– Capisco. Come si dichiara l’imputato?
L’avvocato di Knurf si alzò in piedi. – Non colpevole.
Il mercante si chiese se il legale valesse tutti i soldi che gli era costato.
Il Giudice Arzack fissò l’avvocato lisciandosi la barba con una mano.
– Ma tu sei Igar, hai tentato di corrompermi l’altro ieri.
Il capitano si voltò di scatto. – Vostro onore?
– Sì, è proprio lui, Arrestatelo. Corruzione. Cinquanta frustate.
Senza attendere altri ordini due guardie afferrarono l’avvocato e lo trascinarono per tutta la lunghezza della sala, fino alla porta d’uscita, nonostante le sue proteste.
Il mercante scossa la testa. Ormai non si trovavano più professionisti qualificati, avrebbe dovuto fare da solo.
– Bene, la parola all’imputato, come intende procedere?
Knurf si alzò in piedi e si schiarì la gola – Richiedo l’infermità mentale.
Un coro di commenti si sollevò dalla folla.
– Silenzio in aula! Voglio ordine durante l’udienza!
Il Giudice Arzack indicò un funzionario seduto di fronte a Knurf.
– Chi è quel losco figuro con quel sorrisetto ironico? Non mi piace. Oltraggio alla corte. Cinque frustate.
Il capitano si avvicinò al giudice – Vostro onore, quello è il pubblico ministero.
– Ah, giusto, è il pubblico ministero, cambia tutto. – Arzack si guardò intorno con espressione assente – Arrestatelo. Concussione. Settanta frustate.
Due guardie trascinarono via il funzionario urlante.
Il giudice sorrise – Torniamo a noi, cosa avrebbe fatto l’imputato con il denaro sottratto?
Il capitano srotolò un papiro coperto di cifre – Risulta aver comprato Buoni del Tesoro Cittadini al 4% d’interesse.
Un lampo di comprensione attraversò gli occhi del giudice – La corte concede l’attenuante della totale infermità mentale. Passiamo ora alle prove a carico.
Guardò la folla riunita.
– Chi accusa Knurf? Chi ha le prove?
In aula scese il silenzio. Knurf dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere.
– Ma insomma! Dov’è il pubblico ministero?
Il capitano alzò gli occhi verso il cielo e si intromise – Vostro onore, l’avete appena fatto frustare.
Arzack rimase per un attimo a bocca aperta, poi si ricompose. – Giusto, e l’avvocato dov’è?
– Avete fatto arrestare anche lui.
– Che ignominia, la corruzione è ovunque! Non si può più celebrare un processo come si deve.
Si voltò verso Knurf.
– La corte assolve Knurf il Sapiente per assenza di prove, causa eccessive irregolarità processuali. La seduta è tolta!
* * *
Knurf uscì dal tribunale, sulla gradinata all’ingresso trovò Uborash che lo aspettava con la portantina.
– Com’è andata?
– Assolto, il Giudice Arzack è sempre una garanzia. Adesso devo occuparmi di Retzuro.
– Ma siamo stati assolti.
– Citarci in giudizio è solo un modo per dirmi che è interessato a me, meglio che vada a trovarlo di persona per capire cosa vuole.
Uborash sembrava perplesso – Non bastava una lettera?
– Ti ricordi quella storia del cinabro? Andiamo alla sua villa.
* * *
La villa del Conte Retzuro dominava la città dall’alto di una collina immersa nel verde.
Giunsero di fronte al cancello principale, dove la guardia li riconobbe e li fece entrare senza dire una parola, come se li stesse aspettando. Varcato l’ingresso, s’incamminarono attraverso il parco verso l’abitazione vera e propria.
Uborash si guardava introno con nervosismo, e a un tratto gli fece cenno di fermarsi.
– Knurf, qualcosa non va.
Il mercante si guardò attorno. Era nel mezzo di un giardino curato, con tanto di vialetti di ghiaia, proprio di fronte alla villa. Non vedeva nulla di più pericoloso di un’aiuola fiorita.
– Non c’è niente qui.
– Troppo silenzio.
– E allora? Magari quel pazzo del conte non sopporta più i rumori e ha fatto tagliare la lingua ai suoi domestici. – non era da escludersi, era già successo.
– Quell’albero è macchiato di sangue.
– Oppure ha ripreso ha torturare la gente per diletto personale.
In quel momento videro un domestico sbucare correndo da dietro una siepe. Era bianco come un cencio per la paura e stringeva in mano un rastrello.
Knurf gli si piazzò davanti e lo fermò – Buonuomo, mi potrebbe dire cosa sta succedendo?
– Scappato… catena rotta... – Ansimava così forte da non riuscire quasi a parlare.
– Piano, con calma, spieghiamoci. – Knurf si sentiva come se stesse dimenticando qualcosa di importante.
– Cucciolo…Teddy… scappato.
– E’ scappato uno degli animali dallo zoo del conte? Tutto qui?
– Non capite… è scappato Teddy! – il giardiniere riprese a correre e scomparve in una macchia d’alberi.
Qualcosa in tutto questo non piaceva al mercante.
– In effetti, mi sovviene che il conte ha degli animali esotici nel suo giardino.
1 commenti
Aggiungi un commentoQuanto adoro i termini aulici e ampollosi!
Questi, assieme alle vicende svolte in una società tanto amabilmente corrotta e surreale mi fanno pensare che l`autore abbia dato più che una letta veloce ad alcuni racconti ambientati sull`eccezionale Terra Morente di Jack Vance.
Ho particolarmente gustato la vicenda col Giudice Arzack.
Molto bello! Ben selezionato!
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