Amélie studia architettura a Parigi, è una ragazza come tante ma ha un dono speciale che la accompagna fin da quando era bambina: riesce a vedere i fantasmi. Dopo aver trascorso degli anni nella normalità, Amélie ricomincia a vedere le anime dei morti e a sentirne l'odore di carne putrida per i corridoi. I suoi sensi verranno messi alla prova grazie a una gita di studio organizzata a Carcassone, la terra dei Catari, una cittadella appena restaurata che nasconde un segreto; proprio lì Amélie verrà tormentata da visioni di ogni sorta e da uno spettro. E, come se non bastasse, sarà costretta ad affrontare i suoi sentimenti nei confronti di un nuovo collega universitario, Jean, e dovrà capire cosa prova veramente per il suo ex, Louis. Con l’aiuto della sua carissima amica Fleur, tenterà di capire come aiutare lo spettro che la tormenta e anche di trovare un significato alla presenza, nell’albergo, di innumerevoli quadri raffiguranti una rosa trafitta da un pugnale. Giorno dopo giorno verrà a galla una verità sconvolgente, legata anche ai Catari e al loro leggendario tesoro, e che condurrà Amélie al confine tra la vita e la morte
Ciò che colpisce di questo libro non è la storia in sé, che per certi versi potrebbe risultare “già sentita”, ma lo stile e il linguaggio. L’autrice riesce a catturare in pieno l’attenzione del lettore con frasi brevi, piene di azione e con una protagonista abbastanza impulsiva. La rosa e il pugnale è scritto in prima persona, come se il lettore vedesse attraverso gli occhi di Amèlie: passo dopo passo la verità viene a galla e si riesce a far luce sui misteriosi poteri della protagonista e su tutti i suoi dubbi. La protagonista, infatti, non è solo una brillante studentessa che vorrebbe fare carriera, ma riesce anche a vedere gli spettri. Spettri nel vero senso della parola; orrende figure che sembrano invadere il mondo reale e che soltanto Amèlie riesce a vedere per i corridoi di un vecchio Castello.
Nelle prime pagine prende forma l’intera storia – M.P. Black non perde tempo e cerca subito di trasportare il lettore nel proprio mondo -, vengono fuori il carattere e l’aspetto fisico della protagonista, un piccolo frammento del suo passato, in particolar modo di come il suo potere fosse rimasto sopito per anni e anni fino al giorno in cui dovrà partire per un viaggio con i suoi colleghi della Facoltà di Architettura.
I personaggi sono ben delineati, dal primo all’ultimo: alcuni ricoprono un ruolo importante o di semplice “supporto” come Fleur, la migliore amica di Amèlie, altri personaggi sembrano acquisire importanza soltanto dopo un centinaio di pagine.
Molto ben studiato il legame tra Amèlie e lo spettro Raimond Roger Trencavel, che poi si rivelerà di grande importanza per svelare l’enigma della Rosa e del Pugnale “raffigurati” nel quadro.
Infine, dopo una serie di intrighi e di rivelazioni paranormali, prendono forma i sentimenti di Amèlie, la quale si ritrova a scegliere fra Louis, l’ex ragazzo che non l’ha mai dimenticata, e Jean, il ragazzo che per i suoi lineamenti perfetti viene rinominato “l’angelo biondo” dalla stessa protagonista. Il triangolo amoroso non incide pesantemente sulla storia, il che è rassicurante: l’amore è solo un contorno della storia vera e propria che parlerà dei Catari, di viaggio nel tempo e di sedute spiritiche.
Interessante la visione degli spettri come principalmente “ombre maligne” e non come fantasmi buoni e cattivi, poiché i fantasmi buoni prima o poi devono trovare “la luce” e non rimanere sulla Terra: l’autrice ha reso decisamente originale la storia con questa immagine sinistra.
Il finale, né inaspettato né scontato, lascia presumere che probabilmente rivedremo Amèlie in un nuovo romanzo e alle prese con una nuova avventura.
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