La prima domanda è la più banale ma anche la più gettonata: è stato difficile scrivere a quattro mani?
Mats: Per fortuna no, non è stato difficile trovare un equilibrio, ci siamo trovati bene da subito. Abbiamo avuto quest'idea insieme e ce ne siamo innamorati. Siamo stati fortunati perché all'epoca non ci conoscevamo bene, e avrebbe potuto andare diversamente…
Sara: A posteriori è stata un'idea molto stupida, avrebbe potuto essere un disastro! (Mats annuisce, ridendo) Praticamente non ci conoscevamo, eppure abbiamo deciso di dedicarci a un progetto che ci avrebbe fatto lavorare insieme per anni!
Mats: "Perché non dedicare i prossimi 5 anni della nostra vita a un impegno comune? Sì, bell'idea!" Per fortuna andiamo d'accordo…
Sara: Il Cerchio è il primo libro di una trilogia; se fosse andata male scrivere gli altri due libri sarebbe stato ben poco divertente.
Mats: Inizialmente è stato un po' complicato, ovviamente. Abbiamo dovuto trovare la "nostra" voce, nel senso di voce comune.
Entrando in dettaglio: in che modo vi siete divisi il lavoro? Per esempio, uno di voi è più forte nella definizione della trama e l'altro nei personaggi? O avete trovato una linea comune su tutto?
Sara: Una delle prime regole che ci siamo dati è stata quella di non scendere a compromessi, nel senso che avremmo accettato solo idee di cui eravamo entrambi convinti. Se, per esempio, io amo una certa idea, Mats una diversa e nessuno dei due riesce a convincere l'altro, le eliminiamo entrambe e optiamo per una terza. È necessario, perché in caso contrario l'intera storia si trasformerebbe in un enorme compromesso.
Mats: Quanto al metodo, ci alterniamo nella scrittura dei capitoli, dopodiché ce li scambiamo e leggiamo il lavoro dell'altro facendone una revisione insieme.
Sara: Ormai è difficile ricordare chi è l'autore di ogni capitolo, sono diventati un lavoro corale, soprattutto per Il Cerchio, che, in quanto primo libro, è quello che ci è costato un po' più fatica.
Quanto tempo avete impiegato a scriverlo?
(Si guardano) Mats: Circa un anno. In cui non abbiamo fatto altro, però. Non avevamo una vita…
Sara: (ridendo)… Non ce l'abbiamo neanche adesso!
Eppure il lavoro è quasi finito, o sbaglio? Il terzo e ultimo volume in uscita per il 2014, vero?
Mats: In realtà siamo in chiusura proprio in questi giorni e ci siamo portati il lavoro qui a Bologna! Non riusciremo a vedere quasi nulla di questa bellissima città perché abbiamo la scadenza della consegna degli ultimi capitoli dell'ultimo libro. In realtà avremmo dovuto consegnarli un paio di settimane fa, ma siamo andati lunghi…
Chiacchierando mi dicevate di essere appassionati lettori di fantastico: quali sono le vostre letture preferite nel genere? E quali consigliereste?
Mats: Il fantastico è un genere che amiamo, di fatto l'origine della trilogia è proprio il fatto che queste sono storie che volevamo leggere.
Sara:… In termini di lettura, una delle esperienze più importanti della mia vita è stata la scoperta di Sandman, quando avevo 16-17 anni. Cambiò tutto per me, mi vengono i brividi solo a ricordarlo. Ricordo quella sensazione di scoperta, di qualcosa di nuovo che mi si apriva davanti. Amo molto anche Quelle Oscure Materie… I libri di Pullman mi hanno portato a riscoprire il fantasy, in un certo senso. Un altro grande libro è The Night Circus di Erin Morgenstern: fantastico, fantastico libro, lo consiglio a tutti! Mats: Il "mio Sandman", per così dire, fu La Storia Infinita di Micheal Ende, quand'ero molto piccolo. Poi ho scoperto Stephen King, che ho amato moltissimo e a cui probabilmente devo il mio amore per la lettura. Adesso sono un grande fan della serie di fumetti Locke & Key, scritta da Joe Hill: se non la conosci te la consiglio, merita.
Al di là dei libri amo molto l'horror e il fantastico anche nel cinema e in tv
Sara: è così che ci siamo conosciuti, ci siamo scoperti entrambi fan di Buffy: The Vampire Slayer… E forse si vede, considerando quello che facciamo ai nostri personaggi!
Joss Whedon? Concordo, fantastico autore. Sotto molti aspetti ha reinventato il genere, sicuramente per la tv è stato il primo a osare davvero.
Mats: Già. Osare era molto importante anche per noi. Osare e assumerci la responsabilità delle nostre scelte: se uccidi un adolescente in un libro devi trattarlo come la tragedia che è, con realismo, non come carne da cannone, senza conseguenze e senza un peso reale.
La trilogia è ormai alla fine: sapevate dall'inizio come avreste terminato la vostra storia?
Sara: A grandi linee sì, ma senza dettagli. E ora che il momento è arrivato è piuttosto terrorizzante; continui a pensare che succede se qualcosa non funziona…
Cosa potete anticiparci dei vostri progetti futuri?
Mats: Per un po' faremo cose indipendenti, ne sentiamo il bisogno e non potrà che essere positivo anche futuri progetti insieme.
Sara: In fondo i libri sono là fuori per restarci, al di là di quello che faremo in futuro. È un po' come se avessimo dei figli insieme.
Mats: È una sensazione strana: da una parte non vediamo l'ora che sia finita, visto che è un lavoro che ci accompagna ormai da più di tre anni, dall'altra è un lavoro che amiamo e che ci ha dato tanto – ed è stato divertente! – e non vorremmo salutarlo. Più di tutto, speriamo che il finale sia all'altezza delle aspettative dei lettori e non li deluda!
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