Le Magie di Omnia - l'Imperatrice della Luce

CAPITOLO UNO

LA VISITA

Ho giurato che non avrei più scritto una parola su Omnia, ma poi è stata distrutta,

e ho dovuto rompere la promessa.

Lo scaccia-spiriti tintinnò all’improvviso, ma non avvertii alcun soffio di vento o brusco spostamento. Tintinnò e portò nella mia stanza un’omniana.

Tra flutti di fumo nero emerse una figura slanciata, vestita di scuro, un abito lungo con qualche dettaglio luccicante. Nella penombra vidi brillare i capelli viola intenso che le scendevano sulle spalle morbidi e sinuosi.

Capii subito che era un essere magico, perché gli omniani, nel momento in cui compaiono sulla Terra, emanano sbuffi scintillanti come tappeti rico- perti di brillantini che vengono sbattuti al sole.

«Ciao», mi disse. Io non risposi. «Dite così no? “Ciao”» aggiunse. «Sì, diciamo così. Ma di solito a persone che conosciamo. Noi ci conosciamo?» «Sono Atena, e vengo da Omnia». Abbozzai un sorriso. Che ci faceva Atena nel mio studio? Alfa e Omega avevano promesso che mi avrebbero lasciato in pace. «Cosa ti porta qui, Atena? Non è proibito contattare i terrestri su Omnia?

Oppure le cose sono cambiate?» «Tutto è cambiato, adesso.» Il tono con cui lo disse mi preoccupò. Che intendeva? E perché lo stava raccontando proprio a me? Che Lycaon avesse modificato il corso della storia con il mio libro? Di nuovo?

Mi sedetti alla scrivania e fissai Atena in cerca di una spiegazione.

Lei si avvicinò al tavolo. Il fruscio ovattato dello strascico la accompa- gnava come un corteo silenzioso. Si chinò fino a entrare nel cono di luce della lampada da tavolo. Vidi meglio il suo volto, pallido, gli occhi scuri e segnati, le pupille dilatate, la bocca sottile e contratta.

«Mi devi aiutare, Fabio Cicolani» disse in un sussurro.

Il mio nome, detto con quella voce, scandito con cura e riverenza, mi provocò un brivido. Non si era rivolta a me come a un uomo insignificante di un piccolo paese sulla Terra, parlava all’autore delle Magie di Omnia, come se non esistessi al di là di quello che potevo fare per lei.

Scostai il libro e la fissai. Nelle iridi galleggiavano pagliuzze dorate, piccoli riflessi di magia.