pervade, e l'ottima idea di base si ferma ad un "vorrei ma non posso", perché l'idea di dare un'interpretazione moderna e "combattiva" ai protagonisti si scontra con l'esigenza di tenere il tutto confinato in un film accessibile anche ai più piccoli.
Un'impostazione più simile a quella di film come Megamind o gli Incredibili sarebbe stata, secondo me, molto più opportuna. Più ironia, più battute e più parodia.
Non per nulla la scena più azzeccata, a mio parere, è quella in cui i personaggi devono cambiare i soldi in lavanderia per procurarsi le monete da lasciare sotto i cuscini.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID