Se invece viene posta attenzione al ruolo della corrente elettrica abbiamo il Teslapunk, termine scelto da Warren Ellis per il suo Captain Swing and the Electrical Pirates of Cindery Island, che può anche essere applicato a un film quale The Prestige (dove compare appunto l'inventore Nikola Tesla che dà il nome al genere).
Al film 9 di Shane Acker è stato affibiato il termine Stitchpunk, indicandone i protagonisti fatti bambole di stoffa rammendati, cerniere lampo, e fatti a mano con ago e filo, caratteristiche presenti pure nei personaggi del videogioco Little Big Planet.
Lo scrittore M.K. Hobson ha coniato il vocabolo Bustlepunk (da bustle, corsetto) per indicare un certo tipo di romanzo steampunk dove viene posta maggiore attenzione al ruolo della donna e alle storie d'amore, e nel quale spesso appare il soprannaturale. Autrice tipicamente indicata come bustlepunk è Gail Carriger con il suo romanzo Soulless; va comunque segnalato che spesso il termine è usato in senso spregiativo per dire che un'opera non contiene abbastanza vapore e ingranaggi per essere steampunk.
La parola Dieselpunk è stata coniata dall'autore Lewis Pollak nel 2001 per il suo RPG Children of the Sun, con l'intenzione di descrivere un mondo immaginario dove tecnologia e magia convivono. In seguito è entrato in uso per descrivere storie retrofuturiste ispirate al periodo compreso tra gli anni '20 e '50. Il “diesel” in dieselpunk non si riferisce al combustibile adoperato, ma a tutta una serie di elementi tipici dell'epoca, quali le avventure pulp, le storie di detective gangster e proibizionismo, la musica jazz, l'art deco, il noir, gli zeppelin e la Seconda Guerra Mondiale (per indicare tutti queste elementi viene anche adoperato il termine decodence). Il punk in dieselpunk invece è quello che permette di giocare e alterare la Storia come l'abbiamo conosciuta, aggiungendo un tocco di storia alternativa, di fantascienza o fantasy. Sono dieselpunk Sky Captain and the World of Tomorrow con i robotoni giganti che invadono New York, i film di Indiana Jones con la miscela di paranormale e Nazisti (ripresa pure dai videogiochi della serie Wolfenstein) o Iron Sky, con i nazisti che viaggiano sulla Luna a bordo di sidecar.
Nel dieselpunk si possono accentuare gli aspetti più esuberanti degli anni '20, o quelli più tetri degli anni '40 e del periodo post-bellico; contrariamente allo steampunk, il dieselpunk è molto più intenso, e maggiormente rivolto alle ambientazioni urbane e industriali.
Simile al dieselpunk ma concettualmente diverso, è il Decopunk, che si rifà sempre all'estetica degli anni '20 e '30 ma, come precisa l'autrice Sara M. Harvey “Il Dieselpunk è la versione sporca dello Steampunk, ambientata nel periodo 1920-1950. Decopunk è invece una versione tirata a lucido dell'art deco: stesso periodo temporale, ma tutto quanto è cromato!”.
Spostandoci di poche decadi, finiamo in epoca Atompunk. L'atompunk gioca con la cultura degli anni '50 e '60, l'era atomica nella quale si pensava veramente che l'energia nucleare potesse risolvere tutti i problemi del mondo. Tipicamente atompunk sono l'architettura Googie e quella sovietica, la conquista dello spazio (dallo Sputnik allo sbarco sulla Luna), la radioattività (tantissimi supereroi sono nati dalle radiazioni) e la Guerra Fredda.
Come il dieselpunk, anche l'atompunk ha una doppia anima: da un lato troviamo ottimismo e fiducia nel progresso, ben esemplificati dalla Ford Nucleon, l'utilitaria a energia atomica che la Ford progettò nel 1958; dall'altro lato spiccano la paura del Comunismo e dell'Apocalisse Nucleare.
L'attenzione per il progresso e per l'impresa spaziale presenti nell'atompunk vengono ripresi e approfonditi nello Spacepunk: qui è l'avventura spaziale a farla da padrona, preferibilmente usando tropi e cliché della fantascienza del passato, quando non si avevano le conoscenze scientifiche di oggi e su Marte potevano respirare vere principesse. Fonti di ispirazione possono essere film quali The Forbidden Planet, Barbarella o i Flash Gordon degli anni '30 e '70.
Un buon esempio di spacepunk sono I Jetsons o il fumetto Ignition City di Warren Ellis, dove il design piacevolmente retrò delle astronavi è accostato a una forte dose di cinismo e decostruzione del materiale originale, i romanzi di fantascienza degli anni '40 e '50.
L'uso retrofuturista degli stili architettonici dell'Art Deco e del Googie in un contesto fantascientifico viene più spesso chiamato con il nome “raygun gothic", definizione coniata nel 1986 da William Gibson nel suo racconto
The Gernsback Continuum
, che è usato come sinonimo di atompunk e spacepunk
.
1 commenti
Aggiungi un commentoBell'articolo e simpatico giochetto, anche se alcune cose mi sembrano tirate per i capelli come il Teslapunk, povero Tesla e povero Nolan, l'iPunk, a me i prodotti "i" mi sembrano tutt'altro che punk ma invece roba da fighetti, il DesertPunk, cribbio Dune è Fantascienza l'apoteosi della Fantascienza!, il MythPunk, Gaiman sarà contento, eccetera...
Rispondendo quindi alla domanda
No.
A parte il Cyberpunk e lo Steampunk, che sono stati inventati per definire dei romanzi SF ma con ambientazioni diverse e innovative rispetto i loro predecessori, la gran parte degli altri sono ridondanti, quando non ridicoli, soprattutto quando si cerca di appiccicarli a forza a romanzi o film usciti ben prima dell'invenzione della sottocategoria "punk" ... povero "punk".
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