I primi dieci episodi del Trono di spade sono la trasposizione televisiva del romanzo A Game of Thrones di George R.R. Martin. Ovvio quindi che gli appassionati della saga guardassero con curiosità ma anche con diffidenza un'opera che poteva esaltare così come stravolgere la storia che conoscevano.
A visione ultimata si può dire che David Benioff e D.B. Weiss hanno vinto la scommessa, riuscendo a regalare ad appassionati vecchi e nuovi una storia solida e capace di reggersi in piedi da sola, senza bisogno di conoscere quanto narrato nel romanzo, ma in gran parte fedele al testo di partenza.
Differenze nei dettagli ce ne sono, e la cosa è evidente fin dalla prima scena, la partenza dei Guardiani della notte per la loro missione esplorativa. Per Martin i tre uomini erano già oltre la Barriera e sono i loro colloqui e le descrizioni di collegamento che ci fanno capire in quale ambiente si stiano muovendo e le varie caratteristiche del loro mondo. La televisione però è un mezzo espressivo diverso e deve cercare di mostrare il più possibile incorporando nelle immagini le varie descrizioni. Ecco così che compare quel muro altissimo che sembra non finire mai, realizzato con una computer grafica molto convincente.
La grafica computerizzata e gli effetti speciali sono attentamente dosati lungo tutta l'opera, rendendo possibile la realizzazione delle invenzioni più fantastiche di Martin senza però esagerare o lasciare in ombra la storia, che giustamente rimane l'elemento trainante della serie.
Se la Barriera è solo virtuale, il paesaggio in cui si muovono i Guardiani è invece reale, e realmente diverse sono le luci naturali delle varie ambientazioni e la maggior parte degli edifici. Una commistione dei due aspetti, reale e virtuale, che dona solidità all'intera ambientazione, anche se questo per la produzione si è tramutato in una spesa maggiore legata agli spostamenti fra le varie location.
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