La Mondadori continua nella meritoria opera di presentare ai suoi lettori in unico volume cicli e saghe pubblicate a suo tempo in più volumi. Ora è la volta della scrittrice Ursula K. Le Guin e della sua fantastica saga di Earthsea, che giustamente è considerata una delle pietre miliari del fantasy, al pari del Signore degli Anelli, e che ha conquistato milioni di appassionati.
Il titolo di questo volume “monstre” di oltre 1480 pagine è La saga di Terramare e contiene i seguenti romanzi:
1) – Il mago (A Wizard of Earthsea, 1968)
2) – Le tombe di Atuan (The Tombs of Atuan, 1971)
3) – Il signore dei draghi (The Farthest Shore, 1972)
4) – L’isola del drago (Tehanu, 1990)
5) – I venti di Terramare (The Other Wind, 2001)
6) – Leggende di Terramare (Tales from Earthsea, 2001)
Precisiamo che i primi cinque romanzi sono stati pubblicati più volte in varie collane e sono stati editi in unico volume con il titolo La leggenda di Earthsea (Editrice Nord – 2007), mentre il contenuto del sesto e cioè Leggende di Terramare è apparso unicamente sull’Urania fantasy n. 5 del luglio 2004. Inoltre un racconto è apparso anche nella bella antologia Legends curata da Robert Silverberg (I libri della mezzanotte – Sperling & Kupfer).
Nel primo romanzo il lettore conoscerà la storia di un pastore di capre dell’isola di Gont, isola che fa parte di quel mondo di arcipelaghi conosciuto come Eathsea. La sua sarà una storia di crescita e di formazione, ha il dono della magia, apprende i primi rudimenti dalla sua zia, la strega del villaggio, ma poi Ged, questo sarà il suo nome da adulto,
frequenterà una scuola per maghi assumendo anche il nome di Sparviero perchè lui è destinato a diventare un grande mago domatore di draghi.
Sarà preso dalla frenesia di imparare in fretta e usando male i suoi grandi poteri aprirà per errore una porta verso il mondo dei defunti, da questo spiraglio uscirà l’Ombra della sua stessa morte, che cercherà di afferrarlo nella propria morsa e di annientarlo.
Ci saranno poi mille altre avventure che è quasi impossibile riassumere in poche righe pertanto lasciamo ai lettori il grande piacere di leggere l’intera saga.
La quarta di copertina
Nel mondo incantato di Terramare, fatto di arcipelaghi e acque sconfinate, un giovane pastore possiede il dono di parlare agli animali e di piegarli alla sua volontà con misteriosi sortilegi. Non sa ancora di essere Ged, il grande mago destinato a sconfiggere le forze dell'oscurità che minacciano di sopraffare il suo mondo. Solo il duro e avventuroso apprendistato presso la Scuola per Maghi dell'isola di Roke lo renderà degno di diventare Signore dei Draghi e di sfidare le potenze del Male. Ma lungo il percorso, in un viaggio che lo spingerà oltre il regno della morte, incontrerà un nemico inaspettato: la propria ambizione e il desiderio di potere, che lo costringeranno a misurarsi con l'Ombra e minacceranno di annientare l'unico eroe in grado di riportare la magia in una terra che ne ha disperato bisogno.
L’autrice
Ursula K. Le Guin è nata nel 1929 a Berkeley, California, suo padre era l’antropologo Alfred Kroeber mentre la madre Theodora Kracaw era scrittrice.
La Le Guin è una scrittrice poliedrica ed eclettica in quanto ha pubblicato raccolte di poesie e di racconti, romanzi per adulti e ragazzi, saggi, sceneggiature, testi per canzoni e fiabe. Incluse tra i classici della letteratura americana dal celebre critico Harold Bloom, le sue opere hanno ricevuto cinque premi Hugo e altrettanti premi Nebula (i più importanti riconoscimenti americani per la fantasy e la fantascienza), il National Book Award, il Kafka Award, il premio dell'American Academy of Arts and Letters e molti altri. Tra i libri usciti in Italia: La mano sinistra delle tenebre, Il mondo di Rocannon, La soglia (tutti presso l'Editrice Nord), Sempre la valle (Mondadori), L'isola del Drago (Longanesi), Il mago (Mondadori 2002), La salvezza di Aka (2002), Le tombe di Atuan (2003) e Il Signore dei Draghi (2004).
Ursula K. Le Guin, La saga di Terramare (2013)
Mondadori - Collana I Grandi - Pag. 1487 - 22,00 €
ISBN 978-88-04-62641-1
97 commenti
Aggiungi un commentoA dire la verità, anche io ho avuto l'impressione di M.T. , ovvero:
parlando crudo, perchè sarebbero doverose delle sfumature, io ci ho visto comunismo Vs capitalismo, con una buona dose di anarchia, latente o meno, in entrambi i casi.
Il Comunismo pre-Stalin fu visto come via per il raggiungimento dell'Anarchia, ricordo.
Per carità, d'accordo con tutte le puntualizzazioni.
Ursula Le Guin, però, è da sempre filo-anarchica (in un modo tutto intellettuale, va detto) e lei stessa scrisse che l'anarchia era il suo riferimento, parlando de "I reietti dell'altro pianeta" (poi sul capitalismo non ci sono dubbi). Lo dicevo per questo, per rispettare il pensiero dell'autrice.
Sarebbe interessante sapere come la pensa adesso, su quel suo romanzo.
Sicuramente nell'anarchia ci sono tratti comuni al comunismo (per ragioni storiche, come sottolinea inidirettamente Musp, che è certo più competente di me in materia). Forse è proprio questo che trae in inganno, perché la nostra associazione mentale è immediata: cosa X, comunismo! Quando, magari è caratteristica anche di altri sistemi.
Quella del romanzo, insomma, resta anarchia, perché va giudicata nel suo insieme. E di certo nel suo insieme non è comunismo, né era l'intenzione dell'autrice (stando alle dichiarazioni della stessa che ho letto, anche se me ne sono sfuggite una miriade, certamente; quindi potrei anche essere smentito).
Oddio... la stessa autrice mi sembra che faccia riferimento al pensiero anarchico del Principe Kropotkin come ispirazione della società di Anarres. Kropotkin era un teorico del mutuo aiuto come base della società umana.
Partecipando agli eventi rivoluzionari del '17 alla veneranda età di 75 anni K. non fu mai osteggiato dal governo sovietico (era un protegè di Lenin in persona) ma di sicuro era molto critico nei confronti del Terrore Rosso e simpatizzava per il partigiano anarchico Mahnò, che si opponeva ai bolscevichi in Ucraina.
Le somiglianze della società della luna di Urras con il socialismo realizzato sovietico secondo me, seppur vaghe, ci sono. Con l'URSS anni '60-70 però, quella della stagnazione brezhneviana. Non c'è il terrore, la vita delle persone è "normale", però domina la burocrazia e chi si distingue nelle arti o nelle scienze uscendo dal "diskurs" prestabilito viene mortificato in ogni modo.
E' da dire però che, venendo in contatto con la vera oppressione presente sul pianeta dei capitalisti, il dissidente Shevek rischia di fare una brutta fine.
Quello che dici Andrea è esatto: è anarchia. Ma leggendo il romanzo ho fatto l'associazione che ha ben spiegato uljanka.
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