Metà macchina, metà pianta carnivora. O qualcosa del genere. Il suo nome è EcoBot II, "creatura" progettata dall'Università di Bristol. Con una dieta di otto mosche resta in attività per cinque giorni. Per ora è necessario "dargli da mangiare" manualmente ma in futuro dovrebbe riuscire a essere autosufficiente. Sono gli zuccheri contenuti negli insetti ad alimentare questo particolare robottino, e il modo con cui EcoBot attira a sé il suo cibo, è l'odore. Sì, insomma, ecco, l'unico difetto di EcoBot è la puzza di escrementi, ma tant'è, mica deve profumare di violetta: in futuro potrebbe essere usato per trasportare o rimuovere materiale industriale o monitorare la presenza di gas tossici in zone a rischio.