“È iniziato tutto per gioco” confessa in un’intervista video disponibile in rete Ima Pogrešam, un quarantenne sloveno trapiantato per lavoro negli Stati Uniti da una quindicina d’anni. “Un gioco erotico. E fantastico.” Aggiunge sbottando poi in una grassa risata, forse un po’ forzata, ma che comunque suona alquanto sincera.
Il gioco inizia nel 2010, con il self-publishing del romanzo breve Witch & Bitch. “Asa, la mia compagna, mi scherniva perché leggevo “cazzate” per ragazzini.” Racconta Pogrešam. “Mi girarono le scatole, scrissi Witch&Bitch come una provocazione. Lei lo lesse d’un fiato, bisticciammo di brutto, siglammo la pace con un lungo confronto a letto. Poi lei mi convinse ad auto-pubblicare il racconto in e-book. Neanche due mesi dopo, lo tolsi dalla rete perché venni contattato da un agente col la promessa di farne un best-seller. Così è stato.”
Un gioco?
Può essere che l’erotic fantasy sia nato così, piuttosto che studiato a tavolino da qualche editor furbastro. Ma da quando il mercato editoriale l’ha trasformato in qualcos’altro, a giudicare dal numero di proposte lanciate sul mercato da svariati autori in poco più di un biennio, e in più lingue/nazioni, il gioco si è fatto decisamente serio. E lucroso.
Inoltre, tra il proliferare di testi di dubbia natura e qualità, pare proprio ci siano anche delle proposte di valore, che anche i veri appassionati di fantasy hanno apprezzato.
In realtà, sotto l’etichetta di erotic fantasy vanno a confluire titoli eclettici nella loro natura fantastica, dove attorno al filo rosso dell’erotismo vanno ad annodarsi generi e sottogeneri diversificati e/o commisti, come il gotico, l’horror, il sovrannaturale, il fiabesco, ma anche la sword & sorcery, l’herot… pardon, l’heroic fantasy, fino a (poteva mancare?!) l’urban fantasy…
Sarà una moda passeggera o un filone in crescita, destinato a lasciare un suo segno, pur sicuramente ridimensionandosi più avanti nel tempo?
Di certo, siamo ancora sulla parte in ascesa della gaussiana.
Ma, in Italia, perché non ne abbiamo ancora sentito parlare? Gli editori si stanno muovendo? - ci viene lecito chiederci. Oppure sono restii, anche nonostante i numeri di vendita sugli altri mercati giochino a favore di una scommessa in tal senso, perché in fondo hanno la non dichiarata (e sbagliata) convinzione che il fantasy (in senso stretto, più che allargato) sia principalmente un’espressione letteraria indicata per young adult?
Abbiamo motivo di credere che alcuni contatti, sia da parte dell’editoria indipendente che dai grandi gruppi, siano stati avviati per portare il fenomeno anche in Italia. Vedremo se in sordina, o piuttosto battendo la grancassa.
Per intanto, noi di FM abbiamo provato ad indovinare quali tra i tanti inediti potessero essere i papabili per gli esordi nel nostro paese. Ne abbiamo letti tre, proviamo a presentarli.
Il primo è di Tadeusz Powieśćinski, giornalista polacco, corrispondente a Berlino.
Die Nacht der triumphiert Sünde (traducibile come La notte del peccato trionfante), romanzo del 2012, best-seller nel genere erotico, è sicuramente destinato a diventare un vero e proprio cult-book. È un romanzo d'alto erotismo inserito in un palinsesto gotico, dove il sesso è spesso fatto d'ombre e di sospiri celati, dove l'amore si mescola all'inquietudine, se non alla paura, dove la passione è trasfigurata nell'inverosimile.
Kiappendorf, Foresta Nera, durante la Guerra dei Trent'Anni. Un manipolo eterogeneo e mal assortito di mercenari protestanti irrompe in un convento, facendo prigioniere le monache. A stento il comandante dei venturieri, Rudolph von Beck, riesce a trattenere i suoi dal commettere atti di violenza sessuale. L'equilibrio si rompe quando Ute, giovane e formosa novizia, si insinua nel letto di von Beck. In realtà, Ute è una potente strega infiltratasi nel convento. Grazie alle sue arti magiche, e non, riesce a far del capitano di ventura un fantoccio al suo comando. Fatte riunire tutte le monache in un'unica sala, qui si fa concupire pubblicamente da von Beck e dai suoi principali ufficiali, risvegliando così il segreto desiderio delle monache. Poi, quando lo spirito della maggior parte di loro è ormai minato dal peccato, le fa uccidere senza permettere loro di dare soddisfazione alle loro destate voglie.
Qui termina il lungo antefatto, che occupa praticamente un terzo del romanzo. La narrazione salta a questo punto ai giorni nostri, quando il convento di Kiappendorf viene restaurato ed adibito a collegio privato tenuto dalle suore orsoline. Adolph Müntzer, ricco quarantenne, gestore di bordelli del S.Pauli, ad Amburgo, rimasto vedovo decide di mandare la figlia Ute (guardacaso...) a studiare in questo collegio. Dopo qualche mese di totale silenzio da parte della propria amata prole, il Müntzer si insospettisce e va di persona a Kiappendorf. Qui si ritrova praticamente prigioniero del convento e degli spiriti inappagati delle suore trucidate, che progressivamente vanno indemoniando le anime delle giovani collegiali. Lo stesso aspetto del convento via via muta, decade, fino a diventare identico nelle forme a quello di oltre 350 anni prima. Similmente cambiano arredi ed abiti, fino a che nell'escalation finale di mutamenti, si ricrea una situazione simile a quella passata, con il Müntzer nei panni semiconsapevoli di von Beck coinvolto in un incestuoso coito con Ute, la figlia/strega, e lo scatenarsi ultimo delle suore reincarnate che appagano finalmente il loro secolare desiderio. Le scene finali sono degne dei più grandi film dell'orrore.
In questo libro - si legge sulla stampa tedesca - Emmanuelle Arsan sposa Howard Phillips Lovecraft, Nagishi Oshima incontra il Ken Russel filtro dell’Huxley de I diavoli, il tutto avendo ben appreso le lezioni di Dario Argento (...). Un dark-book che vive sempre di tensione, per accendersi infine in un epilogo apogeotico che della paura farà desiderio, del gotico erotico, che partorirà un sottile brivido, tagliente come il filo d'una lama appena arrotata, che ci accarezzerà morbidamente e che non riusciremo a riconoscere se appartenga al freddo alito del terrore o alla mano insinuante dell'eccitazione...
Fairies' Forest, del gallese Dylan D. Rhywwych.
Siamo attorno al 530 d.C., coste orientali della Britannia Maggiore. I Sassoni dilagano come furie nei territori britannico-romanici, a stento contenute dalle forze sparute e disunite dei monarchi locali. A capo di una tribù sassone è Votther, nerboruto e virile guerriero. La barbara competizione - gioco perverso e crudele - che va per la maggiore nella distruttiva avanzata sta nel contare il numero di violenze sessuali attuate da ciascun guerriero sulle autoctone. Votther, amante del sesso ma non (figura anomala del suo angolo spazio/temporale) dell'esagerata violenza che si viene a creare nel nome della tradizione legata allo stesso, si ribella a tale triste gara, e cerca di limitarla (beh, non di escluderla: anche il buon capo ha, in fin dei conti, degli istinti tutto sommato piuttosto rudi), ottenendo però solo di vedersi soppiantare nel suo comando e d'essere ignominiosamente scacciato con l'accusa d'essere una mezza donnicciola. Trasformatosi in un brigante errante, con il mondo contro, Votther viaggia tra mille peripezie nel paese in guerra, con il fermo proposito, dettato dal suo orgoglio, di riuscire a fare all'amore con qualche bellezza celtica senza spingersi all'abuso sessuale. Non riesce però nel suo intento. Tra masturbazioni violente ed esagerate bestialità, si ritrova alfine a vagare per una foresta dove assiste ad un rito druidico di deflorazione di vergine tramite possessione divina. I sacerdoti reclamano il Re Cervo, che però non vuole a quanto pare fare la sua comparsa. Al che, tutto attorno a Votther appaiono tanti piccoli sprites, o fatine che dir si voglia, che lo denudano, lo cospargono di olii, gli fanno crescere due lunghe corna ramificate, lo eccitano al punto giusto e poi lo portano volando in mezzo alla radura. Acclamato dai Celti ivi radunati, il Re Cervo porta a compimento il rito; poi, non pago, avvia un processo che termina con un’apoteosi orgiastica dove la carne si mesce alla magia, gli spiriti del bosco agli uomini in questa celebrazione intrisa di mistico erotismo del senso.
Un capolavoro.
Dalla penna della spagnola ArwenXXX (uno pseudonimo che è tutto un programma) è nata invece una superba prova ironica, la trilogia Los Gobernantes da Uteronia, dove l'autrice, pur con il filtro delle scene e delle situazioni d'argomentazione amorosa ed erotica, dà prova d'aver ben appreso la lezione di Tolkien nella creazione del suo, più mitico che fiabesco, mondo di Uteronia.
Ancora una volta, come uso nel fantasy più classico, è il tema dello scontro Bene-Male a farla da padrone, laddove la dicotomia cela in tal caso allegoria d'altra natura: Skorfanus, nero Signore delle Terre Sfigate, riesce con un inganno a fare sua la Gemma della Virilità, custodita nella Torre Itifallica di Nova Pubhe dai Monaci Lungimiranti. Diretta conseguenza del furto è il controllo da parte del Male della capacità sessuale degli uomini delle Terre Sane di Uteronia, che Skorfanus lentamente porta all'annullamento; al contrario, egli aumenta la potenza riproduttiva dei suoi guerrieri Mostroides e dei suoi pretoriani, i Nuevi Trolles (ripugnanti nelle forme e nelle fattezze, eppure dotati di voci soavi nel canto), creandosi in poco tempo un esercito invidiabile.
Le Terre Sane, intanto, precipitano nel caos. A stento i Signori di piccoli e grandi feudi riescono a mantenere la situazione in pugno, anzi, in taluni casi essa sfugge loro di mano: ci sono rivolte, la violenza cresce, molti perdono il senno... Alla fine, i Signori, superando secolari odi e risentimenti, riescono a trovarsi e a redigere un trattato d'alleanza: l'esercito che ne è il prodotto è enorme, e prende il nome di La Mazza Ferrata.
Nel lungo epilogo, non senza svariate avventure e lotte (non sempre belliche, anzi speso tra le lenzuola di sontuosi talami o su improvvisati pagliericci tra le cineree rovine di città abbandonate nelle Terre Sfigate), la Mazza Ferrata avrà ragione dell'esercito del Male, il tremendo Skorfanus sarà catturato prima e poi pubblicamente castrato e sodomizzato, per poi essere gettato a marcire nelle più cupe segrete del maniero di Imenea (non senza suoi covati propositi di vendetta, propositi che aprono evidenti spiragli/chiave ad una eventuale continuazione del ciclo), e la Gemma della Virilità tornerà a splendere sulle maschie signorie di Uteronia.
E voi, cari lettori, che ne dite?
Vorreste vedere tradotti questi libri?
ATTENZIONE: È UN PESCE D'APRILE
12 commenti
Aggiungi un commentoVisto che c'è una domanda alla fine dell'articolo sono cortese e rispondo: ma anche no. Già faccio fatica a trovare fantasy che mi piace figurarsi se dovesse arrivare quella "erotica" che proprio non è il mio genere.
Ma fortunatamente cercando su google non ho trovato nessuno degli autori/titoli descritti nell'articolo quindi ci sono ottime speranze che non arrivino mai da noi
c'è da stare veramente attenti a scherzare col fuoco...non si sa mai che a certi editori vengano delle idee
comunque, per chi avesse certi pruriti, invece di ricercarli nella letteratura può ricercare su internet o in home video: c'è l'imbarazzo della scelta
Quoto Melian: anche no a questo genere di libri
Contento di avervi divertito.
E "spaventato", a quanto leggo...
Dovesse succedere, non prendetevela con il sottoscritto, la Cassandra di turno.
Ricordo che qualche anno fa scrissi per FM un pesce d'aprile intitolato "L'acciaio resta" su un ipotetico film fantasy eroico che metteva on stage tutte le vecchie (e qualche seminuova) glorie degli action movie.
Dì li a poco, si son messi a fare The expendables, che non era fantasy, ma action e autoronico, ma il teaming up di old boyz in action era quello.
Vedi mai che in qualche modo io non ci abbia azzeccato un po' anche stavolta.
Comunque sia, trovo interessante il fatto che dal mio pezzo ironico abbiate tratto anche qualche spazio di riflessione seria. Siete grandi!
A parte la citata Carey, di fantasy (o fantastico) erotico ce n'è già a carrettate, ma non mi stupirebbe che dopo il successo delle "50 sfumature di" iniziasse da parte delle case editrici una serie di tormentoni porno-tolkieniani, a svilire ancora di più il genere che amo così tanto.
speriamo non sia come dici tu, perché se facessero una cosa del genere, gli editori a questo punto si meriterebbero tutte crisi del mondo.
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