In cronache risalenti agli inizi del XIII secolo si legge di una vicenda che accadde verso la seconda metà del 1100 in un villaggio del Suffolk e che oramai ha assunto i contorni di una fiaba: quella dei bambini verdi di Woolpit.
I piccoli, un maschio e una femmina, furono trovati intrappolati in alcune tagliole per le volpi e la loro pelle aveva una sfumatura decisamente verdastra, così come verdi erano gli abiti che indossavano. Non è tutto, perché sulle prime i due misteriosi ragazzini rifiutarono ogni sorta di cibo per nutrirsi esclusivamente di fagioli verdi. Parlavano un linguaggio sconosciuto, incomprensibile a tutti. Alcuni superstiziosi dell'epoca, naturalmente, li indicarono come folletti o lontani cugini di elfi. Entrambi andarono a vivere nella casa di tal Sir Richard De Caln.
Il bambino morì poco tempo dopo essere stato ritrovato. Secondo la leggenda, la bimba invece sopravvisse, divenne adulta, cambiando gusti alimentari e imparando un corretto inglese. La sua pelle mutò,
Ma cos'era emerso dalle mille domande che quelli di Woolpit fecero ai bambini?
I due raccontarono che provenivano da un luogo chiamato St. Martin's (o Martin's Land?). Nella loro terra c'erano chiese e "un'altra terra poteva essere vista al di là del fiume". Dissero inoltre che nel luogo da dove provenivano il sole non arrivava "mai tanto in alto". Avevano raggiunto a piedi quel luogo percorrendo un passaggio sotterraneo, guidati dal suono delle campane della chiesa.
Diverse le interpretazioni che sono state date a questa vicenda e soprattutto alle parole dei bambini. Il passaggio sotterraneo e il suono delle campane sono probabilmente invenzioni, o "simboli" (il luogo oscuro, sotterraneo, perduto; il ritrovamento della luce). Altre fonti
Esiste in Europa un'altra leggenda sul ritrovamento di due bambini verdi.
Il fatto sarebbe accaduto nel 1887 a Banjos, in Spagna, ma la storia appare del tutto simile, quindi molto probabilmente copiata di sana pianta, a quella più antica inglese: anche qui ci sono un maschio e una femmina, una caverna, un luogo dove non c'è sole; il bimbo muore, la bambina sopravvive ma si dimentica delle proprie origini.
Tant'è, oggi il paesino di Woolpit (il nome potrebbe derivare da Wulfpit o Wolf-pits) conserva gelosamente questa tenera leggenda medievale. L'insegna che si vede all'arrivo del villaggio ritrae i due bambini mano nella mano, la chiesa di Saint Mary e un lupo (wolf), il primo simbolo della comunità. La vicenda è stata raccontata in diversi libri per bambini (come Maudie e the green children di Adrian Mitchell e Sigune Hamann, www.feralchildren.com/en/listbooks.php?bk=mitchell, oppure The Green Children, http://books.fantasticfiction.co.uk/n10/n51867.htm?authorid=13093), saggi, poesie (www.feralchildren.com/en/listbooks.php?bk=robertson1970, Martin Robertson, The Green Children of Woolpit) e perfino cd musicali(www.musicroom.com/se/ID_No/0007003/details.html).
Un'idea per un bel film fantasy?
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