Se fino ai Capitoli della Condanna Miura ha attinto al sapere mitologico e religioso dell’occidente, da L’attacco dei Kushan (4) si ha una svolta. Ci sono ancora riferimenti al mondo occidentale, come quello rivolto a Lord Rocks, il Cavaliere dei Raggi di Luna (4) (e Apostolo delle nuova Squadra dei Falchi) che vagabonda senza padrone, nonostante gli onori riconosciuti nelle innumerevoli battaglie e l’imbattibilità in giostre e duelli. L’armatura scintillante, l’aura di nobiltà e cavalleria, ma soprattutto l’utilizzare come arma preferita la lancia, denotano immediatamente che sia ispirato a Sir Lancillotto (il cui nome fa appunto riferimento alla lancia). Ma da questo punto in avanti, con l’Impero Kushan, s’iniziano a conoscere cultura e mostri ispirati al mondo orientale, specialmente quello indiano.
Gatsu, per via dei poteri che l’armatura del Berserk gli conferisce, viene definito da Daiba (comandante mago dell’esercito dei Pishacha), guerriero di Durga, perché protetto dal prana (energia vitale) della dea. Nella religione induista, tale divinità (dal sanscrito "colei che difficilmente si può avvicinare") è l'incarnazione dell'energia creativa femminile che possiede in sé i poteri di creazione e distruzione. Una dea guerriera creata, secondo il racconto del Devi Mahatmyam del Markandeya purana, per combattere e distruggere il demone Mahishasura, che veniva invocata da chi combatteva, come racconta il mito nel quale Rama invoca la dea durante la battaglia contro Ravana.
Sempre Daiba definisce Serpico guerriero di Vayu a causa del mantello e dell’arma che usa, visto che possiedono il potere degli spiriti elementali dell’aria e nella mitologia indù, Vaju è il dio del vento.
Proprio durante lo scontro fra Gatsu e Serpico e il comandante dei Pishacha compaiono altre due termini della cultura indiana: Garuda (“divoratore” uccello fantastico su cui cavalca il dio Visnù, anche se dell’originale mantiene solo il nome e la capacità di volare, dato che sembra più un animale preistorico che un uccello) e Kundalini (un'energia residuale della creazione (meglio nota come shakti, l’energia creativa femminile già vista con Durga) che si trova in ogni essere umano e viene raffigurata con il simbolo del serpente, che Miura usa per disegnare una creatura evocata).
Sorte analoga a Gatsu capita all’Apostolo Gurnbeld (soprannominato il drago di fuoco), alla cui apparizione i Kushan, per via dell’armatura, ma soprattutto dell’elmo che indossa, lo definiscono un Naga (4): un'antica razza di uomini-serpente presente nella religiosità e nella mitologia vedica e induista a partire dalla tradizione orale.
Bisharcha, Harashada, Makara, Darka: sono le bestie demoniache create con un rituale oscuro e vengono rappresentate con le sembianze tipiche degli animali presenti in India quali tigri, coccodrilli, elefanti. Insieme formano l’esercito dei Pishacha, che nella mitologia indù sono i mangiatori di carne umana, demoni creati dal dio Brahma da gocce d’acqua accidentali che cadeva dall’acqua usata per creare dei e uomini. (5)
Non solo Brahma, ma anche Shiva e Kali, altre divinità indù, sono mostrate nell’opera. Il primo è l’incarnazione dell’imperatore/Apostolo Ganishuka quando effettua la seconda rinascita, divenendo appunto una sorta di gigantesca divinità distruttrice (Shiva è appunto conosciuto come il Distruttore); una figura che seppur in modo grottesco rammenta l’Albero Celestiale (o Albero della Vita), l’albero che affonda le radici nel cielo come viene narrato nelle Upanishad e che nella Kabbalah rappresenta simbolicamente le leggi dell’Universo. La seconda è il gigantesco trono su cui sempre l’imperatore Ganishuka siede, chiaro simbolo del suo dominio di terrore e morte.
Proprio a seguito della fusione delle dimensioni materiale e spirituale che si sta verificando dopo gli eventi accaduti alla Torre della Condanna, Miura attinge a piene mani al bestiario delle leggende e del folclore più classico, arricchendo il mondo di Berserk. Arpie, draghi, sirene, troll, orchi, kraken, kerpee (nella mitologia celtica kelpie “giovenca, puledro”, è uno spirito di laghi e fiumi che fa affogare i viandanti: appare con le sembianze di un cavallo e invita le vittime a cavalcarlo, partendo al galoppo nel fiume e annegando il cavaliere): creature appartenenti a un mondo avvolto nella magia più tradizionale, come l’immaginario comune è portato a pensare. La strega con il cappello a punta e il bastone come lo è Shilke (3) (la giovane che vive con la maestra Flora in un bosco incantato, all’interno dell’Albero degli Spiriti protetto da Golem) sembrano indicare che l’evoluzione data da Miura alla storia sia stata influenzata dal periodo in cui il genere fantasy ha avuto una certa risonanza sul mercato, sia cinematografico sia letterario, specialmente con la produzione della trilogia su Il Signore degli Anelli girata da Peter Jackson (2001).
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