Previsioni facili quelle che pronosticavano il successo al botteghino di Spider-Man 2. Circa 8 milioni e 500 mila euro incassati nei primi quattro giorni.

Forse meno scontata la benevolenza con la quale i critici hanno accolto le gesta del supereroe aracnoide. Anche l'incontentabile critico è stato più buono del solito (http://www.fantasymagazine.it/cinema/52)

Ecco una rassegna delle principali testate giornalistiche e alcuni commenti dalla rete. Un'altra recensione di FantasyMagazine è reperibile all'indirizzo:

http://www.fantasymagazine.it/cinema/48

Il corriere della sera: Tullio Kezich

Il fascino di un film come Spider-Man 2 sta nel fatto che stavolta in un paio di occasioni l’Uomo Ragno perde le sue magiche facoltà, tenta di volare e non ce la fa, si arrampica su un muro e precipita. E’ interessante (e recitata da un attore che sa il fatto suo) la reazione complessa di Tobey Maguire, il quale da una parte è stupito e spaventato; e dall’altra prova un senso di colpa misto a sollievo quando assiste a scene di violenza senza poter intervenire. (...) Affascinante sul piano scenografico, Spider-Man 2 offre un’immagine fantasiosamente gotica di New York City della quale sfrutta le prospettive e le costruzioni fiabesche. Anche i voli del Ragno hanno la leggerezza e la pregnanza di una visione onirica.(...)

La Stampa: Lietta Tornabuoni

Doc Hoc, alias Alfred Molina
Doc Hoc, alias Alfred Molina

Film bello e divertente, con straordinari effetti visivi (...). Il momento più commovente? Quello in cui Spider-Man, con un gesto di rinuncia, getta nella spazzatura la sua bella tuta rossa-oro. I momenti più entusiasmanti sono quelli degli affetti visivi, soprattutto i momenti cruciali, come il salvataggio di una bambina da un incendio.

Il Foglio: Mariarosa Mancuso

Meglio una vita da eroe solitario al servizio del bene oppure una pacifica esistenza con la ragazza dei sogni, lasciando i cattivi liberi di nuocere? Il finale lo sappiamo. Le tappe per arrivarci sono un incanto, tra effetti speciali, commedia rosa, vecchie sigle televisive a far da coro e il contributo dello scrittore Michael Chabon, che aveva reso omaggio ai supereroi da fumetto nel romanzone intitolato Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay. (...) magnifico cattivo Alfred Molina (...)

L'Unità: Dario Zonta

Spidey è uno di noi con il «vizio» del travestitismo notturno e qualche potere in più. Ama, soffre, vive. Non è molto diverso dagli eroi o antieroi di tanta letteratura classica e moderna. Non a caso è stato definito il «Raskolnikov dei fumetti», il personaggio di Dostoevskij che in Delitto e castigo misura le sue frustrazioni con l'ambizione dei grandi che hanno fatto la storia. E così se il primo capitolo di Spider-Man è ottocentesco perché romanzo di formazione e melodramma, il secondo, Spider-Man 2, è novecentesco perché romanzo esistenzialista e storia d'amore. E la terza parte come sarà? Raimi impone una progressione letteraria nel cuore del fumetto e del cinema main stream, vince al botteghino e s'appropria definitivamente del supereroe più «riformista» e umano della storia del fumetto. Spider-Man è immagine dell'America e della sua città emblema, New York. Di essa ha bisogno come dei grattacieli per volare. È povero, spesso disoccupato, si è dovuto costruire un'immagine (vende le sue stesse foto al «Daily»), è investito di un potere e di una responsabilità, ne è consapevole, ma non fa il gradasso (come Capitan America), ed è pure innamorato… È la faccia umana dell'America che

vanta i suoi supereroi. Se votasse, sarebbe democratico.

Il giornale: Adriano De Carlo

Ricco di episodi gustosi, il sequel gioca col personaggio, ironizzando sui suoi poteri, quasi anticipandone la normalità, che si annuncia con degli autentici black-out delle sue facoltà. (...) Divertente più del primo episodio e meno tenebroso, intrigante, ironico, spettacolare, Spider-man 2 non conferma nessuna regola, ma se a dirigere c'è un autore, in questo caso Sam Raimi, qualcosa se ne ricava sempre. L'attonito Tobey Maguire, non avrà forse in seguito occasioni del genere, ma è il miglior Spider-man possibile. (...)

La Repubblica: Michele Serra

Andate a vedere anche Spider-Man 2, giocattolo intelligente che dentro l'involucro (molto solito) del kolossal stupefacente nasconde il germe (molto insolito) di una malinconica riflessione sull'eroismo... È impossibile vedere il film, con quella "solita" New York verticale e scintillante spesso alternata con le bassure dei vicoli scuri, e delle modeste casette dove vive il popolo, senza partecipare emotivamente al dilemma etico (così americano, e così cinematografico) che incombe su quel paese: l'ossessione del Bene e della Purezza, la necessità e l'urgenza di difendersene. I pochi minuti del film nei quali Peter Parker si dimette da eroe, sono anche quelli nei quali si dimette da puro, da immacolato e da bambino. Sceglie la vita adulta e non per caso riesce finalmente a toccare e baciare la donna che ama - gli eroi non sono sessuati, la purezza non consente promiscuità.... I film hanno bisogno di eroi. Ma la nascita di un eroe esitante, che soffre di vertigini e sogna di cadere dai grattacieli pur di tornare a farci visita in terra, è una notizia che va detta in giro.

Ciak: Giulia D'Agnolo Vallan

Spider-man ha il volto di un ragazzino timido e stanco. Ed è il senso del bel film di Sam Raimi: i supereroi non sono così semplici da capire, né dovrebbero essere così rari da trovare.

35mm.it: Mattia Pasquini

Uno scontro fra l'Uomo Ragno e Doc Hoc
Uno scontro fra l'Uomo Ragno e Doc Hoc

Chi aveva storto la bocca davanti al precedente Spider-man, alle sue trovate da baraccone, a certe forzature e spettacolarizzazioni, a certe macchiette e a un generico senso di indistinto ed ingiustificato accumulo, ha l'occasione di ricredersi su (o riconciliarsi con) Tobey McGuire, Kirsten Dunst e sull'opportunità di vederli diretti da un Sam Raimi, che poco sembrava sposarsi con l'universo del nostro affezionatissimo arrampicamuri.

Questo nuovo episodio delle avventure di Peter Parker e del suo alter-ego in calzamaglia è tutta un'altra cosa: potente, solido, visionario quanto basta, completo, finalmente 'marvel' e decisamente molto 'Raimi'... Una delle chiavi di volta sembra essere proprio il regista, finalmente a suo agio e capace di tenere in mano le redini della vicenda, dopo aver tardato un film per prendere le misure del personaggio e il suo mondo.

castlerock.it: Francesco Lomuscio

Se il primo Spider-man aveva tutto l’aspetto di un’ottima trasposizione cinematografica da fumetto, questa nuova puntata, oltre ad essere attraversata da una venatura decisamente melodrammatica, ci fa immergere in un vero comic-book su celluloide, a partire dall’artificiosità degli effetti digitali, i quali conferiscono alle immagini il fascino della frenetica “dinamica” delle vignette.

Tra romanticismo, apparizioni di Stan Lee, John Landis e Bruce Campbell (la più divertente), e la presenza dell’immancabile ironia, conferita soprattutto dal personaggio del burbero James Jonah Jameson (J.K. Simmons), a cui stavolta viene lasciato molto più spazio, Raimi attualizza il tema del super-eroe capace, come ogni comune mortale, di essere indebolito dal potere distruttivo dell’amore rifiutato, e, con virtuosismi mai gratuiti e tempi abilmente dilungati, confeziona un prodotto che, senza rinunciare a vette da cinema horror, potrebbe tranquillamente essere classificato tra i film d’autore, e, oltre a farci notare che a volte per fare la cosa giusta è necessario anche rinunciare ai propri sogni, ci ricorda di nuovo che

da un grande potere derivano grandi responsabilità.

lospettacolo.it

L'universo che ruota attorno all'Uomo Ragno (ma si potrà ancora chiamarlo così?) non è mai fatto da mezze misure: dai continui fallimenti nella vita 'reale' alle grandi imprese di quella 'mascherata'. Fino a quando il supereroe non decide che è il momento di tornare 'eroe di tutti i giorni', affrontando la vita senza superpoteri.

La pizza consegnata in motorino da Peter Parker alias Tobey Maguire all'inizio del film è saporita per gli spettatori, che vengono portati con abilità da Raimi all'interno del suo cinema sognante condito di effetti speciali inimitabili. Un sapiente mix di azione e sentimenti, in grado di non cadere mai nel volgare, forse però in quel 'già visto' che si rivede sempre volentieri, perché a volte l'idea di una mediocrità che diventa pregio strega un po' tutti. Non c'è davvero bisogno di essere bambini per amare Spider-Man 2.